Cile

Il Cile, il cui nome ufficiale è República de Chile (Repubblica del Cile), è uno stato (756.950 km², 16.134.219 abitanti[1], capitale Santiago del Cile) situato nell'estremità sudoccidentale dell'America Meridionale.
Confina ad est con l'Argentina, a nord-est con Bolivia, al nord con il Perù, e ad ovest con l'Oceano Pacifico. Si estende da nord a sud tra i 17° e i 56° di latitudine, fanno parte del territorio dello stato anche l'isola di Pasqua, l'isola Sala y Gómez, le isole Juan Fernández, le isole Desventuradas, le isole Ildefonso e Diego Ramírez. Il Cile rivendica inoltre la sovranità su una parte del territorio antartico.
Vi sono diverse teorie sull'origine del nome Chile. Secondo una di queste, descritta dal cronista del XVIII secolo Diego de Rosales, il termine deriva dal nome di uno dei capotribù (cacique) chiamato "Tili" che governava la valle dell'Aconcagua fino alla conquista da parte degli Incas [2] Un altra teoria punta sulla somiglianza tra la valle dell'Aconcagua e la valle di Casma in Perù, nella quale si trovava una città e una vallata chiamate Chili.[2] Altre teorie sostengono che il nome Chile derivi dal termine Mapuche chilli, che significa "dove finisce la terra"[3] oppure dal termine Quechua chin, "freddo". I primi spagnoli sentirono il nome dagli Incas e dai pochi sopravvissuti della prima spedizione in Perù di Diego de Almagro (1535-36) che si definivano "uomini di Chilli"Diversi studi collocano l'epoca della popolazione dell'attuale territorio cileno a circa 10.500 anni a.C. . Il Cile preispanico era popolato da una varietà di culture di indigeni che si stanziarono in bande longitudinali incrociando anche le Ande ed arrivando a territori attualmente argentini nell'Atlantico. Nella zona del nord del paese, i gruppi amerindi aymara, atacameña e diaguita stabilirono culture fortemente agricole da parte dell'impero Inca che, dal secolo XV, dominò una grande parte del territorio attuale del Cile fino al fiume Maule. Al sud del fiume Aconcagua, si stabilirono le varie comunità seminomadi degli amerindi mapuche, la principale etnia indigena del paese. Nei canali australi, infine, hanno abitato diversi gruppi indigeni come gli amerindi chono, yámana, alacalufe ed ona. Nell'Isola di Pasqua si sviluppò un'avanzata e misteriosa cultura polinesica, praticamente estinta oggi.
Nel 1520, Ferdinando Magellano fu il primo esploratore europeo a visitare il territorio cileno percorrendo lo stretto che porta il suo nome. Ma fu soltanto nel 1535 che i conquistatori spagnoli provarono a conquistare le terre della "valle del Cile" dopo aver destituito l'impero Inca. La prima spedizione, condotta da Diego de Almagro, non ebbe i risultati voluti, seguì il tentativo di conquista guidato da Pedro de Valdivia. Lungo il suo cammino verso sud, ed attraversando il Deserto di Atacama, Valdivia fondò una serie di centri abitati, il primo ed il più importante, il 12 febbraio del 1541, la città di Santiago della Nuova Estremadura.
Valdivia iniziò in seguito una campagna militare diretta verso i territori più meridionali dove erano insediate le tribù mapuche, dando così inizio alla guerra di Arauco, che Alonso de Ercilla riportò magistralmente nella sua opera La Araucana (1576). I contrasti si protrassero per circa tre secoli, benché con numerosi intervalli di pace grazie alla realizzazione di "Parlamenti" come quello di Quilín nel 1641 che avrebbe stabilito un limite tra il governo coloniale e le tribù indigene lungo il fiume Bío bío, dando nome alla zona conosciuta ancora oggi come La Frontiera.
La Capitanía General de Chile, chiamata anche il Regno del Cile, era una delle colonie più australi dell'Impero Spagnolo. A causa della sua lontana posizione dai grandi centri e dalle strade commerciali imperiali ed a causa del conflitto con i mapuche, il Cile è stato una provincia povera appartenente al Vicereame del Perù e la cui economia era praticamente destinata per sostenere i pochi abitanti del territorio.
Nel 1810, cominciò, con la costituzione della prima assemblea di governo, il processo di autodeterminazione del Cile e iniziò un periodo chiamato Patria Vecchia, che durò fino alla catastrofe di Rancagua nel 1814, quando le truppe reali spagnole riconquistarono il territorio. Le truppe indipendentiste, profughe a Mendoza, formarono con i soldati argentini l'Esercito delle Ande guidato da José de San Martín che liberò il Cile dopo la battaglia di Chacabuco, il 12 febbraio del 1817. L'anno successivo il governo del "Direttore Supremo" Bernardo O'Higgins Riquelme dichiarò l'indipendenza del Cile.
O'Higgins inaugurò un periodo di riforme che però lasciarono insoddisfatta una grande parte dell'opinione pubblica, provocando la sua abdicazione nel 1823. Durante i 10 anni successivi, il Cile avviò una serie di politiche per costruire il nuovo stato. Dopo una serie di fallimenti, la vittoria conservatrice nella Rivoluzione del 1829 diede inizio ad un periodo di stabilità: il nuovo regime si chiamò Repubblica Conservatrice, ed ebbe come massimo capo il ministro Diego Portales, che grazie alla Costituzione del 1833 riuscì a costruire le basi politico-amministrative del Cile del XIX secolo.
Il Cile lentamente iniziò a svilupparsi ed a stabilizzare le sue frontiere. L'economia cominciò ad avere una grande crescita grazie alla scoperta dei giacimenti di Chañarcillo e alla crescita del porto di Valparaíso, cosa che portò ad un conflitto con il Perù per la supremazia marittima nell'Pacifico. La formazione della confederazione fra il Perù e la Bolivia fu considerata una minaccia per la stabilità del paese, e Portales dichiarò ai due paesi una guerra che terminò con la vittoria cilena nella battaglia di Yungay (1839) e con la dissoluzione della confederazione. Allo stesso tempo, si provò a rafforzare il controllo sul Sud del paese intensificando la penetrazione nell'Araucanía e la colonizzazione della Llanquihue con immigranti tedeschi. La regione di Magallanes fu incorporata allo Stato e la zona di Antofagasta iniziò ad essere abitata.
Dopo quaranta anni di governo conservatore, nel 1871 ebbe inizio un periodo di governo del partito liberale che fu caratterizzato dalla crescita economica dovuta alla estrazione mineraria del potassio nitrico nella zona di Antofagasta. L'attività estrattiva andava così bene che la Bolivia iniziò a reclamare questo territorio come suo. Nonostante la firma di trattati nel 1866 e 1871, i due paesi non riuscirono a risolvere i loro conflitti ed il 14 febbraio del 1879, il Cile bombardò il porto di Antofagasta, dichiarando la guerra alla Bolivia. Il Perù, come prevedeva un accordo segreto, si alleò con la Bolivia: fu questo l'inizio alla guerra del Pacifico che finì con la vittoria cilena nella battaglia di Huamachuco, il 10 luglio del 1883. Dopo il conflitto, il Cile ottenne il dominio sui dipartimenti di Antofagasta e le province di Tarapacá, Arica e Tacna (quest'ultimo fino al 1929) e la contemporanea risoluzione dei problemi di confine con l'Argentina in Patagonia e Puna di Atacama. Nello stesso periodo finì Guerra di Arauco con la Pacificazione dell'Araucania nel 1881 e l'annessione dell'Isola di Pasqua nel 1888.
Nel 1891, il conflitto tra il Presidente José Manuel Balmaceda ed il Congresso causò la Guerra Civile: i membri del Congresso ottennero la vittoria e stabilirono la Repubblica Parlamentare. Questi anni si caratterizzarono, nonostante la crescita economica, per l'instabilità politica e la nascita del movimento proletario che portava l'attenzione sulla Questione Sociale. Dopo anni di dominio delle oligarchie, fu eletto Arturo Alessandri con l'appoggio dei movimenti popolari nel 1920. La crisi però si accentuò e portò alla rinuncia di Alessandri in due occasioni dopo la promulgazione della Costituzione del 1925, che diede nascita alla Repubblica Presidenziale.
Carlos Ibáñez del Campo assunse il governo nel 1927 con un grande sostegno popolare, ma la fine della Prima Guerra Mondiale (nella quale il paese si è dichiarato neutrale) e la Grande Depressione seppellirono il commercio del potassio nitrico, producendo una forte crisi economica nel paese: il Cile fu infatti tra i più colpiti dalla recessione a livello mondiale. Ibáñez rinunciò nel 1932 e l'instabilità politica dopo il colpo di stato militare diede vita alla Repubblica Socialista del Cile, che però durerà soltanto 3 mesi finché Alessandri riassunse il potere e rimise in sesto l'economia, senza però calmare la tensione tra i partiti. Dopo il massacro del Segundo Obrero, i partiti di tendenza fascista decisero di sostenere il candidato del Partito Radical, Pedro Aguirre Cerda che venne nominato Presidente nel 1938.
Il mandato di Aguirre Cerda dà inizio ad un periodo di governi di stampo radicale, riesce ad effettuare diverse riforme e stabilisce una rivendicazione sul territorio antartico antistante il Cile, ma finisce con la precoce scomparsa del mandatario. Juan Antonio Ríos, il suo successore, deve fare fronte all'opposizione ed alle pressioni degli Stati Uniti per dichiarare la guerra all'asse durante la Seconda Guerra Mondiale, cosa che accade nel 1943. Dopo essere stato sostenuto dal partito comunista, il radicale Gabriel González Videla è eletto Presidente nel 1946. Tuttavia, con l'inizio della Guerra Fredda i comunisti verranno esclusi dalla politica attraverso la Legge Maledetta. Nel 1952, Ibáñez torna alla politica ed è eletto con l'appoggio dei cittadini, ma lo perde dopo una serie di misure liberal per ravvivare l'economia.
Nel 1958, è eletto l'indipendente dalla Destra Jorge Alessandri, il figlio di Arturo Alessandri, che dovrà fare fronte al caos prodotto dal terremoto del 1960, il più forte registrato nella storia del paese, cosa che non impedì che si tenessero i Mondiale di Calcio in Cile, in 1962. In questo periodo, si stabilisce un sistema politico chiamato "Dei Tre Terzi" composto dalla Destra, la Democrazia Cristiana e l'Unità Popolare. Temendo una vittoria dell'UP, la Destra sostiene il Democratico Cristiano Eduardo Frei Montalva che è eletto nel 1964. Benché Frei Montalva provi ad effettuare la sua "Rivoluzione in Libertà" attraverso la riforma agricola e cilenizzazione del rame, alla fine del suo mandato, la tensione politica produce una serie di scontri.
Nel 1970 fu eletto il socialista Salvador Allende con l'appoggio dell'Unità Popolare. Tuttavia, il suo governo si confrontò con molti problemi economici e la forte opposizione del resto dello spettro politico, delle élites economiche che tentarono di bloccare le sue riforme, e del governo degli Stati Uniti di Richard Nixon. Il rame è finalmente nazionalizzato, ma questo non impedisce che il paese cada in una forte crisi economica e che l'inflazione arrivi a cifre impressionanti. I confronti tra momios ed upelientos raggiungono livelli di terrorismo ed Allende, che credeva in una rivoluzione democratica, perde l'appoggio ideologico del Partito Socialista che crede in un sollevamento popolare armato.
L'11 settembre del 1973 si attua il colpo di stato cileno, con l'aiuto della CIA. Durante il golpe perderà la vita lo stesso Allende, morto all'interno del Palazzo della Moneda, e secondo la versione ufficiale suicidatosi poco prima di cadere nelle mani dei militari golpisti. Prima di morire, Salvador Allende affida alla radio il suo ultimo messaggio, che influenzerà la futura coscienza del paese. L'Esercito cileno conduce materialmente il golpe, ma non restituisce il potere alla Destra politica ed economica che l'aveva ideato: lo consegna invece nelle mani del Generale Augusto Pinochet Ugarte, nato a Valparaiso il 25 novembre 1915, che passerà alla storia come uno dei più disumani dittatori del Novecento, tristemente celebre per la barbara eliminazione dei suoi oppositori.
Durante la sua feroce dittatura, durata dal 1973 al 1990, furono torturate, uccise e fatte sparire almeno trentamila persone, tra cui gli uomini di Unidad Popolar (la coalizione di Allende), militanti dei partiti comunista, socialista e democristiano, accademici, artisti e musicisti (come Victor Jara), professionisti, religiosi, studenti e operai.
Pinochet salì al potere rimpiazzando il rinunciatario comandante in capo dell'esercito, Generale Carlos Prat (il quale aveva deciso di abbandonare l'incarico), a causa delle forti pressioni esercitate dai settori più reazionari della società: la destra e l'oligarchia cilena. Bisogna sottolineare il fatto che la nomina a Generale (precedente al colpo di stato) contò inizialmente proprio sull'approvazione di Allende, e fu resa possibile da un dettaglio tecnico legato all'anzianità del generale Prat, più che a doti particolari nel comando o a qualità professionali di Pinochet. Questa decisione politica fu presa nel tentativo estremo di placare il colpo di stato che era nell'aria da tempo, nonostante i precedenti della carriera professionale di Pinochet avessero già evidenziato il suo profilo repressivo e violento. Negli anni '60, ad esempio, durante il governo del cristiano-democratico Eduardo Frei Montalva, gli venne dato l'incarico di soffocare uno sciopero nella zona desertica situata nel nord del Cile: la repressione fu sanguinosa, il numero dei morti e dei feriti fu elevato. Malgrado questi precedenti l'esecutivo approvò la sua nomina, segnando involontariamente la propria sorte.
Ad ogni buon conto Pinochet e l'Esercito giocarono un ruolo abbastanza secondario nell'organizzazione e nella realizzazione del complotto che il giorno 11 settembre 1973 sfociò nel golpe sanguinoso che travolse il governo di "Unidad Popular". I veri artefici e mandanti intellettuali del "golpe" furono, secondo storici autorevoli, come detto l'oligarchia e le élites imprenditoriali, appoggiate dai settori politici che le rappresentavano, ovvero la destra e la direzione della Democrazia Cristiana (tranne poche eccezioni). Un aiuto fondamentale dal punto di vista organizzativo all'ascesa del dittatore è stato fornito da parte degli Stati Uniti, timorosi che la "macchia" socialista si espandesse anche nell'area sudamericana.
La soluzione della crisi di governo venne affidata all'Esercito in quanto storico garante dell'ordine costituzionale e istituzionale della Repubblica, mito rafforzato dal profilo apolitico e professionale delle forze armate cilene. Formazione attuata principalmente attraverso la tristemente celebre scuola "delle Americhe", allora stanziata a Panama (in cui vengono insegnati tuttora vari metodi di repressione psichica e fisica, dalle minacce al genocidio alla tortura).
Dal 1973 al 1990 dunque il mondo fu testimone di migliaia di sparizioni, decine di migliaia di arresti, torture ed esili. Tutto si concluse, apparentemente, con il "Plebiscito" del 1989, proposto dalla stessa giunta pinochetista. Il rifiuto a Pinochet scaturito dal plebiscito, in realtà fu una farsa che portò ad una pseudo-democrazia nella quale l'ex dittatore mantenne la carica di comandante supremo delle forze armate.
La costituzione emanata dalla dittatura rimase invariata; i delitti commessi furono "liquidati" con l'attuazione della politica della riconciliazione nazionale; l'omicidio di Stato nei confronti di coloro che denunciavano il proseguo della repressione ai danni dell'opposizione rimaneva una realtà; l'assegnazione a Pinochet, una volta in pensione, della carica di Senatore a vita con conseguente immunità ed impunità venne difesa ferocemente.
La "caduta" di Pinochet, fino a poco tempo fa considerato in Cile un intoccabile (negli ambienti militari ha ancora numerosi seguaci), è iniziata il 22 settembre del 1998, quando l'ex generale andò a Londra per una operazione chirurgica. Amnesty International e altre organizzazioni chiesero subito il suo arresto per violazione dei diritti umani. Pochi giorni dopo il giudice spagnolo Baltasar Garzon emise un mandato di cattura internazionale, chiedendo di incriminare il generale per la morte di cittadini spagnoli durante la dittatura cilena.
A sostegno di questa richiesta si espressero le sentenze dell'Audiencia Nacional di Madrid e della Camera dei Lords di Londra, richiamandosi al principio della difesa universale dei Diritti dell'Uomo e stabilendo rispettivamente che la Giustizia spagnola era competente per giudicare i fatti avvenuti durante la dittatura militare in Cile - dal momento che si tratta di "crimini contro l'umanità" che colpiscono, come soggetto giuridico, il genere umano nel suo insieme - e che i presunti autori di gravi delitti contro l'umanità, come appunto Pinochet, non godono di immunità per i loro crimini, neanche se si tratta di capi di Stato o ex capi di Stato.
Il ministro dell'Interno del Regno Unito, il laburista Jack Straw, il 2 marzo 2000 decise di liberare Pinochet e di permettere il suo ritorno in Cile, negando quindi l'estradizione e adducendo "ragioni umanitarie": un'espressione che suonò come un insulto alla memoria e al dolore dei familiari delle migliaia di vittime della sua dittatura.
A Santiago il giudice Guzman continua la sua inchiesta contro Pinochet, ma il vecchio ex dittatore resiste in tutti i modi per non essere portato davanti a un tribunale del suo Paese, quel Cile che per oltre vent'anni ha dominato col pugno di ferro.
In seguito ad un attacco di cuore, Pinochet muore il 10 dicembre 2006 dopo alcune settimane di degenza nell'ospedale militare di Santiago, a 91 anni.
Dopo elezioni combattute, Ricardo Lagos nel 2000 viene nominato terzo presidente della Concertación de Partidos por la Democracia in un'atmosfera economica instabile. La diffusa corruzione peggiora il quadro generale agli inizi del suo mandato, ma in seguito inizia ad ottenere una grande popolarità che va di pari passo con il recupero dell'economia. Lagos ottiene livelli di approvazione del 75% grazie all'inserimento del paese nel concerto internazionale con la partecipazione nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con il suo rifiuto all'Invasione dell'Iraq e la firma di trattati di libero commercio con l'Unione Europea, gli Stati Uniti, e la Cina, tra altro. Nel 2006, Michelle Bachelet, socialista, è eletta Presidente con 53.5% dei voti.
Il territorio del Cile continentale si colloca su una lunga striscia di terra situata fra l'Oceano Pacifico e la Cordigliera delle Ande e che si estende per circa 4.200 km con una larghezza media di circa 200 km, la larghezza massima, 445 km, è in corrispondenza dello stretto di Magellano (52° 21' S), sul cui imbocco orientale raggiunge l'Oceano Atlantico, mentre quella minima è pari a 90 km ai 31° 37' S[4]. Il territorio cileno si estende tra i 17° 30' S ed i 56° 30' S di latitudine.
Il Cile è situato in un'area compresa nella cintura di fuoco e ad elevato rischio sismico a causa dei movimenti di subduzione della placca di Nazca contro la placca sudamericana. Alla fine del paleozoico il territorio dell'attuale Cile era una depressione marina che cominciò a sollevarsi verso la fine del mesozoico a causa dello scontro fra la placca di Nazca e quella sudamericana, scontro dal quale originò la cordigliera delle Ande. I successivi movimenti di assestamento e di erosione hanno dato ai rilievi la forma attuale.
Fanno parte del Cile alcuni territori insulari nell'Oceano Pacifico, come l'Isola di Pasqua e le Isole Juan Fernández, avanza inoltre rivendicazioni per una zona dell'Antartide.
L'estremo settentrione del paese, chiamato in spagnolo Norte Grande (Grande Nord) si estende dal confine con il Perù fino ai 27° di latitudine, all'altezza circa del corso del fiume Copiapó. Questa parte del paese è caratterizzata dall'estrema aridità, qui si trova il deserto di Atacama, una delle zone più aride del pianeta, gli scenari naturali sono estremamente vari e spettacolari, ricchi di colline e rilievi dai colori vari e cangianti a causa della loro diversa composizione minerale.
L'estremo settentrionale si eleva a picco dalla costa raggiungendo altitudini oltre i 1000 m s.l.n., parallela alla costa e alle Ande si eleva la cordigliera Domeyko. La topografia varia della costa genera delle aree con microclimi particolari, i rilievi intrappolano le nebbie che si sollevano dalle acque fredde dell'oceano e l'umidità si condensa sulle foglie della vegetazione. Oltre i rilievi costieri si trova un vasto altopiano con colline ondulate che comprende le aride aree desertiche limitate ad est dalla cordigliera delle Ande. Al limitare dei deserti vi sono talvolta falde acquifere sotterranee che hanno permesso la crescita di foreste composte da prosopis tamarugo, una pianta spinosa tipica dell'area che raggiunge i 25 m di altezza. Gran parte delle foreste sono state abbattute per ricavare combustibile per le numerose fonderie costruite fin dall'epoca coloniale per sfruttare gli abbondanti giacimenti di rame, argento e nitrato trovati in quest'area, l'abbattimento delle foreste ha reso la zona ancora più arida.
La miniera di ChuquicamataLe abbondanti precipitazioni dei mesi estivi provocano la formazioni di laghi salmastri che ospitano numerose specie di uccelli, compreso il fenicottero cileno. I corsi d'acqua sono per lo più brevi, nel loro corso discendente dalle Ande formano talvolta delle oasi, sprofondano in banchi di sabbia o acquitrini, spesso hanno un regime endoreico. Alcuni fiumi raggiungono l'Oceano Pacifico, fra questi il fiume Loa che presenta un caratteristico percorso a U ed è il principale fiume del paese. I fiumi formano strette vallate nelle quali abbonda la vegetazione creando un forte contrasto con le aride colline circostanti. Le strade, solitamente, sono costruite nelle parti più aride per permettere un maggior sfruttamento agricolo delle aree irrigate. La ricchezza principale della regione tuttavia sono le risorse minerarie. In questa parte del paese si trova la miniera di Chuquicamata, la più grande miniera di rame a cielo aperto del mondo. A partire dagli anni Settanta si è avuto, nei porti principali della regione come quello di Iquique e Antofagasta, uno sviluppo dell'industria legata alla pesca.
Il Norte Grande è delimitato a est da una porzione della cordigliera delle Ande geologicamente relativamente recente che presenta diversi stratovulcani e che si eleva dal confine settentrionale fino a raggiungere i 6.880 m s.l.m. con il vulcano Ojos del Salado situato appena a sud del 27esimo parallelo all'altezza della città di Copiapó (e quindi compreso nella regione del Norte Chico).
Le temperature medie nell'area costiera, dove vive la maggioranza della popolazione di questa regione, sono tra i 20,5° C nei mesi estivi e 14° C in inverno.
L'area chiamata Norte Chico (Piccolo Nord) si estende dal fiume Copiapó fino ai 32° di latitudine, appena a nord di Santiago del Cile. La regione è semiarida, le precipitazioni mensili dei soli quattro mesi invernali sono di circa 25 mm e sono scarsissime nei mesi rimanenti. La temperatura media estiva a livello del mare è di 18.5 °C, quella invernale è pari a 12 °C. Le piogge invernali e lo scioglimento delle nevi andine danno origine a fiumi con portata molto variabile durante l'anno, le profonde vallate trasversali scavate dai loro corsi offrono spazi per l'allevamento del bestiame e per le coltivazioni di frutta, attività in grande sviluppo a partire dalla metà degli anni Settanta. Questa è inoltre l'area di produzione della quasi totalità del pisco cileno.
La parte centrale del Cile (chiamata Zona central) ospita la maggior parte della popolazione del paese e comprende tre delle principali aree urbane, Santiago, Valparaíso e Concepción. Si estende dal 32° S fino ai 37° S di latitudine, il territorio è caratterizzato dalla presenza di due catene montuose, la Cordillera de la Costa parallela alla costa e la cordigliera delle Ande, fra le due catene si trova un'ampia vallata chiamata Depresión Intermedia oppure Valle Longitudinal. Il clima è di tipo mediterraneo, le precipitazioni aumentano spostandosi verso sud. Nell'area di Santiago le temperature medie sono pari a 19.5 °C nei mesi estivi di gennaio e febbraio e scendono a 7.5 °C nei mesi di giugno e luglio. Le precipitazioni medie mensili sono di circa 69,7 mm nei mesi invernali mentre sono inconsistenti in estate. .
Nell'area di Concepción le temperature medie estive sono lievemente inferiori (17.6 °C), sono però superiori quelle invernali (9.3 °C), le precipitazioni sono più abbondanti, in estate la media mensile è di 20 mm e in giugno e luglio raggiunge i 253 mm al mese. I numerosi corsi d'acqua aumentano notevolmente la loro portata in seguito alle piogge invernali e allo scioglimento delle nevi. Le abbondanti precipitazioni nevose sulle Ande e le temperature relativamente miti dell'inverno creano delle eccellenti condizioni per lo sci alpino.
Fra le due catene montuose si trova la cosiddetta valle centrale, un'area adatta allo sfruttamento agricolo soprattutto nella parte più settentrionale. Nelle zone a nord e a sud di Santiago viene coltivata la frutta e la vite dalla quale vengono ricavati i sempre più diffusi vini cileni. L'esportazione di frutta è drasticamente aumentata dalla seconda metà degli anni 70, quando i coltivatori cileni hanno iniziato esportare frutta nell'emisfero settentrionale, sfruttando il fatto di essere nella stagione opposta la frutta viene esportata come primizia, i trasporti di mele, pesche e uva vengono effettuati tramite navi frigorifero mentre i frutti di bosco vengono trasportati per via area.
Benché vi siano diversi laghi anche nella zona costiera e nella regione andina del Cile centrale, la Zona sur può essere definita la zona lacustre del paese. Si estende da sotto il corso del fiume Bío-Bío a circa 37° fino a sud dell'isola di Chiloé alla latitudine di circa 43.4° S. In queste regione la vallata tra la cordigliera delle Ande e la cordigliera della costa ha un'altitudine inferiore rispetto alla Zona central, e i numerosi fiumi che discendono dai rilievi andini tendono ad avere una portata maggiore, alcuni, soprattutto il fiume Calle-Calle che scorre nei pressi della città di Valdivia sono, per brevi tratti, navigabili. L'estremo meridionale della depressione centrale finisce nell'Oceano formando il golfo di Ancud delimitato ad ovest dall'isola di Chiloé, ultima propaggine della Cordillera de la Costa.
Questa regione è una delle più piovose del pianeta, in particolare la città di Valdivia ha precipitazioni annue pari a 2.535,4 mm. I mesi estivi (gennaio e febbraio) sono i meno piovosi con una media mensile di 60/70 mm, i mesi invernali (giugno e luglio) hanno una media mensile di 410,6 mm. Le temperature sono relativamente miti, a Valdivia la media estiva e pari a 16,7° e quella invernale è di 7,9°.
I laghi della regione, dalle limpide acque blu e turchesi, si presentano davanti allo sfondo delle vette innevate delle Ande creando un contrasto estremamente piacevole, i fiumi che scendono dalle Ande scorrono sulle rocce vulcaniche e formano numerose cascate, la vegetazione, ricca di felci è lussureggiante, vi sono diverse foreste originarie e in primavera abbondano le fioriture di fiori selvatici. I pascoli nella parte settentrionale, intorno al vulcano Osorno, sono sfruttati per l'allevamento di bovini, vi si producono latte, formaggi e burro. Nella zona cresce ogni tipo di bacca, i frutti di bosco vengono esportati e nelle acque dei fiumi vengono allevati trote e salmoni. Rilevante anche lo sfruttamento del legname. Nei mesi estivi la regione è visitata da molti turisti soprattutto cileni e argentini.
Numerose specie endemiche sono state decimate o delimitate nelle poche aree di wilderness scampate all'invasione dell'uomo. È il caso dello huemul, una specie di cervo e del condor cileno, il più grande degli uccelli di questa famiglia, entrambi gli animali sono rappresentati sullo stemma del paese. Gli ultimi puma cileni, più grandi dei loro cugini californiani e decimati dagli allevatori di pecore e capre, vivono nei parchi nazionali di questa regione.
Il Cile è attraversato da diversi corsi d'acqua che, generalmente, discendono dalla Cordigliera delle Ande dirigendosi verso l'Oceano Pacifico, a causa della caratteristica conformazione del territorio la maggior parte dei corsi d'acqua sono piuttosto corti e con una portata scarsa. Da un punto di vista economico, pur essendo inadatti per la navigazione presentano un elevato potenziale di sfruttamento idroelettrico.
Nella regione del Norte Grande, ad eccezione di alcuni torrenti con regime endoreico e del fiume Loa non esistono fiumi rilevanti, il Loa è il più lungo fiume cileno (443 km) e ha il più ampio bacino idrografico del paese, circa 34.000 km². Nella zona dell'altopiano vi sono alcuni brevi corsi d'acqua che confluiscono nel lago Chungará, situato ad un'altitudine di 4.500 m s.l.m., in quest'area si incontrano anche i fiumi Lauca e Lluta, entrambi attraversano anche la Bolivia e non superano i 100 km di lunghezza.
Il numero di corsi d'acqua aumenta nel Norte Chico dove i fiumi scorrono in vallate densamente coltivate, tra di essi spicca il fiume Elqui (170 km) e l'Aconcagua (142 km), il Maipo (250 km) e il suo affluente Maule (240 km). I fiumi sono alimentati dallo scioglimento delle nevi delle Ande e dalle piogge nei mesi invernali. Nella zona non vi sono laghi di grandi dimensioni ad eccezione del bacino artificiale del lago Rapel, del lago Colbún, la Laguna del Maule e la Laguna de La Laja.
Più a sud il fiume Bío Bío nel suo corso dalle Ande all'Oceano attraversa l'omonima regione, alimentando, lungo i 380 km del suo percorso, numerose centrali idroelettriche. Altri fiumi importanti dell'area sono l'Imperial e il fiume Toltén, che nasce dal lago Villarrica. Quest'ultimo è il principale degli svariati laghi situati nella regione dell'Araucanía e nella regione di Los Lagos. Fra i laghi più importanti vi sono quelli compresi nel cosiddetto sistema de los Siete Lagos ovvero il lago Ranco, il lago Puyehue, il lago Rupanco, il lago Todos Los Santos e il lago Llanquihue, il secondo lago più grande del paese.
Nell'estremo meridione del Cile i corsi d'acqua sono brevi ma con una portata maggiore che nel resto del paese, tra di essi vi sono il fiume Futaleufú, il Palena, il Baker e il Pascua. Quasi tutti i laghi, ad eccezione del lago Presidente Ríos nella penisola di Taitao e della Laguna de San Rafael, sono situati al confine tra Cile e Argentina. Fra questi vi è il lago General Carrera, che con i suoi 970 km² compresi nel territorio cileno è il più grande lago del paese. Altri laghi rilevanti sono il lago Cochrane, il lago O'Higgins e il lago Fagnano nella Terra di Fuoco.
La grande lunghezza del Cile determina notevoli differenze climatiche tra le varie regioni del nord, del centro e del sud del paese. Le regioni del nord del Cile, quasi interamente desertiche, sono tra le più aride del mondo. Nelle regioni centrali invece le temperature sono di tipo mediterraneo, con estati fresche e inverni miti. Infine le regioni del sud sono caratterizzate dalla grande piovosità, dal freddo intenso e dai forti venti, in particolar modo nelle zone della Patagonia cilena.
Il Cile è relativamente omogeneo, e la maggior parte della popolazione è costituita da bianchi principalmente e meticci in vari gradi, ovvero il prodotto della miscela razziale fra le tribù amerindi ed i conquistatori spagnoli. Si ritiene che nel 1570 il Cile fosse abitato da 10.000 bianchi, 10.000 meticci, e 600.000 amerindi.
Attualmente, e secondo il censimento 2002, soltanto 4.6% della popolazione (692.192 persone) si è dichiarato Amerinda ed appartenente ad uno degli otto grupi etnici riconosciuti nella legislazione corrente — cioè che ancora esercitano e parlano le loro culture e lingue autoctone. Di questi, l'87.3% si dichiara mapuche. Nel censimento di 1992, al contrario, un totale di 10.5% del totale si è dichiarato indigeno, indipendentemente dal fatto che esercitassero o parlassero la loro cultura e lingua indigene. Quasi un milione di persone (9.7% del totale) si è dichiarato mapuche; 0.6% si è dichiarato aymara, e un 0.2% si è dichiarato rapanui (cioè appartenente all'etnia dell'Isola di Pasqua)
Un grande numero d'immigranti d’origine europea non spagnola é arrivato in Cile - principalmente agli estremi nord e sud del paese - durante i secoli XIX e XX, compresi inglesi, irlandesi, italiani, francesi e iugoslavi. In 1848 una piccola ma significativa immigrazione tedesca è stata intrapresa, promossa dal governo cileno allo scopo di colonizzazione il sud. Col tempo quel nucleo pur piccolo, composto da non più di 7.000 tedeschi, ha influenzato la composizione etnica delle province del sud di Valdivia, Llanquihue e di Osorno. Oltre a queste ondate migratorie, degne di nota sono le colonie coreane e palestinesi. L'immigrazione dai paesi limitrofi con il Cile durante questi stessi periodi è stata della stessa entità.
Durante l'ultimo decennio l'immigrazione in Cile è raddoppiata fino a raggiungere il numero di 184.464 persone nel 2002, pricipalmente dai paesi limitrofi, l'Argentina, Bolivia, ed il Perù. D'altra parte, nonostante l'emigrazione sia diminuita durante l'ultimo decennio, è stato stimato che 857.781 cileni vivano all'estero, di cui il 50.1% in Argentina, il 13.3% negli Stati Uniti ed il 4.9% in Svezia. La mobilità della popolazione all'interno del paese è aumentata durante gli ultimi decenni, a causa di un inurbamento voluminoso dalle zone rurali verso le più grandi città del paese. Mentre nelle regioni centromeridionali del paese più dell'80% della popolazione è formato da persone nate nella stessa regione (nella regione del Biobío raggiunge 86.11%), nella regione metropolitana di Santiago soltanto il 71% della popolazione è ivi nata, mentre nelle regioni estreme (come la regione di Magallanes) questo numero arriva soltanto a 55%.
L'economia cilena è internazionalmente conosciuta come uno delle più rilevanti dell' America Latina. Nonostante che nel corso della sua storia ha affrontato vari periodi di crisi, in questi ultimi anni ha avuto una crescita significativa e duratura. Il modello economico neoliberale, che è stato introdotto durante il regime militare, è stato mantenuto dai governi democratici, che solo piccole modifiche apportate dal governo per finanziare programmi sociali.
Dopo anni in isolamento, oggi il Cile è un mercato aperto al mondo, con un'economia caratterizzata dallo sfruttamento e l'esportazione di materie prime.
Prodotto Nazionale Lordo: 8.864$ pro capite (40° posto della classifica mondiale)(anno 2006).Bilancia dei pagamenti: -594 milioni di $ (2003).Inflazione: 2,5% (stima per il 2007).Disoccupazione: 6,7% (stima per il 2007).
L'agricoltura e la zootecnia sono le principali attività delle regioni del centro e del sud del paese. L'esportazione di frutta e verdura ha raggiunto livelli storici, in apertura delle porte dei mercati europei e asiatici, così come prodotti forestali. Si tratta di uno dei più importanti esportadori di vino della zona.
Sistema sanitario pubblico, ed anche predominante.
I cileni spesso definiscono il loro paese País de Poetas (paese di poeti), la poetessa Gabriela Mistral è stata la prima donna latino americana a vincere il premio Nobel per la letteratura (1945) seguita nel 1971 dal più celebre Pablo Neruda. Altri poeti celebri sono Pedro Prado, Vicente Huidobro, Pablo de Rokha, Juvencio Valle, Rosamel del Valle, Gonzalo Rojas, Jorge Teillier, Enrique Lihn, Nicanor Parra, Carlos Pezoa Véliz e in epoca più recente Raúl Zurita, Juan Luis Martinez e Sergio Badilla Castillo.
Lo scrittore Alberto Blest Gana (1830 - 1920) è considerato il padre del romanzo cileno mentre il romanziere e scrittore di racconti brevi più noto del XX secolo, benché poco noto al di fuori dei confini del paese, è stato Manuel Rojas. Maggiore fama internazionale hanno raggiunto Antonio Skármeta, Isabel Allende (nipote del presidente Salvador Allende) Jorge Edwards, José Donoso, Miguel Serrano, Marcela Serrano, Luis Sepúlveda, Alejandro Jodorowsky e Roberto BolañoSantiago del Cile è la capitale del Cile nonché il principale centro urbano del paese. L'area metropolitana della città è chiamata talvolta Gran Santiago o semplicemente Santiago e corrisponde al capoluogo della Regione Metropolitana di Santiago.
Considerata spesso un'unica città in realtà è una conurbazione che comprende completamente il territorio di 26 comuni e parte del territorio di altri 11 comuni, gran parte della metropoli è compresa nella provincia di Santiago, alcune parti periferiche fanno parte delle province di Maipo, Cordillera e Talagante.
La città è situata ad un altitudine media di 567 m s.l.m. [1] Nell'anno 2002 l'estensione della conurbazione era pari a 641,4 km² e la popolazione era pari a 5.428.590 abitanti[2] che equivale a circa il 35,9% della popolazione totale del paese. Secondo le statistiche Santiago è la settima città più popolosa del Sudamerica e la 45esima area metropolitana del mondoSantiago venne fondata da Pedro de Valdivia il 12 febbraio del 1541 con il nome di Santiago del Nuevo Extremo in onore di San Giacomo e a ricordare che, come Santiago de Compostela rappresentava per gli antichi l'estrema terra abitata in Europa prima dell'oceano inesplorato, analogamente la nuova città rappresentava l'estremo limite dell'esplorazione nel continente americano da poco scoperto. La cerimonia di fondazione si tenne sulla collina di Huelé (successivamente ribattezzata Collina Santa Lucía). Valdivia scelse questo luogo per la sua posizione, al centro della vasta e fertile pianura (Valle central) compresa tra la Cordigliera delle Ande e la Cordigliera della costa, per il suo clima temperato e per la facilità con cui poteva essere difeso.
Il fiume Mapocho divideva l'area in due e la ricongiungeva poi più a sud, formando un'isola.
I primi edifici furono eretti sfruttando il lavoro degli indiani Picunche. La riva meridionale del Mapocho fu poi drenata e trasformata in una zona pedonale, conosciuta come Alameda (ora Avenida Alameda Libertador Bernardo O'Higgins).
La città fu parzialmente distrutta durante la Guerra di Indipendenza nel (1810–18), in occasione della battaglia di Maipú che fu combattuta a sud-ovest del centro abitato. Santiago divenne la capitale del Cile indipendente nel 1818.
All'inizio del XIX secolo Santiago era soltanto una piccola città con pochi edifici, fra cui il Palacio de La Moneda, utilizzato al tempo della dominazione spagnola come zecca, e alcune chiese. Negli anni Ottanta del'Ottocento l'estrazione del nitrato nel nord del Cile portò una certa prosperità al paese e favorì lo sviluppo della capitale. Fu così che importanti edifici vennero costruiti nel 1910 per celebrare il centenario dell'indipendenza dalla Spagna, fra quali la Biblioteca Nazionale e il Museo delle Belle Arti.
Negli anni Trenta del Novecento Santiago cominciò a diventare una città moderna, con la costruzione del Barrio Cívico, intorno al Palacio de La Moneda. Nel frattempo, la popolazione aumentava grazie all'arrivo di nuovi abitanti dal nord e dal sud del Cile.
Nel 1985 un forte terremoto distrusse alcuni edifici di importanza storica nel centro della città.
Attualmente, Santiago rappresenta un centro finanziario molto importante dell'America Latina.

Ciad

La Repubblica del Ciad (in arabo ???? Tšad; in francese République du Tchad) è uno Stato dell'Africa Centrale che confina a nord con la Libia, ad est col Sudan, a sudovest col Camerun e la Nigeria, ad ovest col Niger ed a sud con la Repubblica Centrafricana. È vasto 1.284.000 km2 ed ha una popolazione di 9.826.419 abitanti per una densità di 7,2 ab/km2.
La capitale è N'Djamena, le lingue ufficiali sono Francese e Arabo.
In tempi bui l'area era abitata da vari gruppi tribali piuttosto isolati tra loro: a testimoniarlo rimangono alcuni crani e raffigurazioni rupestri. La zona fu controllata da alcuni deboli regni locali fino a quando fu inglobata nel più esteso impero africano noto come Kanem-Bornu....
In tempi più recenti, il Ciad fu sempre sottoposto all'influenza straniera. Divenuto, a partire dal Medioevo, crocevia dei commerci dei mercanti musulmani con le popolazioni locali, nel 1891 divenne colonia francese. Durante la seconda guerra mondiale, il Ciad fu la prima colonia francese ad unirsi agli alleati. L'indipendenza fu raggiunta, senza spargimenti di sangue, nel 1960. Il 20 Settembre dello stesso entra a far parte dell'ONU (fonte ONU).
Nel 1965, in seguito ad una ribellione del nord islamico contro la politica fiscale del governo, il paese precipitò in un lungo e sanguinoso conflitto, durato fino al 1996, anno della stesura della costituzione e dell'elezione di Idriss Déby alla presidenza.
La Libia invase il Ciad nel luglio 1975, col pretesto di aiutare Goukouni Oueddei a spodestare Hissène Habré dal potere. Occuparono una stretta striscia nella terra conosciuta come Striscia Aozou. La Francia e gli Stati Uniti risposero aiutando Habré, in un tentativo di contenere le ambizioni regionali della Libia sotto Muammar Gheddafi. La guerra si inasprì. Nel dicembre, 1980 la Libia occupò tutto il nord del Ciad, ma Habré sconfisse le truppe libiche e le guidò fuori nel Novembre 1981. Nel 1983, le truppe di Muammar Gheddafi occuparono tutto il nord del paese di Koro Toro. Gli Stati Uniti usarono una base clandestina in Ciad per addestrare i soldati libici catturati, che cercarono di organizzare in una forza anti Muammar Gheddafi. L'aiuto di Habrè dagli Usa e Francia lo aiutò a vincere la guerra contro la Libia. L'occupazione libica del nord di Koro Toro finì quando Habrè lo sconfisse nel 1987.
Il 23 dicembre 2005 il governo del Ciad dichiara lo stato di guerra contro il Sudan, che sarebbe colpevole di aggressioni di villaggi di frontiera fra le due nazioni.
Il Ciad è un paese senza sbocchi al mare nella zona centrale del nord Africa. Ha una supeficie di 1.284.000 chilometri quadrati. Ha 5.968 km di confine con il Camerun, la Repubblica Centrafricana, Niger, Nigeria e Sudan. Il Ciad ha quattro zone climatiche: vaste e aride pianure nel centro, deserto nel nord, montagne asciutte nel nord ovest, e pianure tropicali nel sud.
Solo il 3% del Ciad è coltivabile ma non vi sono aree con raccolti permanenti. I rischi ambientali in Ciad includono i venti caldi secchi e sabbiosi del nord (harmattan), siccità periodiche e la piaga delle locuste.
Il lago Ciad, che è situato tra Ciad e Camerun, era il secondo lago più grande dell'Africa ma si è ristretto drammaticamente negli ultimi due decenni e la sua superficie è ora il 10% di quanto fosse in precedenza.è uno dei laghi piu belli del mondo.
Più dei tre quarti della popolazione del Ciad risiede in zone rurali, principalmente a sud, zona non occupata dal deserto. Il Ciad ha quasi 10.000.000 abitanti.
Ci sono più di 200 gruppi etnici in Ciad. Attraverso le loro lunghe relazioni religiose e commerciali con il Sudan e l'Egitto, molte persone nell'est del Ciad e delle regioni centrali sono state più o meno arabizzate, parlano la lingua araba e stanno pure assumendo molte pratiche della cultura araba.
Il più largo gruppo etnico in Ciad, il cristiano/animista (popolo Sara) vive nel sud, compone solo il 20% della popolazione. Nel Ciad centrale, la gente è maggiormente nomade e si dedica alla pastorizia. I montanari del nord sono sparsi, principalmente la popolazione musulmana mista povera. Ciascuna società nel Ciad (più piccola che i gruppi descrtti sopra) ha sviluppato la propria religione, musica e folclore.
Musulmani (54%), cattolici (20%), protestanti (14%), animisti (7%).I musulmani sono principalmente a nord, i cristiani e gli animisti nel centro e nel sud.
Le chiese cristiani più grandi sono la Chiesa Cattolica Romana , le Assemblees Chretiennes del Ciad, la Chiesa Battista del Ciad e le Chiese Evangeliche del Ciad.
Il Ciad è una nazione diversa culturalmente. Tra le manifestazioni di questa diversità, è caratteristico l'enorme numero di lingue parlate. Sebbene la lingue ufficiali siano l'arabo ed il francese, ci sono più di 100 lingue tribali parlate.
Il sistema politico ciadiano è dominato da un forte esecutivo capeggiato dal presidente Idriss Déby, esponente del Movimento Patriottico della Salvezza. Déby salì al potere nel 1990 con un colpo di stato e poi fu eletto costituzionalmente nel 1996 e 2001, sebbene gli osservatori internazionali abbiano rilevato irregolarità nel processo elettorale. L'accesso alla carica di Presidente del Ciad fu limitato a due mandati fino a che Déby rimosse il divieto nel 2005. Il Presidente è eletto a suffragio universale dai maggiori di 18 anni. Il Presidente ha il potere di nominare il primo ministro (carica reintegrata dopo la rimozione di Habré) e il Consiglio di Stato (o gabinetto), ed esercita una considerevole influenza sulle nomine di giudici, generali, funzionari provinciali e dirigenti delle ditte parastatali del Ciad. La branca legislativa del Ciad consiste in una Assemblea nazionale unicamerale. Il ramo giudiziario consiste di una Suprema Corte, una Corte di Appello e una corte di magistrati.
L'economia del Ciad è principalmente agricola ma sta avanzando la raccolta di petrolio e condutture sviluppatosi all'inizio del 2000. Sopra l'80% della popolazione del Ciad continua a contare sull'agricoltura di sussistenza e immagazinaggio per la sopravvivenza. Cotone, bestiame e gomma arabica ha, fino di recente, provveduto a aumentare i guadagni dell'esportazione del Ciad, ma il Ciad iniziò l'esportazione di olio nel 2003 da tre giacimenti pretroliferi vicino Doba. È stato stimato che il reddito dal petrolio ha incrementato il reddito procapite del Ciad dal 40% nel 2004, e può raddoppiare nel 2005. L'economia del Ciad è stata lungamente handicappata dalla sua posizione geografica, comunicazioni interne povere, alti costi di energia, scarse risorse idriche ed una storia di instabilità. Fino ad ora, il Ciad ha contato sull'assistenza straniera e capitale straniero per molti settori per progetti di investimento pubblici e privati, ma il petrolio trasformerà le finanze del Governo.
Un consorzio, legato alla compagnia Exxon-Mobil (US), e con la participazione di Chevron-Texaco (US) e Petronas (Malesia), ha investito $3.7 miliardi di dollari per sviluppare le riserve di petrolio a 1 miliardo di barili (0.2 km&sup3) nel sud del Ciad, ed il Ciad è diventato un paese con la produzione di petrolio nel 2003, con il completamento delle condutture (finanziate in parte dalla Banca Mondiale) collegando i suoi giacimenti di petrolio del sud ai terminali sulla costa atlantica grazie al vicino Cameroon. Il Ciad spera di evitare lo spreco e la corruzione visto in altri paesi africani produttori di petrolio. Come una condizione della sua assistenza, la Banca Mondiale ha insistito su una nuova legge che richiede che l'80% dei redditi dal petrolio estratto sarà speso su progetti di sviluppo. Questa condizione è stata rimossa dalla stessa World Bank dopo che il presidente Deby aveva minacciato di chiudere i rubinetti di Elf ed EXXON, nel giugno 2006. Il dittatore appena riconfermato con elezioni indecorose aveva appena subito una ribellione guidata dal suo stesso gruppo etnico. La ribellione, repressa con l'aiuto di militari francesi, ha provocato ondate di profughi verso i paesi vicini. Questo non ha impedito ad EXXON, Elf, Banca Mondiale e Cina di accordarsi con la dittatura per il raddoppio delle estrazioni petrolifere.
Se la stabilità sarà mantenuta, la prospettiva per l'economia del Ciad è ora migliore di quanto non fosse mai stata. È risaputo che ulteriori riserve di petrolio esistono all'interno del paese, in aggiunta ai campi petroliferi già sfruttati.N'Djamena (IPA: [n'??m?n?], in arabo Nigamina ???????) è la capitale e la città più popolosa (721.000 abitanti nel 2005) del Ciad. Da un punto di vista amministrativo, il suo territorio costituisce anche una regione a statuto speciale, suddivisa in 10 arrondissement. Si trova sulle rive del fiume Chari, poco distante dalla confluenza di questo nel Logone, di fronte alla città di Kousséri (Camerun) alla quale è collegata da un ponte.
Strada di N'DjamenaL'economia della città è basata sul commercio; oltre al porto fluviale, ospita un importante mercato regionale in cui si vendono bestiame, sale, datteri, e cereali. La lavorazione della carne è l'industria principale.
N'Djamena venne fondata come Fort-Lamy dai francesi nel 1900. Il suo nome venne cambiato in "N'Djamena" nel 1973.
Nella città hanno sede scuole di amministrazione e di medicina veterinaria, e un aeroporto internazionale.

Repubblica Centrafricana

La Repubblica Centrafricana o Centrafrica (Ködörösêse tî Bêafrîka) è uno Stato dell'Africa Centrale. In passato fu una colonia francese con il nome di Ubangi-Shari, prese il suo nome attuale all'atto dell'indipendenza, nel 1960. Dopo tre tumultuosi decenni di malgoverno — principalmente da parte di governi militari — e la transizione di un governo civile nel 1993, nel 2002 è ripiombata nel caos di una guerra civile che non ha ancora visto una soluzione duratura. La capitale è Bangui. La repubblica confina a nord con il Ciad,ad est con il Sudan, a sud con la Repubblica Democratica del Congo e la Repubblica del Congo ed ad ovest con il Camerun.
La regione occupata dalla Repubblica Centrafricana è stata abitata fin da tempi antichissimi: vari ritrovamenti testimoniano l'esistenza di antiche civiltà anteriori alla nascita dell'Impero Egizio. Nella zona, si sono sovrapposti, nei secoli, vari regni e imperi, incluso l'Impero di Kanem-Bornu, il Regno di Ouaddai, il Regno di Baguirmi, e gruppi Fur stanziatisi nella regione attorno al Lago Ciad e lungo l'Alto Nilo. Più tardi, vari sultanati rivendicarono la regione dell'attuale Repubblica Centrafricana, utilizzando l'intera regione del Oubangui come una grande riserva di schiavi, dalla quale il gli schiavi erano trasportati e venduti nel Nord Africa attraverso il Sahara, soprattutto al mercato de Il Cairo. La migrazione di popolazioni nel diciottesimo e diciannovesimo secolo, portò nuove etnie nell'area, inclusi gli Zande, Banda, e Baya-Mandjia.
Nel 1875 il sultano del Sudan Rabih az-Zubayr, governò l'Alto-Oubangui, che includeva l'attuale Repubblica Centrafricana. Gli Europei, Francesi, e Belgi, arrivarono nell'area nel 1885. I Francesi consolidarono le loro rivendicazioni "legali" nell'area mediante una convenzione del 1887 con lo Stato Libero del Congo, il quale garantì alla Francia il possesso della rive destra del Fiume Oubangui. Due anni più tardi, i Francesi stabilirono un avamposto a Bangui, e nel 1894, l'Oubangui-Chari divenne un territorio Francese. I Francesi consolidarono controllo dell'area solo nel 1903, dopo aver sconfitto le forze di Rabih nella battaglia di Kousséri, e stabilito un'amministrazione coloniale in tutto il territorio. Nel 1906, il territorio del Oubangui-Chari fu unificato con la colonia del Ciad; nel 1910 divenne uno dei quattro territori della Federazione dell'Africa Equatoriale Francese (A.E.F). Ben presto il governo francese, iniziò lo sfruttamento sistematico del territorio cedendone, praticamente, la gestione a compagnie private, in cambio di una notevole percentuale sui profitti. Per questo, i successivi trent'anni furono segnati da rivolte su piccola scala contro il dominio delle compagnie e lo sviluppo di un'economia basata sulle piantagioni di cotone e le miniere di diamanti, dove la popolazione veniva spesso obbligata a lavorare senza alcun tipo di garanzia e retribuzione. I momenti di ribellione, furono, tuttavia, sempre repressi nel sangue e non ebbero praticamente effetti.
Nell'Agosto del 1940, il territorio rispose, con il resto della A.E.F., alla chiamata del Generale Charles de Gaulle a combattere per la Francia Libera. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, con l'isituzione dell'Unione Francese nel 1946 si ebbe la prima di una serie di riforme che portarono finalmente alla completa indipendenza di tutti i territori Francesi nell'Africa occidentale e equatoriale. Nel 1946, tutti gli abitanti della A.E.F. si videro garantita la cittadinanza Francese e il permesso di istituire assemblee locali. La nascita dell'assemblea nella Repubblica Centrafricana fu fortemente voluta da Barthélemy Boganda, un prete Cattolico leader del Mouvement d'Evolution Sociale de l'Afrique Noire (praticamente il primo partito politico del paese), che fu conosciuto anche per le sue dichiarazioni sincere nelle assemblee Francesi nel bisogno di un'emancipazione per l'Africa. Nel 1956 la legislazione Francese eliminò alcune diseguaglianze e provvide alla creazione di alcuni organi per l'auto governo in ogni territorio dell'A.E.F..
Il referendum costituzionale Francese del Settembre 1956 portò all'approvazione della nuova Costituzione, che entrò in vigore nel 1958, portando la dissoluzione l'A.E.F. e la nascita della Comunità Francese. L'1 dicembre del 1958 l'Assemblea dichiarò, infatti, la nascita della Repubblica Centrafricana all'interno della Comunità e con Boganda come capo del governo. Il governo di Boganda durò fino alla sua morte avvenuta in un misterioso incidente aereo nel Marzo 1959. Suo cugino, David Dacko, lo rimpiazzò e condusse la Repubblica Centrafricana alla completa indipendenza con la dichiarazione del 13 agosto 1960. Dopo un violento scontro di potere col rivale Abel Goumba, risoltosi con l'arresto di quest'ultimo, David Dacko impose un regime monopartitico nel 1962 e governò il Paese fino al 1965, con mano pesante e mettendone in ginocchio l'economia.
Il 31 Dicembre 1965, il regime di Dacko venne rovesciato da un colpo di stato condotto dal colonnello Jean-Bédel Bokassa, che sospese subito la costituzione e sciolse il parlamento. Il nuovo uomo forte non portò miglioramenti alla situazione del paese, anzi si produsse in una politica fortemente repressiva e autocelebrativa che lo portarono ad autodichiararsi presidente a vita nel 1972 e imperatore del risorto Impero Centrafricano nel 1976 col nome di Bokassa I. Aiutato economicamente dalla Francia che mirava a mantenere saldi i suoi interessi economici nella regione (le riserve di caccia grossa ai confini col Sudan e le miniere di Uranio a Bakouma), Bokassa portò il paese sull'orlo del disastro economico, a causa dello sperpero di denaro, speso in progetti in gran parte miranti ad aumentare il proprio prestigio personale. Solo per l'incoronazione ad imperatore avvenuta il 4 Dicembre 1976, e snobbata da quasi tutto il mondo, Bokassa spese quasi 20 milioni di dollari. La fine di Bokassa arrivò nel 1979, quando i francesi, approfittando di un suo viaggio in Libia, restaurarono la presidenza Dacko, con un altro colpo di stato. A sua volta, Dacko venne esautorato da un ennesimo colpo di stato dal Generale André Kolingba il 1 Settembre del 1981. Kolingba sospese tutte le garanzie costituzionali e diede vita ad una giunta militare che governò il paese col pugno di ferro fino al 1985.
Nel 1986 Kolingba introdusse una nuova costituzione, approvata con un referendum plebiscitario nello stesso anno, fondò un nuovo partito ( Rassemblement Démocratique Centrafricain - RDC) di cui divenne leader e indisse elezioni parlamentari nel 1987 e municipali nel 1988. Tuttavia, la credibilità di queste elezioni venne minata dall'esclusione dei due maggiori partiti di opposizione (guidati da Abel Goumba e da Ange-Félix Patassé), ai quali venne vietata la partecipazione alle consultazioni elettorali.
Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1990, un forte movimento democratico prese vita, portando alla richiesta di convocazione di una Conferenza Nazionale, fatta da 253 eminenti personalità del paese firmatari di una lettera aperta nel Maggio del 1990. La richiesta venne rifutata da Kolingba che fece, anzi, imprigionare parecchi dissidenti. Pressioni internazionali dagli USA, cautamente, dalla Francia e da un gruppo di rappresentanti di paesi e compagnie operanti localmente denominata GIBAFOR (composta da Francia, USA, Germania, Giappone, UE, Banca Mondiale e ONU), spinsero finalmente Kolingba ad accettare, nel principio, la convocazione di nuove libere elezioni nell'ottobre 1992, sotto il controllo dell'Agenzia dell'ONU preposta allo scopo. Tuttavia, con la scusa di presunte irregolarità, Kolingba sospese il risultato delle elezioni e con questo pretesto riprese in mano il potere. Le pressioni del GIBAFOR, comunque, si fecero molto intense e lo portarono, infine ad accettare la nascita di un Consiglio Nazionale Politico Provvisorio della Repubblica (onseil National Politique Provisoire de la République - CNPPR) e di una Commissione Elettorale Mista che includeva rappresentanti di tutte le formazioni politiche. Le elezioni si tennero, infine, nel 1993, sempre sotto controllo della comunità internazionale, e vide Ange-Félix Patassé primeggiare nella prima tornata delle presidenziali davanti ad Abel Goumba, David Dacko e lo stesso Kolingba. Al secondo turno, Patassé vinse col 52,5% contro il 45,6% dello sfidante Goumba.
La vittoria del partito di Patassé, il Movimento per la Liberazione del Popolo Centrafricano (Mouvement pour la Libération du Peuple Centrafricain - MLPC), non gli portò, tuttavia, la maggioranza assoluta e Patassé dovette cercare una coalizione per dar vita al governo. Patassé iniziò ben presto un'intensa opera di epurazione negli apparati statali centrafricani. Degradò ed espulse Kolingba dall'esercito, incriminò buona parte dei vecchi ministri, licenziò parecchi funzionari ministeriali di etnia Yakoma (fedele a Kolingba) e ancor più funzionari statali che ricoprivano incarichi importanti e lucrosi. Epurazioni colpirono pure la Guardia Presidenziale dove 200 militari vennero rispediti a casa o passati nelle file dell'esercito. Il partito di Kolingba, denunciò, per questo, la politica di Patassé come razzista nei confornti degli Yakoma.
La nuova Costituzione approvata il 28 Dicembre 1994 e promulgata il 14 Gennaio 1995, non servì a garantire le libertà politiche e civili. Tra il 1996 e il 1997, tre diverse rivolte popolari portarono alla luce la crescente diffidenza nei confronti del governo di Patassé, durante le quali il paese visse momenti di violenza e forti tensioni interetniche. Il 25 Gennaio 1997, gli accordi di pace firmati a Bangui, portarono al dispiegamento di una forza di interposizione composta da forze militari di paesi africani, denominata Missione Interafricana di Sorveglianza degli Accordi di Bangui (Mission Interafricaine de Surveillance des Accords de Bangui - MISAB). Mediatore di tutta l'operazione fu l'ex Presidente del vicno Mali, Amadou Touré, che permise l'ingresso di ex-rivoltosi dentro il governo. La missione MISAB venne poi rilevata da una missione di pace ONU denominata Missione ONU nella RCA (Mission des Nations Unies en en Republique Centrafricaine - MINURCA).
Le elezioni parlamentari del 1998, videro una forte espansione del partito dell'ex presidente Kolingba (RDC) che vinse 20 dei 109 seggi. Tuttavia, nel 1999, nonostante il forte malcontento delle popolazioni urbane avverse alla conduzione clienterale e corrotta del suo precedente governo, Patassé vinse ancora una volta le presidenziali, diventando presidente per un secondo mandato. Un infruttuoso colpo di stato venne tentato il 28 Maggio 2001, quando ribelli occuparono le principali strutture strategiche della capitale. Il capo di stato maggiore Abel Abrou ed il Generale N'Djadder Bedaya furono assassinati, ma Patassé ebbe partita vinta sulle truppe ribelli, grazie all'aiuto di truppe guidate dal congolese Jean-Pierre Bemba e provenienti dalla vicina Repubblica Democratica del Congo e di truppe libiche. Al termine dei combattimenti, le truppe fedeli a Patassé si resero responsabili di una feroce campagna di vendetta che si risolse in una serie generalizzata di violenze contro la popolazione, con case bruciate, torture ed assassinii di vari oppositori. Il paese divenne, così, una sorta di terra di nessuno, in quanto l'esercito era ormai sgretolato e le truppe straniere come quelle ribelli, facevano il bello e il cattivo tempo, razziando e rapinando la popolazione civile. Patassé costrinse, poi, il generale François Bozizé a riparare in Ciad, in quanto sospettato di tramare un altro colpo di stato ai suoi danni. Il generale portò nel paese parecchie truppe fedeli e il 25 Ottobre 2002, sferrò un attacco improvviso contro Patassé che, in quel momento, si trovava all'estero. Le truppe libiche e i mercenari di Bemba non riuscirono ad arginare l'attacco e Bozizé prese il controllo del paese nelle sue mani esautorando Patassé.
Bozizé sospese la costituzione e nominò un nuovo gabinetto di governo in cui figuravano parecchi membri dei partiti di opposizione. Abel Goumba, chiamato Mr. Clean per la sua aura di incorruttibilità, venne nominato vice-presidente, dando così un'immagine credibile al nuovo governo. Bozizé convocò, quindi, un Consiglio Nazionale di Transizione su una larga base rappresentativa che doveva portare alla scrittura di una nuova costituzione e annunciò che si sarebbe ritirato e candidato per regolari elezioni una volta approvata questa nuova costituzione. Una conferenza di riconciliazione si tenne dal 15 settembre al 27 Ottobre 2003 e Bozizé vinse le elezioni del Maggio 2005, ritenute valide dalla comunità internazionale, battendo Patassé.
Il territorio della Repubblica Centrafricana è costituito da un altopiano sul quale si innalzano isolati gruppi montuosi a nord-est e a nord-ovest. L'altopiano separa il bacino idrografico del Lago Ciad, a nord, da quello del fiume Congo, a sud.
Le regioni occidentali sono molto più popolate di quelle orientali. La popolazione vive in prevalenza in villaggi, ma negli ultimi anni il tasso di urbanizzazione ha superato il 40%Dopo l'indipendenza (1960), il paese ha sperimentato diverse forme di governo, che lo hanno lasciato in una condizione economica e sociale di forte arretratezza. Circa l'80% della popolazione attiva si dedica all'agricoltura, che produce cereali e manioca per l'autoconsumo, e cotone e caffè per l'esportazione.
Il settore primario occupa circa l'80% della popolazione attiva, ma l'area coltivata corrisponde a poco più del 3% di quella totale del paese. L'allevamento ovino, caprino e bovino (quest'ultimo è il più sviluppato) può contare sui pascoli, che coprono il 5% del territorio. L'energia idroelettrica costituisce senza dubbio la maggior tipologia di energia prodotta, e proviene in gran parte dalle cascate di Boali. L'artigianato, particolarmente attivo in molti centri, è una buona fonte di reddito ed alimenta una discreta parte del commercio interno.
Nel sottosuolo vi sono riserve di diamanti, uranio, oro e ferro. L'industria è poco sviluppata, ed i pochi stabilimenti presenti si occupano soprattutto di lavorare i prodotti agricoli; stanno avendo un certo sviluppo gli impianti di montaggio delle automobili. Le esportazioni sono dirette prevalentemente verso Lussemburgo, Francia, Belgio, Germania, Italia, Giappone. Riguardo le importazioni, la Repubblica Centrafricana acquista all'estero soprattutto idrocarburi, macchinari, materie plastiche, prodotti chimici e tessili. I trasporti sono arretrati; in particolare, la rete stradale versa in pessime condizioni, visto che solo una percentuale assai bassa di strade è asfaltata.
Il PIL è molto basso; dicasi lo stesso per l'Indice di Sviluppo Umano, che ha fatto registrare una drammatica discesa. Le condizioni della popolazione sono infatti molto difficili: malaria e lebbra mietono numerose vittime, e la mortalità infantile è tra le più alte del mondo. La fuga dalle campagne ha fatto sviluppare rapidamente i maggiori centri urbani, ma la qualità della vita della popolazione è rimasta problematica. Il 40% degli abitanti vive attualmente in aree urbane. Il preoccupante analfabetismo, che tocca il 51,4% della popolazione, è una piaga notevole perché impedisce la costituzione di una buona classe dirigente.
Bangui è una città di 596.776 abitanti, capitale della Repubblica Centrafricana, a 402 m s.m., sul fiume Oubangui, di fronte alla città di Zongo, nella Repubblica Democratica del Congo. Fu fondata nel 1889 e crebbe velocemente fino a diventare centro amministratico della colonia francese del CAR, nell'Africa Equatoriale Francese. Divenne capitale della Repubblica Centrafricana nel 1958, alla sua indipendenza. Oggi la città è un importante mercato agricolo (cotone e caucciù) e del bestiame ed ospita gran parte delle modeste industrie del Paese. Dal suo porto fluviale, costruito nel 1943, transitano tutte le merci in entrata ed uscita dalla Repubblica Centrafricana e dal Ciad (esportazione di cotone, caffè e legname; importazione di prodotti petroliferi, materiale da costruzione e sale). Bangui è collegata, tramite rotabili, a N'djamena e a Douala, mentre è modesto l'aeroporto internazionale di Bangui M'Poko.

Repubblica Ceca

La Repubblica Ceca, detta anche Cechia o Cekia (in ceco Ceská republika o Cesko), è uno stato dell'Europa centro-orientale che confina a sud-est con la Slovacchia, a sud con Austria, a ovest con la Germania e a nord con la Polonia. La sua capitale è Praga. È formata storicamente da tre grandi regioni: Boemia (ovest), Moravia (est) e Slesia (divisa con la Polonia). La Repubblica Ceca e la Slovacchia, sono nate il 1º gennaio 1993 dalla divisione pacifica, detta anche Rivoluzione di velluto, della Cecoslovacchia, che già dal 1990 aveva assunto il nome di Repubblica Federativa Ceca e Slovacca. Al contrario di come spesso accade in stati da poco giunti all'indipendenza, è importante sottolineare come gli slovacchi non abbiano nessun risentimento contro gli ex-compatrioti. Fa parte della NATO e dell'Unione europea.
Nel VI secolo le tribù slave diedero vita al primo stato indipendente dell'Europa centrale, l'Impero di Samo; attorno alla fine dell'VIII secolo i cechi si costituiscono come feudo con l'investitura ricevuta da Carlo Magno, come ricompensa per l'intervento conferito nella campagna contro gli Avari.
Nell'anno 830, l'impero della Grande Moravia (Velkomoravská ríše) venne fondato dal condottiero Mojmír. Successivamente, l'impero si estese fino a Boemia, Slesia e l'attuale Slovacchia. Il successore di Mojmir, Rostislav, continua l'attività di cristianizzazione con l'aiuto dei due fratelli Santi Cirillo e Metodio. L'impero della Grande Moravia crollò in seguito all'invasione degli Ungari del 907.
Nel contempo, esiste un Regno di Boemia, fondato nell'871 da Borivoj I Premyslid. Esso, ridotto a ducato del Sacro Romano Impero Germanico, ritornò ad essere un regno nel 1085, quando Vratislav II fu incoronato primo Re della Boemia, rimanendo però, sotto la giurisdizione del Re di Germania. All'epoca di riduzione del regno a ducato, però il duca riceve il titolo di elettore imperiale.
Il titolo regio boemo divenne ereditario nel 1212 con la Bolla di Sicilia, che sancì la definitiva unione di Boemia e Moravia. Ciononostante, il Regno, seppure indipendente, continuò a trovarsi nella sfera d'influenza dell'Impero. Il regno di Boemia, ebbe una notevole influenza nell'Europa centrale. La dinastia dei Premyslidi si estinse nel 1306 con la morte del suo ultimo membro, Venceslao III.
Nel XIV secolo il trono di Boemia passò a Giovanni di Lussemburgo che regnò dal 1310 al 1346. Nel 1346, salì al trono Carlo IV, sotto il quale il regno di Boemia raggiunse il suo apogeo. Nel 1355 Carlo IV venne incoronato imperatore del Sacro Romano Impero e di conseguenza il regno di Boemia venne integrato nell'Impero. L'influenza giuridico-culturale di Carlo IV fu notevole, se si pensa che a lui è dovuta la fondazione dell'Università Carolina di Praga. Tuttavia il regno preferì sempre disciplinarsi con il proprio diritto nazionale piuttosto che col diritto romano giustinianeo insegnato all'università.
Il XV secolo fu contrassegnato dai conflitti tra i protestanti e la Chiesa Cattolica di Roma. All'inizio del 1400 un movimento religioso riformista fu iniziato e condotto dal sacerdote e rettore dell'università Jan Hus. La dottrina predicata da Hus fu considerata eretica dalla Chiesa ed il sacerdote fu mandato al rogo nel 1415. La morte di Jan Hus diede avvio ad un movimento di protesta condotto dai suoi seguaci, gli hussiti; il successo di questa dottrina comportò una maggiore indipendenza del Regno dall'Impero e dal Papato. Nel 1419 ebbe luogo la prima Defenestrazione di Praga durante la quale gli hussiti gettarono sette consiglieri imperiali dalle finestre del municipio di Praga. Questo provocò lo scoppio delle guerre hussite, che imperversarono per tutto il paese dal 1420 al 1434. Il conflitto cessò dopo il raggiungimento di un accordo tra la Chiesa di Roma e gli hussiti. Dopo circa un ventennio di interregno, nel 1458, gli hussiti elessero un protestante, Giorgio da Podebrady. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1471, sul trono di Boemia salì, la dinastia polacca dei Jagellone, che regnò sulla Boemia dal 1490 al 1526.
Nel 1526 la nobiltà boema elesse suo Re Ferdinando I d'Asburgo, passando sotto l'influenza degli Asburgo d'Austria e diventando cosi parte integrante del territorio dell'Austria-Ungheria per quattro secoli. La sede del potere fu trasferita da Praga a Vienna.
Il Sacro Romano Imperatore Rodolfo II d'Asburgo, successore di Ferdinando I, fu incoronato re della Boemia nel 1576 e riportò la corte imperiale a Praga nel 1583, restituendo alla città il suo antico ruolo di capitale.
Il Sacro Romano Imperatore Mattia d'Asburgo cercò di privare i protestanti boemi delle libertà che erano loro rimaste, imponendo come re alla Boemia (in prevalenza protestante) il cattolico Ferdinando II. Ciò portò ad una nuova insurrezione dei protestanti, che iniziò con la Seconda Defenestrazione di Praga nel 1618. Tale episodio fu l'evento scatenante della Guerra dei Trent'Anni. Nel 1619 Ferdinando II, duca di Stiria, venne eletto nuovo sovrano del Sacro Romano Impero. L'8 novembre 1620 si svolse presso Praga la battaglia della Montagna Bianca, che pose fine alla rivolta protestante e che venne poi seguita da una repressione dei protestanti e della coscienza nazionale.
La Boemia e la Moravia furono scisse in due province distinte da Maria Teresa d'Asburgo nel 1749.
Nel nuovo assetto europeo conseguente al crollo dell'Impero austriaco causato dalla prima guerra mondiale, nacque la repubblica indipendente della Cecoslovacchia nel 1918. La Cecoslovacchia nata dalle ceneri dell'Impero austroungarico aveva un consistente sviluppo territoriale, ed era costituita da cinque macroregioni : la Boemia, la Slovacchia, la Moravia, la Slesia ceca e la Rutenia Subcarpatica. Il periodo tra le due guerre vide il fiorire di uno straordinario sviluppo industriale, agricolo, commerciale ed artistico della nuova Cecoslovacchia. Le lingue parlate erano più d'una : il ceco in Boemia e Moravia e gran parte della Slesia, lo slovacco in Slovacchia, il ruteno nella Rutenia subcarpatica; C'erano inoltre consistenti minoranze magiare ed una numerosa minoranza tedesca, i Sudeti. Ciò avrebbe condotto alla dissoluzione della Cecoslovacchia quando la Germania annesse con successo la minoranza con la Conferenza di Monaco in Baviera nel 1938. La Slovacchia proclamò l'indipendenza il 14 marzo 1939 con l'aiuto dei tedeschi, diventando uno stato satellite (detto Prima repubblica slovacca) controllato da Hitler. Quello che rimaneva della Cecoslovacchia, la Boemia e la Moravia, divennero protettorato della Germania e furono occupate di fatto dalle truppe tedesche.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la Cecoslovacchia venne ricostituita come repubblica socialista ed entrò sotto la sfera di influenza sovietica. Lo stato venne privato della Rutenia subcarpatica, che fu aggregata all'Ucraina, e divenne una federazione delle due repubbliche, dette Repubblica Socialista Ceca e Repubblica Socialista Slovacca. Nel 1968 ci fu l'invasione dalle truppe del Patto di Varsavia, che pose fine agli sforzi di Alexander Dubcek e del partito comunista per creare un socialismo dal "volto umano" durante la Primavera di Praga. Nel 1989, la Cecoslovacchia ha riconquistato la propria "libertà" con "la Rivoluzione di velluto" avvenuta in modo pacifico.
Il 1 gennaio 1993, il paese si è diviso pacificamente in due, generando la "Repubblica Ceca" comprendente la Boemia , la Moravia e la Slesia ceca, e la indipendente Repubblica di Slovacchia. La Cecoslovacchia era uno dei 51 stati che nel 1945 diedero vita all'ONU. Con la dissoluzione della Cecoslovacchia, la Repubblica Ceca ha aderito alle Nazioni Unite nel 1993.
La Repubblica Ceca è una repubblica di tipo parlamentare e multipartitico.
Il parlamento è bicamerale. La Camera bassa dei rappresentanti (Poslanecká snemovna) è composta da 200 rappresentanti eletti per 4 anni con un sistema proporzionale basato su una suddivisione in quattordici circoscrizioni con soglia di sbarramento al 5% dei voti validi. La camera alta, il Senato (Senàt), è composta da 81 senatori, eletti con sistema maggioritario uninominale a doppio turno: il primo turno richiede la maggioranza assoluta, il secondo richiede la maggioranza semplice tra i primi due candidati. Il Senato viene rinnovato ogni due anni di un terzo dei suoi membri.
Il Capo dello stato viene eletto con un mandato di 5 anni dal parlamento in seduta comune. Al Presidente della Repubblica sono assegnati specifici poteri quali:
nominare i giudici della corte costituzionale, sciogliere il parlamento in determinate circostanze, porre il veto sulle leggi votate dal parlamento, nominare il primo ministro tenendo conto del risultato delle elezioni politiche e, su proposta di quest'ultimo, nominare gli altri membri del governo. Il primo ministro dirige la politica interna ed estera. Il governo dopo che è stato nominato dal presidente deve ottenere la fiducia dal parlamento.
La più alta Corte d'Appello del paese è la Corte suprema.
La Corte costituzionale è garante della costituzione ed i suoi quindici membri, nominati dal Presidente della Repubblica, restano in carica per dieci anni non rinnovabili.
Praga (Praha in ceco, in IPA: ['pra?a]) è la capitale e la più grande città della Repubblica Ceca.
Situata sul fiume Moldava (Vltava), conta approssimativamente 1,2 milioni di abitanti.
Tra i numerosi soprannomi di Praga ricordiamo: "La città dorata", "La Parigi degli anni venti negli anni novanta", "La città delle cento torri", "La madre di tutte le città" e "Il cuore d'Europa".
Il clima della città è nettamente continentale con inverni lunghi e rigidi e abbondanti nevicate (60-70cm) che iniziano solitamente da metà Novembre. Le mezze stagioni sono piovose e le estati gradevoli, con temperature massime attorno ai 32-34°C.
Attualmente la moneta utilizzata a Praga è la Corona Ceca, in attesa che il Paese entri nell'area Euro. il cambio attuale (estate 2008) è di 1,00 euro a 24,00 corone ceche.
Il 6 maggio 1757 nei pressi della città si svolse la Battaglia di Praga che vide fronteggiarsi gli eserciti prussiano, guidato dallo stesso re Federico II di Prussia, e quello austriaco, guidato dal principe Carlo Alessandro di Lorena. La vittoria arrise ai prussiani, che posero la città in stato di assedio ma non riuscirono a conquistarla; nel luglio dello stesso anno dovettero togliere l'assedio a causa della sconfitta subita a Kolin.
Le quattro città indipendenti che precedentemente formavano Praga, vennero proclamate come unica città nel 1784.
Panorama di Praga con il Ponte CarloLa città di Praga conserva all'interno della Cattedrale di San Vito le più importanti reliquie della nazione, ovvero le spoglie mortali di San Giovanni Nepomuceno, martire del sigillo sacramentale della confessione e patrono della Boemia.
Queste quattro città erano Hradcany (il Castello, a ovest della Moldava), Malá Strana (ovvero il Piccolo Quartiere nell'area a sud del Castello), Staré Mesto (la Città Vecchia, sulla riva orientale opposta al Castello) e Nové Mesto (la Città Nuova, a sud-est). La città subì un'ulteriore espansione con l'annessione di Josefov (il quartiere ebraico) nel 1850 e Vyšehrad nel 1883.
Agli inizi del 1922, altre 37 municipalità vennero incorporate, portando la popolazione a 676.000 unità. La maggior parte dei 50.000 ebrei di Praga morirono a causa del genocidio nazista durante la seconda guerra mondiale.
Città vecchia di nottePraga ha sofferto una grossa inondazione causata dalla Moldava nel mese di Agosto dell'estate del 2002, durante la quale parti della città sono state evacuate. L'inondazione ha causato molti danni, ma fortunatamente senza distruggere nessuna delle bellezze principali. La reazione della città a questa terribile disgrazia è stata tanto veloce quanto intelligente: innanzitutto dopo un solo anno quasi tutte le zone colpite sono state ristrutturate e in contemporanea è stato progettato e realizzato un piano di emergenza mirato ad evitare il ripetersi di una simile o peggiore catastrofe: la pavimentazione adiacente gli argini del fiume nei pressi della "Città Vecchia" è stata predisposta in modo tale da poter, in caso di necessità, erigere dinamicamente e rapidamente delle grosse lastre molto alte e concatenabili affinché possa venire salvaguardato e protetto da una seconda eventuale inondazione tutto l'immenso patrimonio storico e artistico che il cuore della "Città Vecchia" custodisce, contenendo un ipotetico straordinario straripamento del fiume.
Praga è una nota città turistica, visitata annualmente da circa 6.000.000 di persone. Ci sono molte case antiche, alcune delle quali con splendidi murali. Contiene una delle più variegate collezioni di architettura del mondo, dall'art nouveau al barocco, cubismo, gotico, neoclassico e ultramoderno. Tra le principali attrazioni turistiche troviamo Staré Mesto, alcuni luoghi legati a Franz Kafka, Malá Strana, Hradcany con la Cattedrale di San Vito, il Ponte Carlo (Karluv most), il Muro di Lennon, il vecchio cimitero ebraico e il quartiere di Nove Mesto con il suo municipio, Novomestská radnice.
Il Prodotto Interno pro capite di Praga è più che doppio rispetto a quello dell'intera Repubblica Ceca, essendo pari a €32'357 (circa 898,000 Kc.), dati del 2002, corrispondente al 153% della media dell'Unione Europea. La città si sta inoltre affermando come sede di direzioni europee di numerose compagnie multinazionali.
Dalla fine degli anni novanta Praga è diventata un'apprezzata location cinematografica per produzioni internazionali e, in particolare, hollywoodiane. Differentemente da altre città d'Europa, infatti, Praga non ha subito gravi danni durante la Seconda Guerra Mondiale, ed è dunque stata utilizzata anche per riprodurre altre città europee in periodi precedenti la guerra, tra cui Amsterdam e Londra. Una combinazione di architettura, bassi costi, sgravi fiscali e di preesistenti infrastrutture cinematografiche ha reso la città attraente per le compagnie di produzione cinematografica internazionali.
Praga è dotata di uno dei migliori sistemi di trasporto pubblico d'Europa. L'efficienza e la completezza del servizio sono ammirabili, specialmente se rapportati con gli attuali standard medi italiani. La metropolitana, i tram e gli autobus sono utilizzati regolarmente dai due terzi della popolazione cittadina e servono la maggior parte della città e la periferia. Hanno una capillarità ed una precisione notevole. Questo rende sia l'utilizzo dell'automobile quasi inutile sia l'ambiente migliore. L'infrastruttura dei trasporti pubblici consiste di tre linee sotterranee della metropolitana per un totale di circa 55 stazioni, oltre a parecchie linee di tram sia diurni che notturni, incluso il famoso "tram nostalgico" numero 91, supportate da autobus, due stazioni ferroviarie internazionali (la stazione centrale e quella di Holešovice) ed altre due nazionali, una funicolare per la collina di Petrin, una seggiovia presso lo zoo di Praga e tre linee di traghetti che navigano la Moldava. Tutti questi servizi hanno in comune un solo ed unico sistema di biglietto integrato del costo di Euro 1,00 circa per un singolo viaggio nel periodo 2008-2009.
Praga è servita dal Ruzyne International Airport, che è l'hub della compagnia di bandiera, CSA Czech Airlines.

Capo verde

Capo Verde (in portoghese: Cabo Verde) è un arcipelago di dieci isole di origine vulcanica, situato a non più di 500 km dalle coste senegalesi nell'Oceano Atlantico settentrionale, al largo dell'Africa Occidentale. Il patrimonio naturale di questo arcipelago - costituito da un alternarsi di spiagge bianche incontaminate, deserti e valli verdissime è stato solo di recente scoperto dagli operatori internazionali che hanno aperto le porte di Capo Verde al turismo.
"Capo Verde" prende il nome da Cap-Vert, nell'odierno Senegal, il punto più occidentale dell'Africa.
Nel 1456 Antonio e Bartolomeo da Noli, navigatori nolesi al servizio del Portogallo, sbarcano nelle Isole di Capo Verde. Le isole furono ufficialmente descritte come disabitate. Valutando i venti dominanti e le correnti oceaniche nella regione, si può supporre che le isole possano essere state visitate dai Mori o da pescatori Wolof, Serer o anche Lebu, della costa della Guinea. La tradizione suggerisce inoltre la visita degli Arabi o dei Fenici secoli prima dell’arrivo degli Europei. L’esploratore portoghese Jaime Cortesão narra la storia della visita degli Arabi ad un’isola chiamata "Aulil" o "Ulil", dove veniva estratto il sale da saline naturali.
Sette anni più tardi sull'isola di São Tiago fu fondata Ribeira Grande (ora Cidade Velha).
Capoverde era anche una base perfetta per la partenza delle navi in Europa e America, e divenne perciò un centro molto importante per il commercio degli schiavi africani.
Questo periodo di agiatezza non durò a lungo. Nel 1747, infatti, l'arcipelago venne colpito dalla prima delle numerose siccità alla presenza della quale, il governo portoghese rimase impassibile e non inviò alcun aiuto. Il declino della tratta degli schiavi segnò inoltre un'altra battuta d'arresto per l'economia, portando così, nel XIX secolo, ad una violenta emigrazione degli abitanti di Capo Verde verso il New England.
Nel 1975, Capo Verde ottenne finalmente l'indipendenza dai lusitani, ed il PAIGC prese il governo sia nella Guinea Bissau che a Capo Verde. In entrambi i paesi si discusse sull'opportunità di unificare i due paesi sino al 1980, quando a seguito di un colpo di stato nella Guinea Bissau, i capoverdiani si separano dal PAIGC e fondano nel principio del 1981 il PAICV,(Partido Africano da Independência de Cabo Verde).
Risalgono al 1991 le prime elezioni democratiche, Carlos Wahnon Veiga del MpD (Movimento para a Democracia) viene eletto Primo Ministro.
Nel 1997 un altro periodo di siccità distrusse più dell'80% dei raccolti e il governo, nel giugno del 2002, chiese aiuto all'agenzia delle Nazioni Unite (ONU) per l'alimentazione mondiale (World Food Programme) denunciando la drammatica scarsità dell'ultimo raccolto.
Adesso molti investimenti sono destinati al turismo e alla creazione delle infrastrutture necessarie, ma verranno finanziati anche interventi per l'agricoltura, il turismo ed i progetti socio-sanitari.
Nel giugno del 2007 viene escluso dalla lista dei Paesi Meno Sviluppati (LDC) stilata dall'ONU, è il secondo paese dei 50 originali a riuscire ad uscire da questa classifica, Il primo era stato nel 1994 il Botswana.
Il clima a Capo Verde è di tipo tropicale secco, con una temperatura media che oscilla intorno ai 26°; l’escursione termica non supera mai i 10°, mentre in mare la temperatura oscilla fra i 21° e i 26°.
Nelle isole montuose come Santiago, Santo Antão, São Nicolau e Fogo il sole domina quasi tutto l’anno, mentre il periodo delle piogge va da agosto ad ottobre. Boa Vista, Sal e Maio, offrono invece un clima più secco, dovuto ai venti caldi provenienti dal Sahara.
Di seguito sono riportate le Condizioni meteo medieLa popolazione di Capo Verde con il passare dei secoli si è mescolata (africani, europei), creando un popolo del tutto a sé stante che non ha eguali in Africa il creoloLa lingua ufficiale dello Stato è il portoghese, ma molto diffuso è il creolo capoverdiano una lingua creola derivata dal portoghese.
Lo stato-arcipelago di Capo Verde è amministrativamente suddiviso in contee (concelhos in portoghese). Le contee sono a loro volta suddivise in parrocchie (freguesias).[1] In alcuni contesti, probabilmente per motivi storici, le contee sono chiamate municipi (municípios in portoghese, munisipiu in creolo capoverdiano).
Le contee sono classificate in due distretti, corrispondenti ai sotto-arcipelaghi di Barlavento e Sotavento; questa suddivisione non ha però un significato amministrativo specificoL'isolamento di questo arcipelago, che si trova a circa 500 chilometri dalle coste dell'Africa, ha comportato che si siano sviluppate diverse specie endemiche, molte delle quali soffrono ora lo sviluppo della presenza umana. Tra gli uccelli di origine endemica si cita l'Apodidae di Capo Verde, l'Alauda razae e l'Acrocephalus brevipennis dei passeriforme, oltre al Passero di Capo Verde. Tra i rettili si trova il Geco gigante di Capo Verde(Tarentola gigas).
Charles Darwin ha descritto la geologia, il clima, la fauna e la flora delle isole nel primo capitolo del suo libro Il viaggio del Beagle (The Voyage of the Beagle). Inserirequilaformula
Praia è la capitale di Capo Verde e della contea omonima. Si trova sull'isola di Santiago, nell'arcipelago di Sotavento. Il nome "Praia" significa "spiaggia" in portoghese e in diverse lingue creole di Capo Verde.
Con una popolazione di poco più di 100.000 abitanti (dato del 2001), Praia è la più grande città di Capo Verde. Rappresenta anche il principale polo commerciale, portuale e turistico e ospita uno dei due aeroporti internazionali del paese.
A Praia si parla una lingua creola chiamata crioulo de Santiago ("creolo di Santiago").
Il centro della città è situato su un piccolo altopiano e per questo motivo prende il nome di Platô. Le principali località nella zona circostante sono Cidade Velha, Porto Gouveia, Porto Mosquito, Santa Ana.Il porto di Praia rappresenta uno snodo fondamentale per l'economia di Capo Verde. Viene usato per l'esportazione di caffè, canna da zucchero, e frutta tropicale. L'economia dell'isola è anche legata all'industria del pesce e al turismo. A Praia hanno sede anche le principali emittenti radiofoniche e televisive del paeseA Praia hanno sede diverse scuole, e una università intitolata a Jean Piaget, l'unica di Capo Verde.I luoghi più caratteristici di Praia sono la piazza di Albuquerque, il vecchio municipio, il apalzzo presidenziale del XIX secolo. Nella città si trovano anche due musei: il Museu Etnográfico (museo etnografico) e il Monumento de Diogo Gomes, dedicato all'esploratore portoghese Diogo Gomes che nel 1460 fondò il primo insediamento sull'isola di Santiago.

Canada

Il Canada è uno Stato indipendente - nell'ambito del Commonwealth Britannico - dell'America settentrionale, confinante a sud e a nord-ovest con gli Stati Uniti d'America (Alaska) ed avente a breve distanza dalle coste nazionali il territorio francese di Saint-Pierre e Miquelon. È, dopo la Russia, il secondo paese più esteso del mondo, pur registrando una scarsa densità abitativa.
Gli abitanti son detti canadesi o anche, amichevolmente, canuck.
Fondata dall'esploratore francese Jacques Cartier nel 1534, il Canada ha origine come colonia francese sul territorio di quello che è ora la città di Québec, prima occupato da popolazioni indigene. Dopo un periodo di colonizzazione inglese, la confederazione canadese è nato dalla unione di tre colonie britanniche, che furono costituite nei territori della Nuova Francia. Questi territori sono stati conquistati dagli inglesi in 1760. Oggi il Canada è uno Stato Federale, formato da dieci Province e tre Territori, che ha ottenuto l'indipendenza dal Regno Unito attraverso un lungo processo di emancipazione, svoltosi tra il 1867 ed il 1982.
Il Canada è una monarchia costituzionale con sistema parlamentare. Si definisce come una nazione bilingue e multiculturale: l'inglese e il francese sono le lingue ufficiali, con una parità di status. Il francese è parlato diffusamente nelle province del Quebec e del Nuovo Brunswick (Canada francese), nella parte orientale della provincia dell'Ontario, ed in specifiche piccole comunità della parte occidentale del Canada.
Il significato di essere un paese bilingue in Canada si riferisce ai servizi del governo federale. Esso ha quindi l'obbligo di fornire servizi in entrambe le lingue ufficiali del paese. I cittadini canadesi imparano entrambe le lingue a scuola, sebbene molti canadesi parlino abitualmente una sola lingua. L'inglese è la lingua della maggioranza della popolazione in nove provincie.
Quebec è una provincia la cui unica lingua ufficiale è il francese. La provincia del Nuovo Brunswick e il Territorio di Yukon sono ufficialmente bilingue (inglese e francese). I Territori del Nord-Ovest ed il Territorio del Nunavut riconoscono invece undici lingue ufficiali, tra cui l'inglese, il francese e nove lingue indigene.
Il Canada è un paese industrializzato e tecnologicamente avanzato. La sua economia diversificata si basa principalmente sulla sua abbondanza di risorse naturali e sul commercio, condotto in gran parte con gli Stati Uniti.
Il nome ebbe origine nel 1535, durante le esplorazioni lungo il fiume San Lorenzo compiute da Jacques Cartier. Alcuni Irochesi si riferirono al villaggio di Stadacona, la futura Quebec City, usando il termine kanata (che nella loro lingua vuol dire villaggio, comunità). Jacques Cartier utilizzò così il nome Canada per tutto il territorio in cui si trovava il villaggio di Stadacona. Negli anni seguenti il nome indicava sulle carte geografiche tutti i territori a nord del fiume San Lorenzo[1].
Nei secoli XVII e XVIII il nome Canada venne utilizzato per indicare i territori della Nuova Francia, estendendone via via l'uso fino a ricomprendere nel Canada alcune parti degli attuali territori statunitensi. Nel 1791, il Canada Act divise la Provincia del Quebec in due parti: l'Upper Canada ed il Lower Canada. Le due colonie furono riunite nel 1841, con il nome di Provincia del Canada.
Nel 1867, infine, il British North America Act unì la Nuova Scozia e il Nuovo Brunswick alla Provincia del Canada (il Quebec e l'Ontario), facendone "un unico Dominio sotto il nome del Canada" (preferendo questo nome agli altri che furono proposti: Victorialand, Borealia, Cabotia, Tuponia - The United Provinces of North America, Superior, Norland e Hochelaga).
Gli archeologi stimano che i primi uomini a giungere nella regione geografica del Canada siano arrivati dall'Asia, attraverso lo Stretto di Bering, già oltre 40.000 anni fa. Queste ed ondate successive diedero origine ai discendenti degli attuali indiani canadesi e alle popolazioni Inuit.Alcuni ritrovamenti presso l'Anse aux Meadows fanno supporre che i primi europei a giungere sulle coste canadesi furono già i Vichinghi intorno all'anno Mille che tentarono di stabilirsi nella zona settentrionale dell'isola di Terranova.Nel 1497, su incarico degli inglesi, l'italiano Giovanni Caboto raggiunse l'isola di Terranova. Nel 1509 Sebastiano Caboto esplorò tutte le coste nordamericane, dall'isola di Baffin alla Florida.Il Canada divenne possedimento francese nel 1534, quando l'esploratore francese Jacques Cartier prese possesso della zona circostante il fiume San Lorenzo in nome del re Francesco I. Per oltre cento anni il Canada rimase una colonia francese. Samuel de Champlain, nel 1604, stabilizzò la prima colonia permanente nel Nord America a Port Royal, Acadia (attuale Annapolis Royal, Nuova Scozia). Quattro anni dopo fondò la colonia del Quebec. Nel 1615 scoprì i laghi Huron e Ontario. Dal 1615 furono accolti i primi missionari che tentarono di convertire gli irochesi, nativi del luogo.
Il progetto di un impero americano francese, suffragato dalla Nuova Francia che nel 1608 aveva come capitale la città di Quebec, inevitabilmente fece scoppiare un conflitto tra Francia e Gran Bretagna. Le guerre per il dominio coloniale del Nord America e che vedono schierate queste due potenze passano sotto il nome di Guerre Franco-Indiane. Nel 1763, dopo la guerra dei sette anni, in cui rilevante fu la vittoria schiacciante di James Wolf durante la Battaglia della piana di Abraham, tutto quello che rimaneva della Nuova Francia passò sotto il dominio della Gran Bretagna.
Evoluzione territoriale del CanadaDurante la Guerra del 1812 la colonia canadese fu una pedina della Gran Bretagna nella guerra contro gli Stati Uniti[2]. Con l'Atto di Unione del 1840 vennero fuse in una sola le allora due colonie dell'Alto e Basso Canada. La prima a prevalente cultura britannica, la seconda di spiccata cultura francofona. Obiettivo non ultimo era quello di assimilare il Basso Canada alla cultura e alla lingua inglese.Nel 1867 alcune colonie britanniche del Nord America Provincia del Canada, New Brunswick e Nuova Scozia si unirono nella Confederazione canadese. Il dominion del Canada ottenne la piena indipendenza nel 1931. Dalla nascita del Canada, le sue frontiere esterne hanno cambiato sei volte, e internamente si è passati da quattro province a dieci province e tre territori.
La morfologia del territorio canadese ha un'importanza minore rispetto al clima, per quanto riguarda gli insediamenti umani. Il Canada è, infatti, un territorio per gran parte pianeggiante, con rilevanti catene montuose solo a occidente e nel senso dei meridiani, per cui le condizioni di abitabilità sono essenzialmente in diretta funzione del clima: dove esso è meno polare si ha la parte più densamente popolata del Paese. Questa corrisponde alla fascia più meridionale, che si appoggia al confine degli Stati Uniti fino alla costa del Pacifico. Seguono il "Canada medio" ed il "Canada alto", dove la nordicità è già molto accentuata; infine c'è l'estremo nord, che ha un clima polare.Importanti catene montuose sono le Montagne Rocciose Canadesi, poste a occidente, e la Cordigliera Artica nelle terre estreme del Nord. La montagna più alta del Canada è il Monte Logan nello Yukon con i suoi 5.959 metri.
Il Canada possiede più laghi ed acque interne di qualsiasi altro paese al mondo. Oltre ai Grandi Laghi, che si estendono in gran parte negli Stati Uniti, i più estesi del paese sono il Grande Lago degli Orsi e il Grande Lago degli Schiavi nei Territori del Nord-Ovest; il Lago Athabasca nelle province di Alberta e Saskatchewan; il lago Winnipeg e il lago Manitoba nella provincia di Manitoba e il Lago Mistassini nella provincia di Québec.
Le temperature medie estive e invernali del Canada variano a seconda della porzione di territorio cui si fa riferimento. Gli inverni sono rigidi nella maggior parte delle regioni del Paese, particolarmente nell'entroterra dove le temperature medie durante tale periodo oscillano intorno ai -15 °C, con picchi sotto i -40 °C[3]. Nello Yukon le medie di gennaio arrivano a -34 °C con un record di -64 °C (temperature minima in Nord America). Nell'entroterra il suolo è coperto dalla neve da 3 a 5 mesi l'anno per le regioni meridionali; il manto nevoso copre il suolo per 6 mesi nelle zone centrali e 7 o 8 mesi al nord. Nei punti più settentrionali la neve è perenne.
La costa occidentale del Canada gode di inverni meno rigidi dell'interno e piovosi, con temperature medie in gennaio anche superiori a 0 °C. Le precipitazioni nevose sono discontinue e non durano più di due settimane. La costa orientale fino al 50° parallelo ha un clima continentale (circa -7° a gennaio e 22° a luglio, dal 50° al 58° parallelo ha un clima subartico, con inverni freddi (medie di gennaio da -10° a -21°) ed estati fresche (medie di luglio tra i 12° e i 20°). A nord del 58° parallelo il clima è artico a causa della corrente fredda del Labrador: nessun mese ha medie superiori a 10°, quelle di gennaio arrivano a -24°, vi sono gli orsi polari, vi crescono solo muschi e licheni, le medie sono sotto zero per 8 mesi. Nell'interno del Labrador il clima è circa dello stesso tipo per la latitudine ma gli inverni sono un po' più freddi e le estati un po' più calde (Kuujiiaq, circa 58° N, ha estemi di gennaio di -19°/-28° e di luglio di 5°/17°; in altri posti a gennaio si arriva a -26° di media).
D'estate nelle regioni costiere le temperature più alte si aggirano intorno ai 20 °C, mentre all'interno le temperature medie estive variano tra i 25 e i 30 °C con punte di 40 °C[4][5].
Il 75% del popolo canadese abita a meno di 250 chilometri dalla frontiera con gli Stati Uniti, un confine non presidiato militarmente e la più lunga tra le frontiere nel mondo, estesa per quasi 5.000 km.
Della popolazione nata nel Canada (83% del totale che ammonta nel 2007 a 33.390.141 unità), poco più della metà è originaria della Britannia (quindi circa 17 milioni) e il 34% francese (11,5 milioni). Si sono poi insediate una ventina di popolazioni diverse, in cui predominano tedeschi (897.000), italiani (710.000), ucraini (420.000), olandesi (352.000), polacchi (222.000). Per quanto riguarda la popolazione immigrata, oltre un milione proviene dalla Gran Bretagna e circa 280.000 dagli Stati Uniti. La maggioranza dei canadesi che parlano francese abitano nel Québec ed è circa l'80% della popolazione della provincia.
La popolazione indigena canadese è costituita da algonchini, irochesi e inuit, e sono circa il 3% della popolazione totale. La popolazione nera è presente in minima parte (circa l'1%). Tra gli anni settanta e ottanta del Novecento si verificò un notevole aumento di popolazione asiatica (circa l'8% della popolazione totale), che per due terzi vive in Ontario e nella Columbia Britannica. Oggi il Paese ha uno dei più alti tassi di immigrazione al mondo, soprattutto di rifugiati; molti immigrati si trovano nelle città maggiori.
La capitale Ottawa è soltanto la quarta città per numero d'abitanti dopo Toronto (capitale provinciale dell'Ontario), Montréal (Québec) e Calgary (Alberta). Qui di seguito sono elencate le 10 città più popolateDalla sua prima colonizzazione sul Canada hanno insistito varie ondate migratorie che hanno contribuito a renderlo un paese fortemente multiculturale, con importanti e significative minoranze. Tra il XVII e XVIII secolo ad insediarsi furono prevalentemente i coloni francesi e prevalentemente lungo le sponde atlantiche (Acandia) o la valle del fiume San Lorenzo (nell'odierno Quebec). La regione rimase tuttavia fortemente disabitata e in gran parte inesplorata. Nel XIX secolo, con la caduta della Nuova Francia e l'inizio del dominio britannico iniziò l'afflusso di coloni di lingua inglese, prevalentemente verso le regioni dei Grandi Laghi, nell'odierno Ontario. L'allora governo favorì l'insediamento di popolazione di madrelingua inglese, anche per contrastare e riequilibrare l'influenza del francofono Basso Canada (Quebec).Importanti ondate migratorie provenienti dall'Europa si ebbero poi nei primi del novecento e negli anni cinquanta.La modifica della legge sull'immigrazione (l'Immigration Act del 1976) ha nella sostanza aperto le porte a nuovi flussi provenienti dai paesi non europei. Negli anni ottanta prima, e dall'inizio del nuovo millennio poi, si stimano tra i 225.000 e i 275.000 il numero dei nuovi ingressi annuiIn Canada sono riconosciute due lingue ufficiali: l'inglese ed il francese. Quest'ultimo è lingua ufficiale nella provincia del Québec e in alcune parti delle province del Nuovo Brunswick e dell'Ontario (vedi Canada francese); comunità francofone minori sono disseminate nel territorio delle altre province.
Il 60% circa dei canadesi è di lingua madre inglese e circa il 24% di lingua madre francese. Gli altri hanno come lingue madri altri idiomi europei (tedesco ed italiano soprattutto) e solo il 2% circa della popolazioni parlate autoctone (inuit e indiane d'America).
Alcune città, in particolare la capitale Ottawa (Ontario), sono ufficialmente bilingue.
Il Canada è uno Stato federale, istituito come dominion nel 1867, e dal 1926 appartenente al Commonwealth. Possiede una nuova Costituzione dal 25 aprile 1982.È suddiviso in 10 Province e 3 Territori. A tutela delle minoranze indigene, il 1° aprile 1999 è stato istituito il nuovo Territorio autonomo di Nunavut (creato da una porzione dei Territori del Nord-Ovest).
L'economia del Canada, membro del G8 e dell'OCSE, è una delle più forti nel mondo. Il Paese è tra i primi dieci per prodotto interno lordo, e il suo tenore di vita supera anche quello degli stessi Stati Uniti.
Dotato di grandi risorse naturali (minerali, gas, petrolio) e di un settore primario che ha nella cerealicoltura e nello sfruttamento delle risorse forestali i suoi punti di forza, ha pure un'industria ed attività terziarie molto sviluppate.
Nel settore agricolo, si coltivano in particolare orzo, mais, frumento, patate, avena, olio di colza, olio di girasole e soia. Importante è anche l'allevamento, specie di bovini. I pescosi mari attorno a Terranova sostengono un settore ittico attivo ed efficiente.
Il Canada è al primo posto, a livello mondiale, nella produzione di energia idroelettrica e ne esporta circa il 10% negli Stati Uniti. Dei 566,3 miliardi di kWh prodotti nel 2003, il 59% è generato da centrali idroelettriche, il 27% da centrali a combustione, il 12% dalle centrali atomiche (attive 18 centrali nucleari) e poco più del 2% dalle centrali a fonti alternative (solare o eolico).
Le industrie principali sono quelle meccaniche (in particolare la costruzione delle automobili, per lo più grazie ad aziende statunitensi), la produzione di carta, la lavorazione del ferro e dell'acciaio, la fabbricazione di macchinari ad alta tecnologia e di macchine utensili. Importante è anche l'industria elettronica, legata perlopiù ai settori militare, dei trasporti e delle telecomunicazioni. Come in tutti i paesi sviluppati, il settore che più contribuisce al reddito nazionale è il terziario (banche, commercio, comunicazione, turismo).
Le esportazioni principali del Canada sono i prodotti di alta tecnologia, le automobili, il petrolio, il gas naturale, il carbone, i metalli in genere, i prodotti agricoli e forestali. I maggiori partner commerciali del Paese sono gli USA, la Gran Bretagna, la Cina e il Giappone.
La principale borsa valori del paese è il Toronto Stock Exchange con sede a Toronto.
Tra i simboli nazionali del Canada, cioè quei simboli che vengono utilizzati in patria e all'estero per rappresentare il paese e la sua gente, posizione preminente ha l'uso della foglia d'acero il cui utilizzo risale già ai primi anni del XVIII secolo[12]. Compare ad esempio nella bandiera, nello stemma, e sui penny, e come logo di numerose compagnie e società.
Il Canada ha una vegetazione molto ricca. La tundra ricopre quasi completamente tutte le regioni Artiche, mentre i rilievi degli Appalachi e della Catena Costiera sono ricoperti da foreste di conifere. Nelle Pianure si estendono enormi praterie, dove crescono quasi solamente graminacee. La vegetazione dei versanti orientali delle Montagne Rocciose è molto rada, mentre i versanti occidentali sono coperti da fitte foreste.
La fauna canadese è simile a quella europea e dell'Asia settentrionale. Tra i carnivori ci sono numerose specie di mustelidi (la donnola, l'ermellino, lo zibellino canadese, la martora e il visone). Nelle regioni artiche sono presenti l'orso bruno, l'orso polare, la volpe, il coyote, la lince, il lupo, il puma e la capra delle nevi. Tra i roditori c'è il castoro che è famoso per le sue dighe, mentre sono diffusi: il riccio, il topo muschiato e la lepre. A sud vivono diverse specie di cervidi: l'antilocapra, il caribù, l'alce. È inoltre presente il bisonte. Le specie di uccelli sono numerose, come: il gheppio, la gru e la poiana. Molto ricca è anche la fauna ittica lungo i litorali e nei laghi.
Il Canada ha due sport nazionali: l'hockey su ghiaccio, che è anche lo sport più popolare, e il lacrosse, i quali vengono praticati prevalentemente in inverno il primo, in estate il secondo.
L'hockey su ghiaccio, viene giocato su una pista rettangolare coperta di ghiaccio, usando stecche di legno e un disco di gomma vulcanizzata. Lo scopo di questo sport è di infilare questo disco in una porta alta circa 1,5 metri. Il Canada è tra i paesi che dominano le competizioni internazionali di questo sport, vincendo ben 24 Mondiali e 7 Olimpiadi invernali.
Il lacrosse viene invece praticato su manto erboso, e ha come scopo segnare con una pallina in una porta, usando mazze con all'estremità una rete. Il Canada ha vinto 2 edizioni del relativo Campionato Mondiale.
Tra gli altri sport più seguiti, ci sono il Football canadese, (simile al football americano ma con regole diverse), il rugby, il cricket, il curling (molto popolare d'inverno), football e baseball, data la vicinanza con gli Stati Uniti d'America, grandi appassionati di questi due ultimi sport. Nelle province del Québec e del Nuovo Brunswick è molto praticata la pallamano.
Il Canada inoltre ospita dal 1967 il Gran Premio di Formula 1, che si disputa sul circuito Gilles Villeneuve sull'Ile de Notre Dame a Montreal dal 1978. Il figlio di Gilles Villeneuve, Jacques, è stato campione del mondo di Formula 1 nel 1997.
Ottawa è la capitale federale del Canada, situata nella provincia del’Ontario al confine orientale con la provincia del Québec, all’interno della valle del fiume Ottawa. Per popolazione è la quarta città nazionale dopo Toronto, Montréal e Calgary, se si esclude la popolazione della "Grande Vancouver".
La città è il risultato della fusione nel 2000 della vecchia città di Ottawa con dieci municipalità limitrofe. Nel 2006 Ottawa contava 812.129 abitanti [1][2](1.146.790 nell'area metropolitana cittadina), che la pone come la quarta città del Canada, dopo Toronto, Montreal e Vancouver.
In Canada non esiste un distretto federale della capitale, Ottawa è pertanto solo una municipalità all’interno della sua provincia. Ma, sebbene non rappresenti un separato distretto amministrativo, è parte della National Capital Region, che include al suo interno oltre alla città anche la municipalità di Gatineau, posta sull’altra sponda del fiume Ottawa all’interno dei confini della provincia del Québec.
La città basa la sua economia sulle attività dei ministeri, del governo federale e del Parlamento del Canada, ma un consistente segmento della forza lavoro è occupata nel settore dell’alta tecnologia e del turismo.
L'attuale sindaco di Ottawa è Larry O'Brien, che è succeduto a Bob Chiarelli il 1 dicembre 2006.
La regione di Ottawa è stata per lungo tempo abitata da popolazioni native che facevano parte degli Algonchini, gli Ottawa (Odawa in algonchino) cui la città deve il suo nome. Chiamavano il fiume Kichi Sibi o Kichissippi, che significa "Grande Fiume".
Il primo insediamento europeo nella regione fu quello di Filemone Wright, che avviò una comunità sulla sponda dell’attuale Québec nel 1800. Wright scoprì che era possibile trasportare il legname per mezzo del fiume dalla Valle dell’Ottawa fino a Montreal, e la zona ben presto si sviluppò grazie al commercio del legname.
Negli anni successivi alla Guerra del 1812, oltre al ricongiungimento delle famiglie dei militari presenti in città, il governo incentivò l’immigrazione, soprattutto di irlandesi. Questi, insieme ai franco-canadesi del Québec, rappresentarono il grosso dei lavoratori coinvolti nel progetto del Canale Rideau e nel boom del commercio del legname.
La popolazione della regione crebbe in maniera significativa quando il canale fu completato dal colonnello John By nel 1832. Il canale era destinato a fornire un sicuro collegamento tra Montreal e Kingston sul Lago Ontario, by-passando il tratto del fiume San Lorenzo sul confine con lo Stato di New York.
Nel 1828 la cittadina che conta circa 1000 abitanti prende il nome del suo fondatore divenendo Bytown. Bytown diventerà presto il centro dell’industria boschiva del Canada. Nel 1855 prende il nome attuale di OttawaIl 31 dicembre 1857, la Regina Vittoria fece cadere su Ottawa la scelta sulla città che sarebbe divenuta capitale della Provincia del Canada (i moderni Québec e Ontario).
Le ragioni della scelta furono molteplici: Ottawa rappresentava l’unico importante insediamento posto sul confine tra Canada Orientale e Occidentale (Québec e Ontario), il che la rendeva l’ideale compromesso tra le due colonie e i loro popoli l’uno di lingua prevalentemente francese e l’altro di lingua inglese. La Guerra del 1812 aveva poi dimostrato come fossero vulnerabili le grandi città ad un attacco americano, in quanto poste tutte molto vicine al confine, mentre Ottawa allora era circondata da una fitta foresta e sufficientemente distante dagli Stati Uniti.
In più la città era posta quasi a metà strada tra Toronto e Québec (circa 500 km), e le piccole dimensioni della città rendevano meno probabile che si creassero assembramenti di gente politicamente motivata che andasse a distruggere gli edifici governativi, come era accaduto nel caso di precedenti capitali canadesi. Il fiume Ottawa e il Canale Rideau rappresentavano poi un utile collegamento verso Kingston e Montreal senza per forza dover passare lungo il confine con gli USA.
Gli originali edifici del Parlamento vennero distrutto da un incendio il 3 febbraio 1916. La Camera dei Comuni e del Senato vennero temporaneamente trasferiti nella più recente costruzione del Victoria Memorial Museum, l’attualmente Museo di Scienze Naturali canadese, che si trovava a circa 1 km più a sud. Un nuovo complesso fu completato nel 1922 con al centro una dominante struttura in stile gotico conosciuta come la Torre della Pace, che è diventata con il tempo un emblema della città.
Nel 2001, la vecchia città di Ottawa (nel 2005 si stimano 350.000 abitanti) è stata unificata con i vicini sobborghi di Nepean (135.000 abitanti), Kanata (85.000), Gloucester (120.000), Rockcliffe Park (2.100), Vanier (17000) e Cumberland (55.000), oltre alle municipalità rurali di West Carleton (18.000), Osgoode (13.000), Rideau (18.000) e Goulbourn (24.000).
Tra le sue maggiori attrazioni vi è senz'altro la cosiddetta collina del Parlamento (Parliament Hill), ove si riuniscono camera e senato, nonché il quartiere centrale, conosciuto come ByWard Market. Ad Ottawa, ogni primo luglio, si svolgono inoltre i festeggiamenti principali del Canada Day, la festa nazionale canadese, in cui si celebra la promulgazione della costituzione del paese nordamericano.
Ottawa, si trova esattamente al confine con la municipalità di Gatineau, nel francofono Québec, da cui è divisa dal fiume che prende il nome della città capitale, e assieme a cui supera il milione di abitanti; ciò si rispecchia anche nella vita di tutti i giorni, con un forte bilinguismo che ne è senz'altro un elemento particolarmente caratterizzante: anche ufficialmente Ottawa è bilingue e la popolazione residente è per il 50% di madrelingua inglese e per il 32% di madrelingua francese.
Ad oggi Ottawa si sta espandendo anche come importante metropoli commerciale e direzionale, nonché nelle nuove tecnologie e nell'informatica, con la Corel avente il proprio quartier generale proprio nella capitale. È anche sede di due università (University of Ottawa e Carleton University), nonché di un aeroporto internazionale.