Cile

Il Cile, il cui nome ufficiale è República de Chile (Repubblica del Cile), è uno stato (756.950 km², 16.134.219 abitanti[1], capitale Santiago del Cile) situato nell'estremità sudoccidentale dell'America Meridionale.
Confina ad est con l'Argentina, a nord-est con Bolivia, al nord con il Perù, e ad ovest con l'Oceano Pacifico. Si estende da nord a sud tra i 17° e i 56° di latitudine, fanno parte del territorio dello stato anche l'isola di Pasqua, l'isola Sala y Gómez, le isole Juan Fernández, le isole Desventuradas, le isole Ildefonso e Diego Ramírez. Il Cile rivendica inoltre la sovranità su una parte del territorio antartico.
Vi sono diverse teorie sull'origine del nome Chile. Secondo una di queste, descritta dal cronista del XVIII secolo Diego de Rosales, il termine deriva dal nome di uno dei capotribù (cacique) chiamato "Tili" che governava la valle dell'Aconcagua fino alla conquista da parte degli Incas [2] Un altra teoria punta sulla somiglianza tra la valle dell'Aconcagua e la valle di Casma in Perù, nella quale si trovava una città e una vallata chiamate Chili.[2] Altre teorie sostengono che il nome Chile derivi dal termine Mapuche chilli, che significa "dove finisce la terra"[3] oppure dal termine Quechua chin, "freddo". I primi spagnoli sentirono il nome dagli Incas e dai pochi sopravvissuti della prima spedizione in Perù di Diego de Almagro (1535-36) che si definivano "uomini di Chilli"Diversi studi collocano l'epoca della popolazione dell'attuale territorio cileno a circa 10.500 anni a.C. . Il Cile preispanico era popolato da una varietà di culture di indigeni che si stanziarono in bande longitudinali incrociando anche le Ande ed arrivando a territori attualmente argentini nell'Atlantico. Nella zona del nord del paese, i gruppi amerindi aymara, atacameña e diaguita stabilirono culture fortemente agricole da parte dell'impero Inca che, dal secolo XV, dominò una grande parte del territorio attuale del Cile fino al fiume Maule. Al sud del fiume Aconcagua, si stabilirono le varie comunità seminomadi degli amerindi mapuche, la principale etnia indigena del paese. Nei canali australi, infine, hanno abitato diversi gruppi indigeni come gli amerindi chono, yámana, alacalufe ed ona. Nell'Isola di Pasqua si sviluppò un'avanzata e misteriosa cultura polinesica, praticamente estinta oggi.
Nel 1520, Ferdinando Magellano fu il primo esploratore europeo a visitare il territorio cileno percorrendo lo stretto che porta il suo nome. Ma fu soltanto nel 1535 che i conquistatori spagnoli provarono a conquistare le terre della "valle del Cile" dopo aver destituito l'impero Inca. La prima spedizione, condotta da Diego de Almagro, non ebbe i risultati voluti, seguì il tentativo di conquista guidato da Pedro de Valdivia. Lungo il suo cammino verso sud, ed attraversando il Deserto di Atacama, Valdivia fondò una serie di centri abitati, il primo ed il più importante, il 12 febbraio del 1541, la città di Santiago della Nuova Estremadura.
Valdivia iniziò in seguito una campagna militare diretta verso i territori più meridionali dove erano insediate le tribù mapuche, dando così inizio alla guerra di Arauco, che Alonso de Ercilla riportò magistralmente nella sua opera La Araucana (1576). I contrasti si protrassero per circa tre secoli, benché con numerosi intervalli di pace grazie alla realizzazione di "Parlamenti" come quello di Quilín nel 1641 che avrebbe stabilito un limite tra il governo coloniale e le tribù indigene lungo il fiume Bío bío, dando nome alla zona conosciuta ancora oggi come La Frontiera.
La Capitanía General de Chile, chiamata anche il Regno del Cile, era una delle colonie più australi dell'Impero Spagnolo. A causa della sua lontana posizione dai grandi centri e dalle strade commerciali imperiali ed a causa del conflitto con i mapuche, il Cile è stato una provincia povera appartenente al Vicereame del Perù e la cui economia era praticamente destinata per sostenere i pochi abitanti del territorio.
Nel 1810, cominciò, con la costituzione della prima assemblea di governo, il processo di autodeterminazione del Cile e iniziò un periodo chiamato Patria Vecchia, che durò fino alla catastrofe di Rancagua nel 1814, quando le truppe reali spagnole riconquistarono il territorio. Le truppe indipendentiste, profughe a Mendoza, formarono con i soldati argentini l'Esercito delle Ande guidato da José de San Martín che liberò il Cile dopo la battaglia di Chacabuco, il 12 febbraio del 1817. L'anno successivo il governo del "Direttore Supremo" Bernardo O'Higgins Riquelme dichiarò l'indipendenza del Cile.
O'Higgins inaugurò un periodo di riforme che però lasciarono insoddisfatta una grande parte dell'opinione pubblica, provocando la sua abdicazione nel 1823. Durante i 10 anni successivi, il Cile avviò una serie di politiche per costruire il nuovo stato. Dopo una serie di fallimenti, la vittoria conservatrice nella Rivoluzione del 1829 diede inizio ad un periodo di stabilità: il nuovo regime si chiamò Repubblica Conservatrice, ed ebbe come massimo capo il ministro Diego Portales, che grazie alla Costituzione del 1833 riuscì a costruire le basi politico-amministrative del Cile del XIX secolo.
Il Cile lentamente iniziò a svilupparsi ed a stabilizzare le sue frontiere. L'economia cominciò ad avere una grande crescita grazie alla scoperta dei giacimenti di Chañarcillo e alla crescita del porto di Valparaíso, cosa che portò ad un conflitto con il Perù per la supremazia marittima nell'Pacifico. La formazione della confederazione fra il Perù e la Bolivia fu considerata una minaccia per la stabilità del paese, e Portales dichiarò ai due paesi una guerra che terminò con la vittoria cilena nella battaglia di Yungay (1839) e con la dissoluzione della confederazione. Allo stesso tempo, si provò a rafforzare il controllo sul Sud del paese intensificando la penetrazione nell'Araucanía e la colonizzazione della Llanquihue con immigranti tedeschi. La regione di Magallanes fu incorporata allo Stato e la zona di Antofagasta iniziò ad essere abitata.
Dopo quaranta anni di governo conservatore, nel 1871 ebbe inizio un periodo di governo del partito liberale che fu caratterizzato dalla crescita economica dovuta alla estrazione mineraria del potassio nitrico nella zona di Antofagasta. L'attività estrattiva andava così bene che la Bolivia iniziò a reclamare questo territorio come suo. Nonostante la firma di trattati nel 1866 e 1871, i due paesi non riuscirono a risolvere i loro conflitti ed il 14 febbraio del 1879, il Cile bombardò il porto di Antofagasta, dichiarando la guerra alla Bolivia. Il Perù, come prevedeva un accordo segreto, si alleò con la Bolivia: fu questo l'inizio alla guerra del Pacifico che finì con la vittoria cilena nella battaglia di Huamachuco, il 10 luglio del 1883. Dopo il conflitto, il Cile ottenne il dominio sui dipartimenti di Antofagasta e le province di Tarapacá, Arica e Tacna (quest'ultimo fino al 1929) e la contemporanea risoluzione dei problemi di confine con l'Argentina in Patagonia e Puna di Atacama. Nello stesso periodo finì Guerra di Arauco con la Pacificazione dell'Araucania nel 1881 e l'annessione dell'Isola di Pasqua nel 1888.
Nel 1891, il conflitto tra il Presidente José Manuel Balmaceda ed il Congresso causò la Guerra Civile: i membri del Congresso ottennero la vittoria e stabilirono la Repubblica Parlamentare. Questi anni si caratterizzarono, nonostante la crescita economica, per l'instabilità politica e la nascita del movimento proletario che portava l'attenzione sulla Questione Sociale. Dopo anni di dominio delle oligarchie, fu eletto Arturo Alessandri con l'appoggio dei movimenti popolari nel 1920. La crisi però si accentuò e portò alla rinuncia di Alessandri in due occasioni dopo la promulgazione della Costituzione del 1925, che diede nascita alla Repubblica Presidenziale.
Carlos Ibáñez del Campo assunse il governo nel 1927 con un grande sostegno popolare, ma la fine della Prima Guerra Mondiale (nella quale il paese si è dichiarato neutrale) e la Grande Depressione seppellirono il commercio del potassio nitrico, producendo una forte crisi economica nel paese: il Cile fu infatti tra i più colpiti dalla recessione a livello mondiale. Ibáñez rinunciò nel 1932 e l'instabilità politica dopo il colpo di stato militare diede vita alla Repubblica Socialista del Cile, che però durerà soltanto 3 mesi finché Alessandri riassunse il potere e rimise in sesto l'economia, senza però calmare la tensione tra i partiti. Dopo il massacro del Segundo Obrero, i partiti di tendenza fascista decisero di sostenere il candidato del Partito Radical, Pedro Aguirre Cerda che venne nominato Presidente nel 1938.
Il mandato di Aguirre Cerda dà inizio ad un periodo di governi di stampo radicale, riesce ad effettuare diverse riforme e stabilisce una rivendicazione sul territorio antartico antistante il Cile, ma finisce con la precoce scomparsa del mandatario. Juan Antonio Ríos, il suo successore, deve fare fronte all'opposizione ed alle pressioni degli Stati Uniti per dichiarare la guerra all'asse durante la Seconda Guerra Mondiale, cosa che accade nel 1943. Dopo essere stato sostenuto dal partito comunista, il radicale Gabriel González Videla è eletto Presidente nel 1946. Tuttavia, con l'inizio della Guerra Fredda i comunisti verranno esclusi dalla politica attraverso la Legge Maledetta. Nel 1952, Ibáñez torna alla politica ed è eletto con l'appoggio dei cittadini, ma lo perde dopo una serie di misure liberal per ravvivare l'economia.
Nel 1958, è eletto l'indipendente dalla Destra Jorge Alessandri, il figlio di Arturo Alessandri, che dovrà fare fronte al caos prodotto dal terremoto del 1960, il più forte registrato nella storia del paese, cosa che non impedì che si tenessero i Mondiale di Calcio in Cile, in 1962. In questo periodo, si stabilisce un sistema politico chiamato "Dei Tre Terzi" composto dalla Destra, la Democrazia Cristiana e l'Unità Popolare. Temendo una vittoria dell'UP, la Destra sostiene il Democratico Cristiano Eduardo Frei Montalva che è eletto nel 1964. Benché Frei Montalva provi ad effettuare la sua "Rivoluzione in Libertà" attraverso la riforma agricola e cilenizzazione del rame, alla fine del suo mandato, la tensione politica produce una serie di scontri.
Nel 1970 fu eletto il socialista Salvador Allende con l'appoggio dell'Unità Popolare. Tuttavia, il suo governo si confrontò con molti problemi economici e la forte opposizione del resto dello spettro politico, delle élites economiche che tentarono di bloccare le sue riforme, e del governo degli Stati Uniti di Richard Nixon. Il rame è finalmente nazionalizzato, ma questo non impedisce che il paese cada in una forte crisi economica e che l'inflazione arrivi a cifre impressionanti. I confronti tra momios ed upelientos raggiungono livelli di terrorismo ed Allende, che credeva in una rivoluzione democratica, perde l'appoggio ideologico del Partito Socialista che crede in un sollevamento popolare armato.
L'11 settembre del 1973 si attua il colpo di stato cileno, con l'aiuto della CIA. Durante il golpe perderà la vita lo stesso Allende, morto all'interno del Palazzo della Moneda, e secondo la versione ufficiale suicidatosi poco prima di cadere nelle mani dei militari golpisti. Prima di morire, Salvador Allende affida alla radio il suo ultimo messaggio, che influenzerà la futura coscienza del paese. L'Esercito cileno conduce materialmente il golpe, ma non restituisce il potere alla Destra politica ed economica che l'aveva ideato: lo consegna invece nelle mani del Generale Augusto Pinochet Ugarte, nato a Valparaiso il 25 novembre 1915, che passerà alla storia come uno dei più disumani dittatori del Novecento, tristemente celebre per la barbara eliminazione dei suoi oppositori.
Durante la sua feroce dittatura, durata dal 1973 al 1990, furono torturate, uccise e fatte sparire almeno trentamila persone, tra cui gli uomini di Unidad Popolar (la coalizione di Allende), militanti dei partiti comunista, socialista e democristiano, accademici, artisti e musicisti (come Victor Jara), professionisti, religiosi, studenti e operai.
Pinochet salì al potere rimpiazzando il rinunciatario comandante in capo dell'esercito, Generale Carlos Prat (il quale aveva deciso di abbandonare l'incarico), a causa delle forti pressioni esercitate dai settori più reazionari della società: la destra e l'oligarchia cilena. Bisogna sottolineare il fatto che la nomina a Generale (precedente al colpo di stato) contò inizialmente proprio sull'approvazione di Allende, e fu resa possibile da un dettaglio tecnico legato all'anzianità del generale Prat, più che a doti particolari nel comando o a qualità professionali di Pinochet. Questa decisione politica fu presa nel tentativo estremo di placare il colpo di stato che era nell'aria da tempo, nonostante i precedenti della carriera professionale di Pinochet avessero già evidenziato il suo profilo repressivo e violento. Negli anni '60, ad esempio, durante il governo del cristiano-democratico Eduardo Frei Montalva, gli venne dato l'incarico di soffocare uno sciopero nella zona desertica situata nel nord del Cile: la repressione fu sanguinosa, il numero dei morti e dei feriti fu elevato. Malgrado questi precedenti l'esecutivo approvò la sua nomina, segnando involontariamente la propria sorte.
Ad ogni buon conto Pinochet e l'Esercito giocarono un ruolo abbastanza secondario nell'organizzazione e nella realizzazione del complotto che il giorno 11 settembre 1973 sfociò nel golpe sanguinoso che travolse il governo di "Unidad Popular". I veri artefici e mandanti intellettuali del "golpe" furono, secondo storici autorevoli, come detto l'oligarchia e le élites imprenditoriali, appoggiate dai settori politici che le rappresentavano, ovvero la destra e la direzione della Democrazia Cristiana (tranne poche eccezioni). Un aiuto fondamentale dal punto di vista organizzativo all'ascesa del dittatore è stato fornito da parte degli Stati Uniti, timorosi che la "macchia" socialista si espandesse anche nell'area sudamericana.
La soluzione della crisi di governo venne affidata all'Esercito in quanto storico garante dell'ordine costituzionale e istituzionale della Repubblica, mito rafforzato dal profilo apolitico e professionale delle forze armate cilene. Formazione attuata principalmente attraverso la tristemente celebre scuola "delle Americhe", allora stanziata a Panama (in cui vengono insegnati tuttora vari metodi di repressione psichica e fisica, dalle minacce al genocidio alla tortura).
Dal 1973 al 1990 dunque il mondo fu testimone di migliaia di sparizioni, decine di migliaia di arresti, torture ed esili. Tutto si concluse, apparentemente, con il "Plebiscito" del 1989, proposto dalla stessa giunta pinochetista. Il rifiuto a Pinochet scaturito dal plebiscito, in realtà fu una farsa che portò ad una pseudo-democrazia nella quale l'ex dittatore mantenne la carica di comandante supremo delle forze armate.
La costituzione emanata dalla dittatura rimase invariata; i delitti commessi furono "liquidati" con l'attuazione della politica della riconciliazione nazionale; l'omicidio di Stato nei confronti di coloro che denunciavano il proseguo della repressione ai danni dell'opposizione rimaneva una realtà; l'assegnazione a Pinochet, una volta in pensione, della carica di Senatore a vita con conseguente immunità ed impunità venne difesa ferocemente.
La "caduta" di Pinochet, fino a poco tempo fa considerato in Cile un intoccabile (negli ambienti militari ha ancora numerosi seguaci), è iniziata il 22 settembre del 1998, quando l'ex generale andò a Londra per una operazione chirurgica. Amnesty International e altre organizzazioni chiesero subito il suo arresto per violazione dei diritti umani. Pochi giorni dopo il giudice spagnolo Baltasar Garzon emise un mandato di cattura internazionale, chiedendo di incriminare il generale per la morte di cittadini spagnoli durante la dittatura cilena.
A sostegno di questa richiesta si espressero le sentenze dell'Audiencia Nacional di Madrid e della Camera dei Lords di Londra, richiamandosi al principio della difesa universale dei Diritti dell'Uomo e stabilendo rispettivamente che la Giustizia spagnola era competente per giudicare i fatti avvenuti durante la dittatura militare in Cile - dal momento che si tratta di "crimini contro l'umanità" che colpiscono, come soggetto giuridico, il genere umano nel suo insieme - e che i presunti autori di gravi delitti contro l'umanità, come appunto Pinochet, non godono di immunità per i loro crimini, neanche se si tratta di capi di Stato o ex capi di Stato.
Il ministro dell'Interno del Regno Unito, il laburista Jack Straw, il 2 marzo 2000 decise di liberare Pinochet e di permettere il suo ritorno in Cile, negando quindi l'estradizione e adducendo "ragioni umanitarie": un'espressione che suonò come un insulto alla memoria e al dolore dei familiari delle migliaia di vittime della sua dittatura.
A Santiago il giudice Guzman continua la sua inchiesta contro Pinochet, ma il vecchio ex dittatore resiste in tutti i modi per non essere portato davanti a un tribunale del suo Paese, quel Cile che per oltre vent'anni ha dominato col pugno di ferro.
In seguito ad un attacco di cuore, Pinochet muore il 10 dicembre 2006 dopo alcune settimane di degenza nell'ospedale militare di Santiago, a 91 anni.
Dopo elezioni combattute, Ricardo Lagos nel 2000 viene nominato terzo presidente della Concertación de Partidos por la Democracia in un'atmosfera economica instabile. La diffusa corruzione peggiora il quadro generale agli inizi del suo mandato, ma in seguito inizia ad ottenere una grande popolarità che va di pari passo con il recupero dell'economia. Lagos ottiene livelli di approvazione del 75% grazie all'inserimento del paese nel concerto internazionale con la partecipazione nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con il suo rifiuto all'Invasione dell'Iraq e la firma di trattati di libero commercio con l'Unione Europea, gli Stati Uniti, e la Cina, tra altro. Nel 2006, Michelle Bachelet, socialista, è eletta Presidente con 53.5% dei voti.
Il territorio del Cile continentale si colloca su una lunga striscia di terra situata fra l'Oceano Pacifico e la Cordigliera delle Ande e che si estende per circa 4.200 km con una larghezza media di circa 200 km, la larghezza massima, 445 km, è in corrispondenza dello stretto di Magellano (52° 21' S), sul cui imbocco orientale raggiunge l'Oceano Atlantico, mentre quella minima è pari a 90 km ai 31° 37' S[4]. Il territorio cileno si estende tra i 17° 30' S ed i 56° 30' S di latitudine.
Il Cile è situato in un'area compresa nella cintura di fuoco e ad elevato rischio sismico a causa dei movimenti di subduzione della placca di Nazca contro la placca sudamericana. Alla fine del paleozoico il territorio dell'attuale Cile era una depressione marina che cominciò a sollevarsi verso la fine del mesozoico a causa dello scontro fra la placca di Nazca e quella sudamericana, scontro dal quale originò la cordigliera delle Ande. I successivi movimenti di assestamento e di erosione hanno dato ai rilievi la forma attuale.
Fanno parte del Cile alcuni territori insulari nell'Oceano Pacifico, come l'Isola di Pasqua e le Isole Juan Fernández, avanza inoltre rivendicazioni per una zona dell'Antartide.
L'estremo settentrione del paese, chiamato in spagnolo Norte Grande (Grande Nord) si estende dal confine con il Perù fino ai 27° di latitudine, all'altezza circa del corso del fiume Copiapó. Questa parte del paese è caratterizzata dall'estrema aridità, qui si trova il deserto di Atacama, una delle zone più aride del pianeta, gli scenari naturali sono estremamente vari e spettacolari, ricchi di colline e rilievi dai colori vari e cangianti a causa della loro diversa composizione minerale.
L'estremo settentrionale si eleva a picco dalla costa raggiungendo altitudini oltre i 1000 m s.l.n., parallela alla costa e alle Ande si eleva la cordigliera Domeyko. La topografia varia della costa genera delle aree con microclimi particolari, i rilievi intrappolano le nebbie che si sollevano dalle acque fredde dell'oceano e l'umidità si condensa sulle foglie della vegetazione. Oltre i rilievi costieri si trova un vasto altopiano con colline ondulate che comprende le aride aree desertiche limitate ad est dalla cordigliera delle Ande. Al limitare dei deserti vi sono talvolta falde acquifere sotterranee che hanno permesso la crescita di foreste composte da prosopis tamarugo, una pianta spinosa tipica dell'area che raggiunge i 25 m di altezza. Gran parte delle foreste sono state abbattute per ricavare combustibile per le numerose fonderie costruite fin dall'epoca coloniale per sfruttare gli abbondanti giacimenti di rame, argento e nitrato trovati in quest'area, l'abbattimento delle foreste ha reso la zona ancora più arida.
La miniera di ChuquicamataLe abbondanti precipitazioni dei mesi estivi provocano la formazioni di laghi salmastri che ospitano numerose specie di uccelli, compreso il fenicottero cileno. I corsi d'acqua sono per lo più brevi, nel loro corso discendente dalle Ande formano talvolta delle oasi, sprofondano in banchi di sabbia o acquitrini, spesso hanno un regime endoreico. Alcuni fiumi raggiungono l'Oceano Pacifico, fra questi il fiume Loa che presenta un caratteristico percorso a U ed è il principale fiume del paese. I fiumi formano strette vallate nelle quali abbonda la vegetazione creando un forte contrasto con le aride colline circostanti. Le strade, solitamente, sono costruite nelle parti più aride per permettere un maggior sfruttamento agricolo delle aree irrigate. La ricchezza principale della regione tuttavia sono le risorse minerarie. In questa parte del paese si trova la miniera di Chuquicamata, la più grande miniera di rame a cielo aperto del mondo. A partire dagli anni Settanta si è avuto, nei porti principali della regione come quello di Iquique e Antofagasta, uno sviluppo dell'industria legata alla pesca.
Il Norte Grande è delimitato a est da una porzione della cordigliera delle Ande geologicamente relativamente recente che presenta diversi stratovulcani e che si eleva dal confine settentrionale fino a raggiungere i 6.880 m s.l.m. con il vulcano Ojos del Salado situato appena a sud del 27esimo parallelo all'altezza della città di Copiapó (e quindi compreso nella regione del Norte Chico).
Le temperature medie nell'area costiera, dove vive la maggioranza della popolazione di questa regione, sono tra i 20,5° C nei mesi estivi e 14° C in inverno.
L'area chiamata Norte Chico (Piccolo Nord) si estende dal fiume Copiapó fino ai 32° di latitudine, appena a nord di Santiago del Cile. La regione è semiarida, le precipitazioni mensili dei soli quattro mesi invernali sono di circa 25 mm e sono scarsissime nei mesi rimanenti. La temperatura media estiva a livello del mare è di 18.5 °C, quella invernale è pari a 12 °C. Le piogge invernali e lo scioglimento delle nevi andine danno origine a fiumi con portata molto variabile durante l'anno, le profonde vallate trasversali scavate dai loro corsi offrono spazi per l'allevamento del bestiame e per le coltivazioni di frutta, attività in grande sviluppo a partire dalla metà degli anni Settanta. Questa è inoltre l'area di produzione della quasi totalità del pisco cileno.
La parte centrale del Cile (chiamata Zona central) ospita la maggior parte della popolazione del paese e comprende tre delle principali aree urbane, Santiago, Valparaíso e Concepción. Si estende dal 32° S fino ai 37° S di latitudine, il territorio è caratterizzato dalla presenza di due catene montuose, la Cordillera de la Costa parallela alla costa e la cordigliera delle Ande, fra le due catene si trova un'ampia vallata chiamata Depresión Intermedia oppure Valle Longitudinal. Il clima è di tipo mediterraneo, le precipitazioni aumentano spostandosi verso sud. Nell'area di Santiago le temperature medie sono pari a 19.5 °C nei mesi estivi di gennaio e febbraio e scendono a 7.5 °C nei mesi di giugno e luglio. Le precipitazioni medie mensili sono di circa 69,7 mm nei mesi invernali mentre sono inconsistenti in estate. .
Nell'area di Concepción le temperature medie estive sono lievemente inferiori (17.6 °C), sono però superiori quelle invernali (9.3 °C), le precipitazioni sono più abbondanti, in estate la media mensile è di 20 mm e in giugno e luglio raggiunge i 253 mm al mese. I numerosi corsi d'acqua aumentano notevolmente la loro portata in seguito alle piogge invernali e allo scioglimento delle nevi. Le abbondanti precipitazioni nevose sulle Ande e le temperature relativamente miti dell'inverno creano delle eccellenti condizioni per lo sci alpino.
Fra le due catene montuose si trova la cosiddetta valle centrale, un'area adatta allo sfruttamento agricolo soprattutto nella parte più settentrionale. Nelle zone a nord e a sud di Santiago viene coltivata la frutta e la vite dalla quale vengono ricavati i sempre più diffusi vini cileni. L'esportazione di frutta è drasticamente aumentata dalla seconda metà degli anni 70, quando i coltivatori cileni hanno iniziato esportare frutta nell'emisfero settentrionale, sfruttando il fatto di essere nella stagione opposta la frutta viene esportata come primizia, i trasporti di mele, pesche e uva vengono effettuati tramite navi frigorifero mentre i frutti di bosco vengono trasportati per via area.
Benché vi siano diversi laghi anche nella zona costiera e nella regione andina del Cile centrale, la Zona sur può essere definita la zona lacustre del paese. Si estende da sotto il corso del fiume Bío-Bío a circa 37° fino a sud dell'isola di Chiloé alla latitudine di circa 43.4° S. In queste regione la vallata tra la cordigliera delle Ande e la cordigliera della costa ha un'altitudine inferiore rispetto alla Zona central, e i numerosi fiumi che discendono dai rilievi andini tendono ad avere una portata maggiore, alcuni, soprattutto il fiume Calle-Calle che scorre nei pressi della città di Valdivia sono, per brevi tratti, navigabili. L'estremo meridionale della depressione centrale finisce nell'Oceano formando il golfo di Ancud delimitato ad ovest dall'isola di Chiloé, ultima propaggine della Cordillera de la Costa.
Questa regione è una delle più piovose del pianeta, in particolare la città di Valdivia ha precipitazioni annue pari a 2.535,4 mm. I mesi estivi (gennaio e febbraio) sono i meno piovosi con una media mensile di 60/70 mm, i mesi invernali (giugno e luglio) hanno una media mensile di 410,6 mm. Le temperature sono relativamente miti, a Valdivia la media estiva e pari a 16,7° e quella invernale è di 7,9°.
I laghi della regione, dalle limpide acque blu e turchesi, si presentano davanti allo sfondo delle vette innevate delle Ande creando un contrasto estremamente piacevole, i fiumi che scendono dalle Ande scorrono sulle rocce vulcaniche e formano numerose cascate, la vegetazione, ricca di felci è lussureggiante, vi sono diverse foreste originarie e in primavera abbondano le fioriture di fiori selvatici. I pascoli nella parte settentrionale, intorno al vulcano Osorno, sono sfruttati per l'allevamento di bovini, vi si producono latte, formaggi e burro. Nella zona cresce ogni tipo di bacca, i frutti di bosco vengono esportati e nelle acque dei fiumi vengono allevati trote e salmoni. Rilevante anche lo sfruttamento del legname. Nei mesi estivi la regione è visitata da molti turisti soprattutto cileni e argentini.
Numerose specie endemiche sono state decimate o delimitate nelle poche aree di wilderness scampate all'invasione dell'uomo. È il caso dello huemul, una specie di cervo e del condor cileno, il più grande degli uccelli di questa famiglia, entrambi gli animali sono rappresentati sullo stemma del paese. Gli ultimi puma cileni, più grandi dei loro cugini californiani e decimati dagli allevatori di pecore e capre, vivono nei parchi nazionali di questa regione.
Il Cile è attraversato da diversi corsi d'acqua che, generalmente, discendono dalla Cordigliera delle Ande dirigendosi verso l'Oceano Pacifico, a causa della caratteristica conformazione del territorio la maggior parte dei corsi d'acqua sono piuttosto corti e con una portata scarsa. Da un punto di vista economico, pur essendo inadatti per la navigazione presentano un elevato potenziale di sfruttamento idroelettrico.
Nella regione del Norte Grande, ad eccezione di alcuni torrenti con regime endoreico e del fiume Loa non esistono fiumi rilevanti, il Loa è il più lungo fiume cileno (443 km) e ha il più ampio bacino idrografico del paese, circa 34.000 km². Nella zona dell'altopiano vi sono alcuni brevi corsi d'acqua che confluiscono nel lago Chungará, situato ad un'altitudine di 4.500 m s.l.m., in quest'area si incontrano anche i fiumi Lauca e Lluta, entrambi attraversano anche la Bolivia e non superano i 100 km di lunghezza.
Il numero di corsi d'acqua aumenta nel Norte Chico dove i fiumi scorrono in vallate densamente coltivate, tra di essi spicca il fiume Elqui (170 km) e l'Aconcagua (142 km), il Maipo (250 km) e il suo affluente Maule (240 km). I fiumi sono alimentati dallo scioglimento delle nevi delle Ande e dalle piogge nei mesi invernali. Nella zona non vi sono laghi di grandi dimensioni ad eccezione del bacino artificiale del lago Rapel, del lago Colbún, la Laguna del Maule e la Laguna de La Laja.
Più a sud il fiume Bío Bío nel suo corso dalle Ande all'Oceano attraversa l'omonima regione, alimentando, lungo i 380 km del suo percorso, numerose centrali idroelettriche. Altri fiumi importanti dell'area sono l'Imperial e il fiume Toltén, che nasce dal lago Villarrica. Quest'ultimo è il principale degli svariati laghi situati nella regione dell'Araucanía e nella regione di Los Lagos. Fra i laghi più importanti vi sono quelli compresi nel cosiddetto sistema de los Siete Lagos ovvero il lago Ranco, il lago Puyehue, il lago Rupanco, il lago Todos Los Santos e il lago Llanquihue, il secondo lago più grande del paese.
Nell'estremo meridione del Cile i corsi d'acqua sono brevi ma con una portata maggiore che nel resto del paese, tra di essi vi sono il fiume Futaleufú, il Palena, il Baker e il Pascua. Quasi tutti i laghi, ad eccezione del lago Presidente Ríos nella penisola di Taitao e della Laguna de San Rafael, sono situati al confine tra Cile e Argentina. Fra questi vi è il lago General Carrera, che con i suoi 970 km² compresi nel territorio cileno è il più grande lago del paese. Altri laghi rilevanti sono il lago Cochrane, il lago O'Higgins e il lago Fagnano nella Terra di Fuoco.
La grande lunghezza del Cile determina notevoli differenze climatiche tra le varie regioni del nord, del centro e del sud del paese. Le regioni del nord del Cile, quasi interamente desertiche, sono tra le più aride del mondo. Nelle regioni centrali invece le temperature sono di tipo mediterraneo, con estati fresche e inverni miti. Infine le regioni del sud sono caratterizzate dalla grande piovosità, dal freddo intenso e dai forti venti, in particolar modo nelle zone della Patagonia cilena.
Il Cile è relativamente omogeneo, e la maggior parte della popolazione è costituita da bianchi principalmente e meticci in vari gradi, ovvero il prodotto della miscela razziale fra le tribù amerindi ed i conquistatori spagnoli. Si ritiene che nel 1570 il Cile fosse abitato da 10.000 bianchi, 10.000 meticci, e 600.000 amerindi.
Attualmente, e secondo il censimento 2002, soltanto 4.6% della popolazione (692.192 persone) si è dichiarato Amerinda ed appartenente ad uno degli otto grupi etnici riconosciuti nella legislazione corrente — cioè che ancora esercitano e parlano le loro culture e lingue autoctone. Di questi, l'87.3% si dichiara mapuche. Nel censimento di 1992, al contrario, un totale di 10.5% del totale si è dichiarato indigeno, indipendentemente dal fatto che esercitassero o parlassero la loro cultura e lingua indigene. Quasi un milione di persone (9.7% del totale) si è dichiarato mapuche; 0.6% si è dichiarato aymara, e un 0.2% si è dichiarato rapanui (cioè appartenente all'etnia dell'Isola di Pasqua)
Un grande numero d'immigranti d’origine europea non spagnola é arrivato in Cile - principalmente agli estremi nord e sud del paese - durante i secoli XIX e XX, compresi inglesi, irlandesi, italiani, francesi e iugoslavi. In 1848 una piccola ma significativa immigrazione tedesca è stata intrapresa, promossa dal governo cileno allo scopo di colonizzazione il sud. Col tempo quel nucleo pur piccolo, composto da non più di 7.000 tedeschi, ha influenzato la composizione etnica delle province del sud di Valdivia, Llanquihue e di Osorno. Oltre a queste ondate migratorie, degne di nota sono le colonie coreane e palestinesi. L'immigrazione dai paesi limitrofi con il Cile durante questi stessi periodi è stata della stessa entità.
Durante l'ultimo decennio l'immigrazione in Cile è raddoppiata fino a raggiungere il numero di 184.464 persone nel 2002, pricipalmente dai paesi limitrofi, l'Argentina, Bolivia, ed il Perù. D'altra parte, nonostante l'emigrazione sia diminuita durante l'ultimo decennio, è stato stimato che 857.781 cileni vivano all'estero, di cui il 50.1% in Argentina, il 13.3% negli Stati Uniti ed il 4.9% in Svezia. La mobilità della popolazione all'interno del paese è aumentata durante gli ultimi decenni, a causa di un inurbamento voluminoso dalle zone rurali verso le più grandi città del paese. Mentre nelle regioni centromeridionali del paese più dell'80% della popolazione è formato da persone nate nella stessa regione (nella regione del Biobío raggiunge 86.11%), nella regione metropolitana di Santiago soltanto il 71% della popolazione è ivi nata, mentre nelle regioni estreme (come la regione di Magallanes) questo numero arriva soltanto a 55%.
L'economia cilena è internazionalmente conosciuta come uno delle più rilevanti dell' America Latina. Nonostante che nel corso della sua storia ha affrontato vari periodi di crisi, in questi ultimi anni ha avuto una crescita significativa e duratura. Il modello economico neoliberale, che è stato introdotto durante il regime militare, è stato mantenuto dai governi democratici, che solo piccole modifiche apportate dal governo per finanziare programmi sociali.
Dopo anni in isolamento, oggi il Cile è un mercato aperto al mondo, con un'economia caratterizzata dallo sfruttamento e l'esportazione di materie prime.
Prodotto Nazionale Lordo: 8.864$ pro capite (40° posto della classifica mondiale)(anno 2006).Bilancia dei pagamenti: -594 milioni di $ (2003).Inflazione: 2,5% (stima per il 2007).Disoccupazione: 6,7% (stima per il 2007).
L'agricoltura e la zootecnia sono le principali attività delle regioni del centro e del sud del paese. L'esportazione di frutta e verdura ha raggiunto livelli storici, in apertura delle porte dei mercati europei e asiatici, così come prodotti forestali. Si tratta di uno dei più importanti esportadori di vino della zona.
Sistema sanitario pubblico, ed anche predominante.
I cileni spesso definiscono il loro paese País de Poetas (paese di poeti), la poetessa Gabriela Mistral è stata la prima donna latino americana a vincere il premio Nobel per la letteratura (1945) seguita nel 1971 dal più celebre Pablo Neruda. Altri poeti celebri sono Pedro Prado, Vicente Huidobro, Pablo de Rokha, Juvencio Valle, Rosamel del Valle, Gonzalo Rojas, Jorge Teillier, Enrique Lihn, Nicanor Parra, Carlos Pezoa Véliz e in epoca più recente Raúl Zurita, Juan Luis Martinez e Sergio Badilla Castillo.
Lo scrittore Alberto Blest Gana (1830 - 1920) è considerato il padre del romanzo cileno mentre il romanziere e scrittore di racconti brevi più noto del XX secolo, benché poco noto al di fuori dei confini del paese, è stato Manuel Rojas. Maggiore fama internazionale hanno raggiunto Antonio Skármeta, Isabel Allende (nipote del presidente Salvador Allende) Jorge Edwards, José Donoso, Miguel Serrano, Marcela Serrano, Luis Sepúlveda, Alejandro Jodorowsky e Roberto BolañoSantiago del Cile è la capitale del Cile nonché il principale centro urbano del paese. L'area metropolitana della città è chiamata talvolta Gran Santiago o semplicemente Santiago e corrisponde al capoluogo della Regione Metropolitana di Santiago.
Considerata spesso un'unica città in realtà è una conurbazione che comprende completamente il territorio di 26 comuni e parte del territorio di altri 11 comuni, gran parte della metropoli è compresa nella provincia di Santiago, alcune parti periferiche fanno parte delle province di Maipo, Cordillera e Talagante.
La città è situata ad un altitudine media di 567 m s.l.m. [1] Nell'anno 2002 l'estensione della conurbazione era pari a 641,4 km² e la popolazione era pari a 5.428.590 abitanti[2] che equivale a circa il 35,9% della popolazione totale del paese. Secondo le statistiche Santiago è la settima città più popolosa del Sudamerica e la 45esima area metropolitana del mondoSantiago venne fondata da Pedro de Valdivia il 12 febbraio del 1541 con il nome di Santiago del Nuevo Extremo in onore di San Giacomo e a ricordare che, come Santiago de Compostela rappresentava per gli antichi l'estrema terra abitata in Europa prima dell'oceano inesplorato, analogamente la nuova città rappresentava l'estremo limite dell'esplorazione nel continente americano da poco scoperto. La cerimonia di fondazione si tenne sulla collina di Huelé (successivamente ribattezzata Collina Santa Lucía). Valdivia scelse questo luogo per la sua posizione, al centro della vasta e fertile pianura (Valle central) compresa tra la Cordigliera delle Ande e la Cordigliera della costa, per il suo clima temperato e per la facilità con cui poteva essere difeso.
Il fiume Mapocho divideva l'area in due e la ricongiungeva poi più a sud, formando un'isola.
I primi edifici furono eretti sfruttando il lavoro degli indiani Picunche. La riva meridionale del Mapocho fu poi drenata e trasformata in una zona pedonale, conosciuta come Alameda (ora Avenida Alameda Libertador Bernardo O'Higgins).
La città fu parzialmente distrutta durante la Guerra di Indipendenza nel (1810–18), in occasione della battaglia di Maipú che fu combattuta a sud-ovest del centro abitato. Santiago divenne la capitale del Cile indipendente nel 1818.
All'inizio del XIX secolo Santiago era soltanto una piccola città con pochi edifici, fra cui il Palacio de La Moneda, utilizzato al tempo della dominazione spagnola come zecca, e alcune chiese. Negli anni Ottanta del'Ottocento l'estrazione del nitrato nel nord del Cile portò una certa prosperità al paese e favorì lo sviluppo della capitale. Fu così che importanti edifici vennero costruiti nel 1910 per celebrare il centenario dell'indipendenza dalla Spagna, fra quali la Biblioteca Nazionale e il Museo delle Belle Arti.
Negli anni Trenta del Novecento Santiago cominciò a diventare una città moderna, con la costruzione del Barrio Cívico, intorno al Palacio de La Moneda. Nel frattempo, la popolazione aumentava grazie all'arrivo di nuovi abitanti dal nord e dal sud del Cile.
Nel 1985 un forte terremoto distrusse alcuni edifici di importanza storica nel centro della città.
Attualmente, Santiago rappresenta un centro finanziario molto importante dell'America Latina.

Nessun commento: