Camerun

La Repubblica del Camerun è uno Stato dell'Africa Centrale. Confina a nord ed ad ovest con la Nigeria, a nord ed ad est con il il Ciad, ad est con la la Repubblica Centrafricana, e a sud con la Repubblica del Congo, il Gabon, la Guinea Equatoriale e il Golfo di Guinea.
Il Camerun è una Repubblica Presidenziale monocamerale il cui presidente è Paul Biya.La storia della regione prima che vi arrivassero i portoghesi nel 1472 è poco nota. Dal 1472, anno in cui i portoghesi si stabilirono sull'estuario del fiume Sanaga, iniziò lo sfruttamento coloniale europeo che lungo la costa fondarono molti avamposti che commerciavano avorio, legnami pregiati e schiavi. Le popolazione autoctone erano rappresentate per la maggior parte da douala lungo le coste e fulani all'interno, dove praticavano per lo più la pastorizia. Nell'ottocento lungo le coste del Camerun divennero attivi i commercianti britannici, francesi e tedeschi, che furono i primi tra gli occidentali ad dare l'avvio all'esplorazione delle zone interne. Tra il 1860 e il 1911, a seguito di diversi trattati, i tedeschi che avevano in Douala la capitale del loro protettorato riuscirono ad espandere la loro influenza sul Camerun, fino alla regione dell'attuale Ciad. Nel 1912, come conseguenza diretta della crisi di Agadir, i tedeschi riconobbero l'influenza francese sul Marocco e ottennero che i francesi riconoscessero la loro sul Camerun.
Durante la prima guerra mondiale forze britanniche invasero il paese, che con il trattato di Versailles del 1919 passò sotto il governo francese, anche se una parte di questo passò sotto il mandato britannico.
Il paese seguì le sorti di molti altri stati africani che alla fine della seconda guerra mondiale passarono sotto la tutela nominale dell'ONU e che ottennero l'indipendenza intorno agli anni sessanta, spesso solo dopo una fase di lotta armata contro le potenze coloniali. Stessa sorte toccò al Camerun che ottenne l'indipendenza nel 1960. Nel 1961 l'ONU organizzò un referendum nel Camerun britannico a seguito del quale la regione settentrionale, musulmana, fu unita alla Nigeria, mentre quella meridionale, cristiana ed animista, fu unita al Camerun.
Ma i contrasti tra la popolazione musulmana e cristiana rimasero e flagellarono il paese subito dopo l'indipendenza.
La maggioranza della popolazione è cristiana (43%), soprattutto nella fascia centro meridionale (cattolici 28%, protestanti 15%); seguono poi l'animismo (35%) e l'islam (22%), soprattutto nel centro-nord dello stato.
A differenza di altri paesi dell'area, il Camerun ha goduto negli ultimi decenni di una certa stabilità, che ha favorito l'economia e lo sviluppo di infrastrutture. L'agricoltura è basata sulla tecnica della rotazione. L'industria principale è quella petrolifera. Sono presenti sul territorio diverse multinazionali, che influiscono in maniera sostanziale sulla situazione economica del paese.
Il calcio è lo sport più seguito nel paese, infatti la rappresentativa dello stato è una delle nazionali più forti dell'Africa.
Il Camerun è costituito da più di 200 ceppi linguistici bantu. Questi possono essere suddivisi in ceppi francofoni (a sud), che vivono in aree semi-forestali e sono di religione prevalentemente cristiana; e anglofoni (a nord), che abitano zone di savana o semi-desertica, e sono di religione e cultura islamica. Questa suddivisione è dovuta alla spartizione messa in opera dopo la prima guerra mondiale delle colonie tedesche di cui il Camerun faceva parte, fra Francia ed Inghilterra. Nella zona della capitale Yaoundé l'etnia principale è quella ewondo, che è anche quella che ha avuto un contatto più significativo con gli europei. Altre etnie, per esempio i Bamileké, hanno maggiormente mantenuto la loro cultura originaria, come testimoniano l'arte locale, la diffusione delle chefferie e delle società segrete tradizionali e così via. Si tratta di etnie che abitano regioni remote del paese dove gli europei hanno avuto difficoltà a penetrare, anche per via della resistenza delle popolazioni locali. Questa differenze hanno fortemente determinato la struttura attuale dello stato, che viene percepito in modi diversi dalle diverse etnie
Yaoundé (pron. ia-un-dé), popolazione stimata 1.344.617 abitanti (2006), è la capitale del Camerun e la seconda più grande città della nazione (Douala è la più grande).
Yaoundé venne fondata nel 1888 dai commercianti tedeschi come base per il commercio dell'avorio. Venne occupata dalle truppe belghe durante la prima guerra mondiale e alla fine di questa divenne la capitale del Camerun Francese.
Le industrie comprendono sigarette, prodotti caseari, manufatti in argilla e in vetro e legname. Yaoundé è un centro regionale per caffè, cacao, copra, canna da zucchero e gomma.
Il 20 luglio 1963 vi è stata firmata la Convenzione di Yaounde tra i Paesi della CEE e quelli della SAMA.

Cambogia

La Cambogia (in lingua khmer: , Kâmpuchea) è uno Stato (181.040 km²; 13.363.421 abitanti) del sud-est asiatico. Si affaccia sul Golfo del Siam e confina con la Thailandia, il Laos e il Vietnam. La capitale è Phnom Penh. L'aggettivo comunemente riferito al paese è "Cambogiano" oppure "Khmer", a causa della predominanza etnica del gruppo etnico degli khmer, la cui lingua è quella ufficiale.
La Cambogia è ritornata ad essere una monarchia parlamentare nel 1993, dopo un lungo periodo di instabilità iniziato nel 1970 con il colpo di Stato repubblicano e filoamericano di Lon Nol, seguito dalla dittatura dei Khmer Rossi (comandati da Pol Pot) cui pose fine l'invasione vietnamita del 1978.
Le prime tracce di insediamenti umani in Cambogia risalgono al primo millennio AC, dal IX fino agli inizi del XV secolo vi fiorì la civiltà Khmer. Il vastissimo complesso archeologico di Angkor Wat è oggi la più grande testimonianza dell'antico splendore Khmer. Relativamente poco noto, rappresenta la seconda area archeologica al mondo per estensione dopo quella di Giza in Egitto e costituisce praticamente l'intero patrimonio artistico nazionale. Angkor Wat è presente sulla bandiera nazionale.
Nell'era moderna la Cambogia è diventata nota a causa del periodo di dittatura 1975-1979, capeggiata da Pol Pot. In pochi anni sono state realizzate deportazioni di massa dalle città alle campagne ed uccisioni che hanno dimezzato la popolazione. Dopo aver subito anche un'invasione dell'esercito vietnamita, la Cambogia è oggi ritornata alla pace e si sta riavviando alla democrazia.
La Cambogia ha una superficie di circa 181.040 km². Confina a nord ovest con la Thailandia per circa 800 km, a nord-est con Laos per circa 541 km e a est sud-est con il Vietnam per circa 1.228 km, ha inoltre 443 km di coste affacciate sul Golfo di Thailandia.
La caratteristica fisica peculiare è la depressione lacustre del lago Tonle Sap (Grande lago) con una superficie di 2.590 km² nella stagione secca e di 24.605 km² durante la stagione delle piogge. Quest'ampia pianura, densamente popolata è in gran parte coperta da coltivazioni di riso. Gran parte del paese si trova a meno di 100 m s.l.m. vi sono però delle aree montuose nel nord del paese, gli altopiani del Phanom Dang Rek e nella zona sud-occidentale del paese, i monti Cardamomi, che arrivano a 1.812 metri di altezza.
I due maggiori fiumi del paese sono il Mekong che lo attraversa da nord a sud e il fiume Tonle Sap emissario dell'omonimo lago e affluente del Mekong. I laghi sono molto poco frequenti.
Il Clima della Cambogia è fortemente influenzato dai monsoni tropicali, provenienti da sud (Golfo del Siam e Oceano Indiano) da maggio a ottobre, o da nord-est da novembre a marzo (stagione secca). Il periodo più piovoso dell'anno oscilla fra settembre ed ottobre, mentre il meno umido tra gennaio e febbraio. Le temperature possono variare dai 10°C ai 38°C.
La Cambogia è divisa in 20 province (khet) e 4 municipalità (krong), ulteriormente suddivise in distretti (srok), comuni (khum), villaggi (phum) e isole (koh).
Nonostante il recente progresso, l'economia della Cambogia continua a soffrire dagli effetti di decenni di guerra civile, instabilità interna e corruzione. Il prodotto interno lordo è in rapida crescita, ma è basso confrontato a quello degli altri paesi nella regione. Molti degli insediamenti rurali dipendono dall'agricoltura e dai settori correlati. Riso, pesce, legname e gomma sono i prodotti maggiormente esportati dalla Cambogia e gli Stati Uniti d'America, Singapore, Giappone, Thailandia, Cina, Indonesia e Malaysia sono i maggiori partner commerciali.[1].
L'economia cambogiana è basata principalmente sull'agricoltura, in particolare sulla produzione di riso. L'industrializzazione è un obiettivo, come del resto lo sono molti, ancora lontano.
Il turismo è la seconda più grande risorsa del paese dopo l'industria tessile.[1] Il 50% di visitatori giunge per Angkor Wat, e gran parte del resto per Phnom Penh.[2] Altri importanti luoghi turistici sono Sihanoukville nel sud-est, che ha parecchie spiagge rinomate, e l'area attorno a Kampot, con la Stazione di Bokor Hill. Recentemente, nell'ambito di un progetto dell'Unione Europea per lo sviluppo della Cambogia chiamato Asia Urbs - Provincial Towns in Cambodia, è stato avviato un programma di turismo sostenibile nei dintorni di Batdambang, volto a svelare al viaggiatore aspetti poco noti della Cambogia meno battuta dalle rotte turistichePhnom Penh è la capitale della Cambogia, oltre ad essere la più vasta e popolosa città del paese. È anche la capitale del municipio di Phnom Penh.
È anche il più importante centro politico, commerciale e culturale del paese e conta circa 1 milione di abitanti.
Conosciuta come la Perla d'Asia', la città è una delle più importanti mete turistiche sia a livello nazionale che internazionale.
Phnom Penh è rinomata per la sua architettura, che risente sia dello stile tradizionale khmer che di quello importato dalla Francia, come per la cordialità della sua gente.
Attorno al 1440, quando Angkor venne abbandonata, Phnom Penh diventò la nuova capitale poiché era in posizione più difendibile dalle incursioni del regno siamese e facilitata nei commerci per la vicinanza del fiume Mekong. Nel 1772 venne rasa al suolo dai thailandesi e nel 1863 venne conquistata dai francesi.
Nel 1975 i khmer rossi, con a capo Pol Pot, attuarono una politica di “socialismo a grano”, evacuando tutti i cittadini dalle città alle campagne in fattorie comuni. Phnom Penh venne trasformata in una città fantasma. Nel Natale del 1978 duecentomila vietnamiti invasero la Cambogia, conquistarono Phnom Penh e cacciarono Pol Pot con i suoi fedelissimi nelle foreste al confine con la Thailandia.
Phnom Penh si trova nella parte sud-orientale della Cambogia, alla confluenza dei fiumi Tonlé Sap e Mekong. La città si trova a 11.55° di latitudine nord e 104.91667° di longitudine est.
Il clima è caldo in tutto l'arco dell'anno, con scarsa escursione termica. Ci sono tre stagioni pricipali: la stagione fredda da novembre a gennaio, quella calda da febbraio a maggio e la stagione delle piogge da giugno ad ottobre.Le maggiori attrazioni turistiche di Phnom Penh sono il Palazzo Reale, la Pagoda d'Argento, il Museo Nazionale, il Monumento dell'Indipendenza (in Khmer: Vimean Akareach), il Monumento dell'amicizia fra Cambogia e Vietnam, il Museo Tuol Sleng del Genocidio e il Wat Phnom. Fuori dalla città c'è il Centro del Genocidio Choeung Ek.

Burundi

Il Burundi è un piccolo stato talvolta considerato come facente parte dell'Africa Orientale, talvolta dell'Africa dei Grandi Laghi. Si trova nella regione geografica dei Grandi Laghi; confina con il Ruanda a nord, con la Repubblica Democratica del Congo a ovest, e con la Tanzania a sud e a est. Ha per capitale Bujumbura.
Prima di nascere come stato indipendente fu colonia tedesca e possedimento belga.
La prima popolazione del Burundi fu probabilmente quella dei Batwa, a cui seguirono nel XIV secolo gli Hutu, un popolo di agricoltori che conquistò una posizione predominante nell'area. Nel XV secolo gli hutu furono sottomessi da invasori tutsi (un popolo di pastori nomadi), che fondarono due grandi regni corrispondenti grosso modo agli odierni Burundi e Ruanda.
Nel 1884 i tedeschi conquistarono sia il Burundi che il Ruanda, entrambi annessi all'Africa Orientale Tedesca. Al termine della prima guerra mondiale, in seguito alla sconfitta tedesca, la colonia venne affidata dalla Società delle Nazioni al Belgio. L'amministrazione belga (che diede origine allo stato denominato Ruanda-Urundi) mantenne sostanzialmente gli assetti sociali e politici preesistenti, che vedevano un netto vantaggio dei tutsi e crescenti tensioni etniche.
Il Burundi ottenne l'indipendenza nel 1962, come monarchia costituzionale. La nuova organizzazione politica consolidò la posizione di potere dei tutsi, conservata anche dopo le elezioni legislative del 1965, in cui gli Hutu ottennero la maggioranza. La tensione fra i due gruppi etnici diede luogo a una successione di colpi di stato e disordini, che si concluse con la presa di potere del capitano tutsi Michel Micombero nel 1966. Micombero si autodichiarò presidente della repubblica del Burundi.
Nel 1972 alcuni ribelli Hutu tentarono un nuovo colpo di stato, rendendosi responsabili di uno dei primi massacri della storia del Burundi. Il governo reagì in modo non meno violento; vi furono stragi di hutu e decine di migliaia di profughi costretti a fuggire nello Zaire e in Tanzania.
Un nuovo colpo di stato, nel 1976, portò alla presidenza Jean-Baptiste Bagaza. Una nuova costituzione (1981) confermò la struttura monopartitica del paese. Bagaza fu rieletto nel 1984, per essere vittima di un ennesimo colpo di stato, nel 1987, che portò al potere Pierre Buyoya. Nello stesso periodo, le violenze etniche divennero più violente che mai, attirando l'attenzione del mondo intero. Buyoya si fece carico di risolvere la crisi intraprendendo un percorso di democratizzazione. Nel 1991 si insediò nel paese il primo governo a maggioranza hutu; nel 1992 fu stesa una nuova costituzione che prevedeva un sistema pluripartitico; e nel 1993 si tennero le prime elezioni presidenziali democratiche. A vincerle fu l'hutu Melchior Ndadaye, leader del Fronte per la Democrazia in Burundi (FRODEBU). Ndadaye fu assassinato poche settimane dopo le elezioni, causando nuovi disordini nel paese e una nuova strage perpetrata dall'esercito (controllato dai Tutsi) ai danni degli hutu.
Anche il successore di Ndadaye, Cyprien Ntaryamira, era un hutu; egli perse la vita nell'aprile del 1994, in un attentato aereo, insieme al presidente del Ruanda. Questo evento scatenò un'ondata di violenza in Ruanda, ai danni dei tutsi.
Per contenere l'esplosione di violenza in Burundi, 12 dei 13 partiti costituirono un grande governo di coalizione. Questo governo rimase al potere fino al 1995, per essere rovesciato nel 1996 da un nuovo colpo di stato da parte di Buyoya.
Gli scontri etnici in Burundi e Ruanda, soprattutto negli anni '90, contribuirono a isolare i due paesi dalla comunità internazionale e anche dagli stessi paesi confinanti, che tuttavia furono parte attiva nei tentativi di riconciliazione, a partire dagli accordi di Arusha del 1993, colloqui di pace fra hutu e tutsi tenutisi ad Arusha (Tanzania) nel 1993.
Nell'agosto del 2000 un accordo fra i gruppi politici del Burundi stabilì una serie di scadenze per la restaurazione della democrazia, nel 2003 venne firmato un cessate il fuoco fra il governo guidato da Buyoya e il gruppo di ribelli hutu più numeroso, il Conseil National pour la Défense de la Démocratie-Forces pour la défense de la démocratie (CNDD-FDD). Nello stesso anno il leader del FRODEBU, Domitien Ndayizeye prese il posto di Buyoya come presidente del paese. L'ala più estremista dei ribelli Hutu, il gruppo Forces Nationales de Libération (FNL), continuò a rifiutare qualunque forma di accordo.
La risoluzione ONU 1545 del maggio 2004, visto il proseguire dei combattimenti, stabilì la costituzione della missione United Nations Operation in Burundi (UNOB) con l'invio di forze di peace-keeping per supportare i processi di democratizzazione definiti negli accordi di Arusha. Nell'agosto del 2004, il FNL massacrò 152 tutsi congolesi al campo di rifiugiati di Gatumba, nella parte occidentale del Burundi. Il governo emise dei mandati di arresto nei confronti dei leader del FNL Agathon Rwasa e Pasteur Habimana, dichiarando il gruppo un'organizzazione terrorista.
Del febbraio 2005 è l'approvazione della nuova Costituzione seguita da elezioni e nomina del nuovo presidente, il leader del partito CNDD-FDD Pierre Nkurunziza. Secondo quanto stabilito dagli accordi di pace la composizione delle istituzioni è equamente ripartita fra hutu e tutsi.
Gruppi di ribelli del FNL sono tuttora attivi in alcune province ma nel giugno 2006 sono state avviate trattative di pace a Dar-es-Salaam che hanno portato ad un cessate il fuoco. Sono tuttora in corso trattative riguardanti l'integrazione dei ribelli nelle forze armate del paese.
Il Burundi si trova nella regione Grandi Laghi. L'intero territorio del paese è costituito da un altopiano, con un'altitudine media di 1700 m. Il punto più alto è il monte Karonje (2685 m), situato a sudest della capitale. A sud e a sud-est i bordi dell'altopiano scendono fino a circa 1300 m. L'unica area situata a meno di 1000 m di altitudine è una striscia di terra attorno al fiume Ruzizi (a nord del lago Tanganica), che forma la Albertine Rift, propaggine occidentale della Grande Rift Valley.
L'idrografia del paese è caratterizzata dalla sua appartenenza a due grandi bacini, quello del Congo e quello del Nilo. La parte centrosettentrionale dell'altopiano fa parte del bacino del Nilo tramite il fiume Ruvubu (chiamato talvolta Ruvuvu) che delimita per un tratto il confine fra Burundi e Tanzania per confluire poi nel fiume Kagera che a sua volta, dopo oltre 600 km di percorso, si immette nel Lago Vittoria. Il Ruvubu, e in particolare il suo affluente principale, il Ruvironza, è considerato una delle sorgenti del Nilo.
Il resto del paese riversa le sue acque nel lago Tanganica che alimenta, tramite il suo emissario Lgukua, il fiume Lualaba, tratto iniziale del Congo.
A sud, il confine con la Tanzania è delimitato dal fiume Malagarasi, mentre a nord un tratto di confine con il Ruanda è costituito dal fiume Kanyaru, più a est, sempre al confine col Ruanda si trovano i laghi di Cohoha e Rweru.
Il lago Tanganica, fra i più grandi laghi africani, segna il confine fra il Burundi e la Repubblica Democratica del Congo. La porzione di costa del Burundi è lunga circa 120 km e caratterizzata da sponde scoscese, il lago raggiunge profondità elevate già a pochi metri di distanza dalla riva. Solo nella parte settentrionale vi sono alcuni tratti sabbiosi derivanti da depositi alluvionali.
La popolazione del Burundi, nonostante quanto comunemente ritenuto, non è suddivisa per etnie o per tribù. La differenziazione fra le etnie è in realtà molto labile, condividono infatti la stessa lingua, la stessa religione e hanno usi simili. La popolazione è costituita per l'85% da hutu che rappresentano perlopiù la componente di popolazione dedita all'agricoltura, da un 14% di tusti perlopiù dediti alla pastorizia e da un rimanente 1% di twa, un'etnia pigmea.
L'elevata densità della popolazione è in parte spiegata dalla posizione del paese, lontano dal mare e dalle tradizionali rotte della tratta degli schiavi che ha spopolato altre zone del continente. Le particolari condizioni climatiche, date dall'altitudine oltre a liberare il paese dal morbo della tripanosomiasi permettono anche doppi cicli di coltura e una buona integrazione fra l'attività agricola e quella della pastorizia.
La pressione demografica, accresciuta dall'elevato numero di profughi rientrati dopo la fine dei conflitti etnici, provoca però un eccessivo sfruttamento dei terreni, nell'indice dei paesi con problemi di denutrizione il Burundi è in penultima posizione.
Il Burundi ha una popolazione stimata di 8.090.068 abitanti [1] per una densità di popolazione pari a 290,7 abitanti per km². La popolazione ha avuto un enorme crescita fin dal dopoguerra come ogni paese in via di sviluppo, perché se nei primi Anni '60 presentava circa 3 milioni di abitanti già negli primi Anni '90 ne aveva 6 fino a giungere alla già citata cifra.
Contrariamente a quanto avviene in gran parte dell'Africa subsahariana, dove il modello di insediamento prevalente è quello del villaggio, gran parte della popolazione rurale del Burundi risiede in piccoli insediamenti dispersi costituiti da pochi nuclei famigliari chiamati rugo. Solo un percentuale minima della popolazione risiede in nuclei urbani, La città più popolosa è la capitale Bujumbura, altri centri urbani sono Muyinga (ca 71.000 abitanti), Ruyigi (circa 40.000 abtianti) e Gitega (circa 23.000 abitanti) situata nell'altopiano.
L'attività agricola, cui si dedica la maggior parte della popolazione, è rivolta sia alle produzioni per l'autoconsumo (arachidi, patate, riso) sia a quelle commerciali e di piantagione (agrumi, banane, caffè, cotone, canna da zucchero, palma da olio, tè e tabacco). L'allevamento di bovini, caprini, ovini e dromedari è diffuso in tutto il territorio, ma la siccità colpisce spesso le regioni settentrionali provocando frequenti morie di bestiame. La pesca è praticata sulle coste del lago Tanganica. Una potenziale risorsa di queste regioni è rappresentata dal turismo che ha come meta le savane.
Bujumbura, popolazione stimata 300.000 abitanti (1994), è la capitale del Burundi e della Provincia di Bujumbura Mairie. La città è situata sul Lago Tanganica ed è la più grande città del paese, nonché il suo centro amministrativo, economico e delle comunicazioni. L'industria produce cemento, tessuti e sapone. Bujumbura è il porto principale del Burundi e imbarca la maggior parte del principale prodotto da esportazione della nazione, il caffè, oltre a cotone, pelli e minerale di stagno.
Bujumbura crebbe dalla dimensione di piccolo villaggio, dopo di che divenne un insediamento militare dell'Africa Orientale Tedesca nel 1889. Dopo la prima guerra mondiale divenne il centro amministrativo del mandato belga della Società delle Nazioni del Ruanda-Urundi. Il nome della città venne cambiato da Usumbura a Bujumbura quando il Burundi divenne indipendente nel 1962. Dall'indipendenza, Bujumbura è stata scena di frequenti combattimenti tra i due principali gruppi etnici del paese, con le milizie hutu che si oppongono all'esercito del Burundi dominato dai tutsi.

Burkina faso

Il Burkina Faso, già Repubblica dell'Alto Volta, è uno stato (274.200 km², abitanti 13.730.258 nel 2006[1]) dell'Africa Occidentale privo di sbocchi sul mare e confinante con Mali a nord, Niger a est, Benin a sud-est, Togo e Ghana a sud e Costa d'Avorio a sud-ovest.
È una repubblica semi-presidenziale. L'attuale capo dello stato è Blaise Compaoré. Il capo del governo è Tertius Zongo.
La lingua ufficiale è il francese.
Dapprima colonia, ottenne l'indipendenza dalla Francia nel 1960 e divenne Repubblica dell'Alto Volta. Il nome attuale, Burkina Faso, fu istituito il 4 agosto 1984 dal presidente rivoluzionario Thomas Sankara, e significa "la terra degli uomini integri" nella lingua more e nella lingua bamanankan parlate respettivamente dall'etnia mossi e dell'etnia dioula.
Come tutta l'Africa occidentale, la regione del Burkina Faso fu abitata fin dall'antichità (dal 12.000 al 5.000 a.C.) da popolazioni di cacciatori-raccoglitore; strumenti di pietra di questo periodo sono stati ritrovati a partire dal 1973. I primi insediamenti agricoli apparvero fra il 3600 e il 2600 a.C. Fra il XV e il X secolo a.C. si sviluppò l'uso del ferro, della ceramica e della pietra levigata; a questo periodo risalgono anche i primi ritrovamenti che testimoniano riti funebri.
Fra i popoli che abitarono il Burkina Faso ci furono sicuramente i Dogon, localizzati nella parte settentrionale della regione, in seguito migrati verso Bandiagara. Altre popolazioni non ancora identificate costruirono alte mura nel sudovest e in Costa d'Avorio.
Fra il XV e il XVI secolo d.C. la regione del Burkina Faso fu uno dei centri economici più importanti dell'impero Songhai.
I francesi iniziarono la colonizzazione della regione del Burkina Faso nel 1896, sottomettendo il regno Mossi di Ouagadougou. Il regno divenne un protettorato, e nel 1898 l'intera regione era sotto il controllo francese. Nel 1904, il protettorato fu annesso all'Africa Occidentale Francese, insieme agli odierni Senegal e Niger. I Burkinabe parteciparono alla Prima guerra mondiale all'interno della fanteria senegalese (tirailleurs sénégalais).
Nel 1919, il Burkina Faso divenne una colonia separata (col nome di Alto Volta); il primo governatore fu François Charles Alexis Édouard Hesling. Il 5 settembre 1932, la colonia fu smembrata e suddivisa fra Costa d'Avorio, Mali e Niger. Fu ricostituita il 4 settembre 1947, con gli stessi confini che aveva in precedenza.
L'Alto Volta ottenne l'autogoverno l'11 dicembre 1958, diventando una repubblica membro della Comunità Franco-Africana (La Communauté Franco-Africaine). Due anni dopo la Francia concesse l'indipendenza.
Come per molti altri stati africani, il periodo successivo all'indipendenza fu caratterizzato da una forte instabilità politica. Un primo colpo di stato, nel 1966, portò al potere i militari fino al 1978. Il secondo colpo di stato, nel 1980, fu messo in atto da Saye Zerbo, rovesciato due anni dopo. Nel 1983 un contro-colpo di stato portò al potere Thomas Sankara, ucciso nel 1987. Alla morte di Sankara divenne presidente Blaise Compaoré, attuale capo di stato del paese.
L'altitudine media del Burkina Faso è di 400 m; si tratta quindi di una regione relativamente piana, con poche eccezioni localizzate.
La gran parte del territorio del Burkina Faso è costituito da un penepiano, in alcune zone mosso da poche colline, ultime vestigia di un massiccio del Precambriano. Il sudovest è invece dominato da un massiccio di arenaria; qui si trova la più alta vetta del paese, il Ténakourou (749 m s.l.m.). I bordi del massiccio sono costituiti da ripide scarpate, con dislivelli fino a 150 m.
Il vecchio nome del paese, "Alto Volta", si doveva a tre importanti fiumi che ne attraversano il territorio: il Mouhoun (precedentemente chiamato "Volta Nero"), il Nakambé ("Volta Bianco") e il Nazinon ("Volta Rosso"). Il Mouhoun e il Comoé sono i due unici corsi d'acqua con presenza di acqua tutto l'anno.
Il bacino del fiume Niger costituisce il 27% della superficie del Paese. I tributari (Béli, Gorouol, Goudébo e Dargol) hanno andamento stagionale; sono in secca per circa metà dell'anno, ma possono anche causare notevoli inondazioni.
Fra i numerosi laghi del Burkina Faso, i principali sono il Tingrela, il Bam e il Dem, oltre ai grandi bacini di Oursi, Béli, Yomboli e Markoye.
La siccità è un problema ricorrente del paese, specialmente nella zona settentrionale.
Il clima del Burkina Faso è principalmente tropicale, con due stagioni distinte: la stagione delle piogge, da maggio-giugno a settembre (più breve nel nord), con precipitazioni comprese fra i 600 e i 900 mm; e la stagione secca, in cui soffia l'harmattan, un vento secco e caldo proveniente dal Sahara.
Gli abitanti del Burkina Faso sono chiamati Burkinabé o Bukkini (pronunciato [bukki?ni?]).
La popolazione è concentrata nella parte centrale e meridionale del paese. A causa del forte tasso di disoccupazione, centinata di migliaia di Burkinabé migrano stagionalmente nei paesi confinanti in cerca di lavoro.
L'aspettativa di vita in Burkina Faso è di poco inferiore ai 50 anni; l'età media degli abitanti è 17. Il tasso di crescita della popolazione, secondo una stima del 2000, è di 2,71%. Queste valutazioni tengono conto del forte impatto dell'AIDS (il 4% della popolazione ne è affetto) come causa di morte nel paese.
Circa il 50% della popolazione è di fede islamica, e il 30% cristiana. Il restante 20% è costituito principalmente da seguaci delle religioni africane tradizionali animiste. Elementi della tradizione animista si ritrovano anche nelle pratiche di culto cristiane e musulmane dei Burkinabe.
Il francese, unica lingua ufficiale del paese, è parlato solamente dal 10% della popolazione; la stragrande maggioranza si esprime con idiomi di origine sudanese.
L'istruzione è obbligatoria per i ragazzi tra i 7 ed i 13 anni. Nonostante questo, ed il fatto che sia gratuita, il tasso di alfabetizzazione è molto basso: 28,5% nel 2005.
Nel paese esiste un'unica università nella capitale Ouagadougou.
L'80% della popolazione occupata si dedica all'agricoltura e all'allevamento. Fra le colture principali ci sono sorgo, miglio, mais, arachidi, riso e cotone.
L'attività agricola è minacciata costantemente dalla siccità, che si riflette nella scarsità di terreni destinabili alla coltivazione (intorno al 18% del territorio), localizzati soprattutto nel sud del paese.
Il paese dispone di una rete ferroviaria complessiva di soli 600 Km, ma è in fase di costruzione una linea che collegherà la capitale a Tambao che si sta sviluppando in virtù dell'attività estrattiva.
Sono presenti anche circa 12.000 km di strade, di cui solo una piccola parte (circa il 16%) è asfaltata.
L'unico aeroporto internazionale si trova nella capitale Ouagadougou.
Ouagadougou è la capitale del Burkina Faso, la città più grande della nazione ed il suo centro culturale, economico ed amministrativo.
Fondata nell'XI secolo, il suo nome - spesso abbreviato in Ouaga - risale al XV secolo: all'epoca, l'area era popolata da due etnie differenti, gli Yonyonse ed i Ninsi, costantemente in lotta tra loro. Nel 1441 Wubri, condottiero Yonyonse e una delle principali figure della storia del Burkina Faso, condusse la sua etnia alla vittoria e mutò il nome del luogo da “Kumbee-Tenga” (nome attribuito dai Ninsi) a “Wogodogo”, che significava "il luogo dove le persone ottengono onore e rispetto". Capitale dell'Impero Mossi, a seguito della conquista francese dell'area nel 1896 entrò a far parte della colonia dell'Alto Volta (Haute Volta) e ne divenne capitale nel 1919; in quest'occasione si mutò il nome della città da Kombemtinga a Ouagadougou, che deriva da una deformazione di "Wogodogo" e rispetta l'ortografia e la pronuncia francese. Ouagadougou divenne nel 1960 la capitale dell'indipendente Repubblica dell'Alto Volta, ribattezzata Burkina Faso nel 1984La città è collocata approssimativamente nel centro del paese (12,4° N 1,5° O). Il clima è piuttosto caldo, come nel resto dell'area sudanese-sahariana: le precipitazioni non superano i 750mm annui, si distinguono la stagione delle piogge (da maggio ad ottobre) con una temperatura media di 30°C, la stagione fredda (dicembre e gennaio) con una temperatura media di 19°C e la stagione calda (aprile e maggio), in cui si raggiungono anche i 40°C. I venti principali che interessano Ouagadougou sono un vento secco ed il monsone.
Si è sviluppata attorno al palazzo imperiale di Mogho Naaba ed è diventata un centro urbano rilevante proprio grazie alla presenza coloniale.
L'organizzazione amministrativa del dipartimento di Ouagadougou è diverso da quella di tutti gli altri, ad esclusione del distretto di Bobo-Dioulasso, secondo del Paese per popolazione: esiste infatti un'ulteriore suddivisione amministrativa in 5 distretti (in francese arrondissement), ognuno dei quali ha un proprio sindaco ed un proprio consiglio che lo amministra.
Dispone di un aeroporto internazionale, una tratta ferroviaria la collega ad Abidjan nella Costa d'Avorio e un'altra a Kaya nel nord del paese. Infine una strada la collega a Niamey, nel Niger. I mezzi di trasporto più diffusi in città sono le motociclette e le biciclette, anche se negli ultimi anni è cresciuto il numero delle automobili; nelle ore di punta il traffico è molto intenso. Ouagadougou possiede un'industria limitata, principalmente nel settore alimentare e tessile, e vi si svolgono il Gran mercato di Ouagdougou, uno dei più grandi dell'Africa occidentale, ed un festival biennale dell'artigianato, che sostiene di essere il più importante dell'Africa. Il settore alberghiero e della ristorazione è stato recentemente sviluppato ed ora sono presenti anche alberghi di lusso. In città ci sono due ospedali nazionali, il Centro ospedaliero nazionale Yalgado Ouedraogo (CHNYO) e il Centro ospedialiero nazionale pediatrico Charles De Gaulle CHNP-CDG), e numerose altre infrastrutture sanitarie. Nella popolazione la medicina tradizionale gode ancora di notevole fiducia.
La città possiede pochi edifici moderni importanti, ad eccezione della sede della West African Central Bank, e la vecchia Moschea centrale resta uno degli edifici più alti e significativi. Altre attrazioni comprendono il Museo nazionale del Burkina Faso, il Palazzo Moro-Naba e diversi mercatini di artigianato, oltre alla Cattedrale di Ouagadougou ed alla Maison du Peuple. Nella città si trovano alcuni parchi. Il principale è il parco Bangr-Weoogo, bosco un tempo considerato sacro e sede di riti iniziatici; con l'arrivo dei colonizzatori ha perso tali valenze ed è stato riconosciuto e tutelato come parco urbano (1932-1936), nel 1985 sono state rinnovate la sua conformazione e le sue finalità e nel 2001 il bosco ha assunto la denominazione di "Parco urbano Brang-Weoogo”, che significa "bosco della conoscenza". Il parco si estende per circa 263 ettari. Il parco denominato "L’Unité Pedagogique” è un giardino botanico di 8 ettari popolato da animali in semilibertà; un museo al suo interno illustra la storia nazionale. Il Giardino dell'amicizia Ouaga-Loudun è un altro spazio verde, rinnovato nel 1996 e legato al gemellaggio tra Ouagadougou and Loudun (Francia), collocato nel centro della città vicino alla Piazza delle Nazioni Unite. La Piazza della grande Lione ed la statua di un leone rampante collocatavi testimoniano i legami con Lione. Di fronte alla stazione ferroviaria si trova il monumento chiamato “Naba Koom”, una statua alta 6m raffigurante una donna. A 30km dalla città in direzione orientale si trovano il Parco di Ziniare e “Laongo”, dove blocchi di granito lavorati da numerosi scultori testimoniano i legami che legano artisti internazionali a Ouagadougou. A 55 km a Nord-Ovest dal centro cittadino il Museo Manega espone tutti gli strumenti musicali del Burkina-Faso.
La lingua ufficiale è il francese e i principali dialetti locali sono More, Djula e Fulfulde, dal 1994 l'insegnamento del francese si affinca a quello di un dialetto locale. Il tasso di scolarizzazione e di alfabetizzazione non è molto alto. L'Università di Ouagadougou, fondata nel 1974 e a carattere pubblico, è stata la prima istituzione di educazione superiore del Burkina Faso. Negli ultimi anni le autorità hanno investito sulle comunicazioni ed i media per favorire lo sviluppo e sensibilizzare la popolazione per favorire il rispetto di norme igieniche e sradicare criminalità, prostituzione e analfabetismo. Ouagadougou costituisce un centro culturale grazie al SIAO (fiera internazionale di arte ed artigianato), al FESPACO, festival panafricano di cinema e televisione, e ad alcune altre rassegne organizzate dalla municipalità (FESPAM, FITMO e FESTIVO). Sono presenti molti cinema, oltre a nightclub e centri culturali francesi, americani e Zaka.

Bulgaria

La Repubblica di Bulgaria [bul-ga-rì-a] (in bulgaro: ????????, Balgarija in IPA: [b?l'garij?], ufficialmente ????????? ????????, Republika Balgarija in IPA: [r?'publi?k? b?l'garij?]) è uno stato situato nella parte sud-orientale dell'Europa, nella metà orientale della penisola balcanica. Confina con il Mar Nero ad est, con la Grecia e la Turchia a sud, con la Serbia e la Repubblica di Macedonia ad ovest, e con la Romania a nord da cui è divisa dal fiume Danubio. Fa parte della NATO e dal gennaio 2007 dell'Unione Europea.
La lunghezza complessiva dei confini bulgari è di 2245 km, di cui 1181 terrestri, 686 fluviali e 378 costieri. La rete stradale della Bulgaria è lunga 36 720 km, la rete ferroviaria 4 300 km.
La Bulgaria è situata nella parte orientale della penisola balcanica che deriva il suo nome dalla catena dei monti Balcani, confina a nord con la Romania dalla quale la separa il Danubio, a ovest con la Serbia e la Macedonia, a sud con Grecia e la Turchia e si affaccia sul mar Nero.
Morfologia [modifica]Da un punto di vista morfologico (e anche climatico) la Bulgaria presenta una grande varietà di ambienti.
Nella parte settentrionale si trova l'ampia pianura danubiana che si estende da est a ovest per circa 500km con una larghezza variabile tra i 20 e i 120 km, la pianura è interrotta da alcuni altopiani e lievi colline fra le quali si dipanano i corsi di alcuni degli affluenti di destra del Danubio (Iskar, Vit, Osam, Jantra, Rusenski Lom, Ogosta e Lom).
La pianura Tracia vista dal versante meridionale dello Stara PlaninaPiù a sud si incontra la catena dei monti Balcani (in bulgaro e serbo: ????? ???????, Stara planina, "Montagna vecchia") una propaggine dei Carpazi che attraversa la parte centrale della Bulgaria da est a ovest per circa 600 km e una larghezza compresa fra i 30 e i 50 km e con vette che superano i 2000 m s.l.m. raggiungendo la massima elevazione con il monte Botev (2.376 m s.l.m.), benché l'altitudine cali lievemente nella parte orientale della catena montuosa i monti Balcani costituiscono lo spartiacque fra il bacino del Danubio e quello del mar Egeo.
A sud della catena dei Balcani si estende una pianura percorsa nella parte orientale dal fiume Tundza e in quella occidentale dal fiume Strjama, la vallata, detta valle delle rose, è nota per la coltivazione delle rose e la produzione dell'olio di rose, a sud è delimitata dalla catena di Sredna Gora (chiamata anche Antibalcani) che corre parallela ai Balcani per una lunghezza di circa 160 km e con un'altitudine massima di 1.600 m.
A sud dello Sredna Gora si estende la pianura Tracia delimitata a sud dai monti Rodopi, Sakar e Strandža e percorsa dal fiume Marica, come la pianura danubiana anche la pianura Tracia non è perfettamente pianeggiante, presenta infatti diverse formazioni collinari.
Nella parte centro-occidentale del paese si trova la pianura di Sofia, in passato zona di passaggio strategica che congiungeva Belgrado a Costantinopoli, la pianura di Sofia è larga circa 24 e lunga 96 km, vi si trova la città di Sofia. Verso occidente la pianura è delimitata dai monti Vitoša a sud di Sofia, dai monti Rila più a meridione e dai monti Pirin nell'estremo sud-occidentale del paese. Il punto più elevato dei monti Rila è il monte Mussala (2.925 m s.l.m.) cima più elevata del paese.
Il fiume principale della Bulgaria è il Danubio, altri fiumi importanti sono lo Struma e il Marica a sud. I fiumi della Bulgaria alimentano il Danubio (e quindi il Mar Nero) oppure il Mar Egeo. Vi sono 526 fiumi con una lunghezza superiore ai 2,3 km, l'unico utilizzabile per la navigazione è il Danubio.
Nei rilievi di Rila e di Pirin vi sono circa 260 laghi glaciali, la costa del Mar Nero è caratterizzata dalla presenza di numerose lagune costiere salmastre e aree umide (lago Pomorie, lago Beloslav, lago di Burgas, lago di Varna, laghi di Šabla) diverse delle quali sono riserve naturali e/o siti Ramsar (Lago Atanasovsko). I bacini artificiali sono oltre 2200.
Nella parte sud-occidentale del paese vi sono numerose sorgenti termali.
La Bulgaria ha un clima di tipo continentale con estati calde e inverni molto freddi soprattutto nella pianura danubiana che è l'area con la maggiore escursione termica e con le precipitazioni più abbondanti (circa 600 mm/anno). I monti Balcani costituiscono una barriera climatica fra la parte settentrionale e quella meridionale maggiormente influenzata dal Mar Nero, la zona costiera gode infatti di un clima mediterraneo che penetra nell'interno seguendo le valli del Maritsa, del Mesta e dello Struma. L'area con le precipitazioni minori è la Dobrugia, la fascia costiera più settentrionale.
La Bulgaria fu abitata sin dal Neolitico, ma la prima popolazione storica fu quella dei Traci, di origine indoeuropea. Ancora nel medioevo persisteva la minoranza dei Valacchi (legati agli attuali Arumeni), discendenti diretti di questa stirpe poi fortemente romanizzata. Nel VII secolo nella regione vi si trasferirono alcune tribù contadine di Slavi, imponendo, anche se in genere pacificamente, lingua e cultura agli indigeni. Nel 678 la zona fu raggiunta da un orda di 25.000 Bulgari (propriamente detti), di origine turco-tatara: nonostante la loro imposizione sulle popolazioni locali, essi finirono per fondersi con queste ultime. A terminare la complessa formazione degli attuali Bulgari, contribuirono anche i Turchi che installarono numerose colonie e diffusero l'islamismo e, soprattutto, i propri costumiIn base al censimento del 2001, la popolazione della Bulgaria è composta principalmente da Bulgari etnici (83,9%), con due importanti minoranze: turchi (9,4%) e Rom (4,7%). Il restante 2% consiste di diverse minoranze più piccole, comprendenti, armeni, macedoni, russi, rumeni, ucraini, greci, tatari ed ebrei.
L'84,8% della popolazione bulgara parla il bulgaro, appartenente alle lingue slave, che è l'unica lingua ufficiale, ma vengono parlate anche altre lingue che corrispondono strettamente alle varie minoranze etniche.
In occasione del censimento del 2001 l'83,7% della popolazione si è dichiarato di religione cristiana, la maggior parte (82,6%) appartenente alla Chiesa Ortodossa bulgara. La popolazione rimanente è composta da musulmani 12,2% e da percentuali ridottissime di cattolici e protestanti. Il numero di ebrei è in costante calo (nel 2001 erano 653, nel 1992 erano 2.580 e nel 1946 erano 43.335) si tratta per lo più di ebrei sefarditi.
I Bulgari, un popolo molto antico, originario dell'Asia Centrale e poi stanziatosi sul Volga (proto-bulgari), giunsero nell'attuale Bulgaria nel corso del VII secolo, dove si fusero con la locale popolazione (slavi immigrati nel VI secolo, di cui adottarono la lingua, e traci originari) per formare il primo stato bulgaro. Nei secoli successivi (cristianizzatasi nel IX secolo), la Bulgaria lottò con esito alterno contro l'Impero Bizantino e il Patriarcato di Costantinopoli per far valere la sua posizione nei Balcani, ma nel corso della seconda metà del XIV secolo la nazione venne invasa e gradualmente annessa dall'Impero Ottomano.
La Bulgaria riconquistò la sua indipendenza in seguito alla Sollevazione di Aprile (1876), la cui repressione spinse l'Impero Russo a dichiarare guerra all'Impero Ottomano nell'aprile 1877, e venne proclamata un regno indipendente il 3 marzo 1878 grazie al trattato di Santo Stefano. Questo fu rivisto il 13 luglio dal trattato di Berlino, che ridimensionò fortemente il territorio bulgaro ma portò il consenso delle potenze occidentali al principato autonomo. Peraltro, il principato riacquisì la Rumelia orientale già il 6 settembre 1885, festa nazionale, raggiungendo più o meno le dimensioni odierne. La proclamazione del regno e il suo riconoscimento internazionale avvennero il 22 settembre 1908. Nel 1912/13 fu coinvolta nelle due Guerre Balcaniche, la prima in alleanza con tutti gli altri stati balcanici e contro la Turchia e la seconda da sola contro gli altri stati, durante le quali il territorio bulgaro variò le sue dimensioni, prima in aumento fino quasi alle dimensioni previste dal trattato di Santo Stefano, e poi in riduzione.
Durante la prima guerra mondiale e successivamente durante la seconda guerra mondiale, la Bulgaria si trovò a combattere per la parte perdente. Nel 1923 e 1934, con l'appoggio del monarca Boris III, attraverso due colpi di stato di ispirazione fascista vengono messe fuori legge le forze democratiche. Una rivolta popolare organizzata dal partito comunista nel settembre del 1923 viene soffocata nel sangue.
Alleata della Germania Nazista, nel 1941 dichiarò guerra agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna, e consentì il transito delle truppe naziste che invasero la Jugoslavia e la Grecia. Nel 1943 il tentativo di deportare gli ebrei bulgari verso i campi di sterminio viene sventato dall'intervento del Vice Presidente del Parlamento Dimitar Pešev, e dal movimento popolare di opposizione. Il 9 settembre 1944 il regime monarco-fascista, ormai allo sbando, viene abbattuto dalle forze antifasciste riunite nel Fronte della Patria. Nei giorni precedenti l'Unione Sovietica, le cui truppe si erano attestate ai confini, aveva dichiarato guerra alla Bulgaria.
Il nuovo governo bulgaro, ristabilisce le libertà democratiche ed il nuovo esercito bulgaro combatte assieme agli Alleati per la liberazione della Jugoslavia, dell'Ungheria e della Austria. La Bulgaria cadde nella sfera d'influenza dell'Unione Sovietica e divenne una repubblica popolare nel 1946 (Repubblica Popolare di Bulgaria (RPB), in bulgaro: ??????? ????????? ????????, Narodna Republika Balgarija); tra il 1946 ed il 1948 gli spazi democratici si restringono sempre più ed il Partito Comunista Bulgaro (PCB) acquista un ruolo egemone, prima sotto Georgi Dimitrov (1946-1949), poi sotto lo stalinista Valko Cervenkov (1950-1954) e infine sotto Todor Živkov (1958-1989).
Il regime comunista cadde nel novembre 1989, nel giugno 1990 si tennero le elezioni multipartitiche e nel luglio 1991 fu adottata la nuova costituzione. Le due principali formazioni politiche, che si sono alternate più volte al potere, sono il Partito Socialista Bulgaro (PSB) a sinistra e a destra l'Unione delle Forze Democratiche (UFD) negli anni 90 e successivamente il Movimento Nazionale per la Stabilità ed il Progresso. La Bulgaria è entrata nella NATO il 29 marzo 2004 e nella Unione Europea il 1° gennaio 2007. Il 28 luglio 2005 viene eletto a primo ministro Sergej Stanišev.
Le elezioni presidenziali dell'ottobre 2006 confermano nella carica di presidente Georgi Parvanov che vince con il 75,9% dei voti, battendo al ballottaggio il nazionalista Volen Siderov (24,5%). La partecipazione al voto è stata del 41,21%.
La Bulgaria è una repubblica parlamentare.
La Costituzione bulgara è entrata in vigore nel luglio del 1991 e prevede un sistema parlamentare multi-partitico eletto con suffragio universale.
Il Presidente della Bulgaria viene eletto direttamente per un mandato di 5 anni, e può essere rieletto una sola volta. Il presidente funge da capo di stato e da comandante in capo delle forze armate. Il presidente è a capo del Consiglio Consultivo per la Sicurezza Nazionale e anche se non è in grado di iniziare una legislazione, può respingere una legge per un ulteriore dibattito. Ma il parlamento può ribaltare il veto presidenziale con un semplice voto di maggioranza.
Organo principale del potere esecutivo è il Consiglio dei Ministri guidato dal Primo Ministro scelto tra i membri del gruppo parlamentare di maggioranza e al quale viene conferito dal Presidente l'incarico di formare il governo, il Consiglio dei ministri è ratificato dall'Assemblea Nazionale che ne controlla l'attività.
Sofia, piazza del parlamento.Il potere legislativo è affidato al parlamento unicamerale bulgaro, l'Assemblea Nazionale o Narodno Sabranie (??????? ????????), è composto da 240 deputati che sono eletti con un mandato di 4 anni dal voto popolare. I voti vanno a liste di partito o di coalizioni per ognuna delle nove divisioni amministrative. Un partito o coalizione deve ottenere un minimo del 4% dei voti per entrare in parlamento. Il Parlamento è responsabile dell'emanazione delle leggi, dell'approvazione del budget, della programmazione delle elezioni presidenziali, e della selezione e dimissione del primo ministro e degli altri ministri, della dichiarazione di guerra, del dispiegamento di truppe al di fuori della Bulgaria e della ratifica di accordi e trattati internazionali.
La Bulgaria divenne per la prima volta una potenza militare in Europa sotto il regno del khan Krum e dello zar Simeone I, in una serie di guerre contro l'Impero bizantino, per il controllo della penisola balcanica alla fine del IX secolo. Con l'uso della cavalleria pesante, composta da 12.000 cavalieri, negli schieramenti tattici, simili a quelli dei cavalieri feudali, le forze di Simeone I raggiungesero le mura di Costantinopoli, nel 896. Un trattato di pace formale durò fino al 912, quando entrambe le parti si impegnarono in una guerra che vide la sconfitta dei bizantini, dopo svariate battaglie tra cui la più sanguinosa di tutto il medioevo ad Anchialo nel 917. La Bulgaria tornò ad essere una potenza militare sotto il governo della dinastia Asen nel XII secolo. Durante il regno dello zar Kalojan (1197-1207) la Bulgaria divenne il primo stato europeo a sconfiggere i cavalieri crociati.
Dopo aver ottenuto l'indipendenza dall'Impero ottomano nel 1878, la Bulgaria ha avuto un ruolo di potenza europea minoritaria, inclusa frequentemente nei piani e nelle guerre delle potenze maggiori.
In seguito ad una serie di tagli a partire dal 1989, le truppe attive dell'esercito bulgaro sono composte da circa 68.450 unità (2008). Le forze di riserva ammontano a circa 300.000 soldati ed ufficiali. Il "PLAN 2004", un tentativo di modernizzare le forze armate bulgare, mira a migliorare il livello militare secondo i bisogni della NATO e dell'Unione Europea.
Il personale militare bulgaro ha partecipato alle missioni internazionali in Cambogia, Bosnia-Eerzegovina, Kosovo, Afghanistan ed Iraq. A partire dal 2008, il governo bulgaro ha abolito completamente la leva obbligatoria, mentre le forze navali ed aree sono diventate completamente di professione nel 2006. Le forze speciali bulgare hanno condotto missioni insieme alle SAS, Delta Force, KSK, ed agli Spetsnaz russi.
Nell'aprile 2006 la Bulgaria e gli Stati Uniti d'America hanno firmato un accordo di mutua cooperazione e difesa, che prevede lo sviluppo delle basi aree bulgare di Bezmer (vicino a Jambol), Graf Ignatievo (vicino a Plovdiv), il centro di addestramento di Novo Selo (vicino a Sliven), ed il centro logistico di Ajtos. La marina bulgara è composta soprattutto di navi di tipo sovietico e due sottomarini. Con appena 354 km di linea costiera, la Bulgaria non ritiene un pericolo reale un probabile assalto via mare. Nello svolgimento degli sforzi di modernizzazione, la marina bulgara ha acquistato una nuova fregata dal Belgio e quattro corvette Gowind dalla compagnia francese DCN. L'aviazione bulgara fa largo uso di equipaggiamento di tipo sovietico. Esistono dei piani per l'acquisto di elicotteri d'assalto e da trasporto, oltre che ad una revisione generale del vecchio sistema d'armamento sovietico. Le spese militari ammontano al 2.6% del PIL della nazioneDurante il 1996 attraversò un nuovo periodo di crisi a causa delle riforme economiche insufficienti e di un sistema bancario instabile. Dal 1997 la nazione è sulla strada della ripresa, con un PIL in crescita ad un tasso annuo del 4-5%, incremento degli investimenti stranieri, stabilità macroeconomica e l'ingresso nell'Unione Europea, tra il 2000 e il 2005 ha avuto una crescita economica annua pari a circa il 5%, ha guidato la crescita il settore privato che che comprende il 75% delle attività economiche.
L'attuale governo, eletto nel 2001, si è impegnato a mantenere gli obiettivi di politica economica fondamentale adottata dal suo predecessore nel 1997, ovvero, mantenere il piano valutario, praticare delle politiche finanziarie sane, accelerare le privatizzazioni, e perseguire delle riforme strutturali. Mentre le previsioni economiche per il 2002 e 2003 predicono una crescita continua dell'economia bulgara, il governo affronta ancora un alto tasso di disoccupazione. La Bulgaria fa parte dell'Unione Europea dal 1° gennaio 2007Il settore industriale ha seguito fin dagli anni cinquanta uno sviluppo dettato dal modello sovietico basato sull'industria pesante e in particolare sulla produzione siderurgica, chimica e metallurgica.
Il calo delle esportazioni in seguito al crollo dell'Unione Sovietica e del COMECON ai quali l'economia bulgara era strettamente legata ha messo in luce l'obsolescenza degli impianti inadatti per competere sul mercato internazionale, il conseguente crollo della produzione industriale ha portato con sé grossi problemi sociali. Negli anni novanta è iniziata un ambizioso programma di riconversione industriale con incentivi alle piccole e medie imprese e alla riconversione e valorizzazione di settori tradizionali come quello tessile in cui la Bulgaria vanta tradizioni antiche. I primi segni di ripresa, ovvero la prima crescita del PIL dal 1988 è stata nel 1994 (+1,4%) e nel 1995 (+2,5%), per contro negli stessi anni l'inflazione è passata dal 122% del 1994 al 32,9% del 1996.
I maggiori complessi industriali si trovano nel bacino di Sofia (industria meccanica), la cantieristica navale è localizzata a Varna, sul Mar Nero. La Bulgaria esporta prodotti dell'industria chimica, settore sul quale il crollo dell'URSS ha inciso in modo minore. Nella città di Burgas si trova un grosso impianto di raffinazione del petrolio controllato dal colosso russo LUKoil.
La Bulgaria è un importante zona di transito tra l'Europa centrale e il vicino oriente. Dispone di una discreta rete di trasporti, quattro aeroporti internazionali (Sofia, Varna, Burgas e Plovdiv), due porti sul Mar Nero (Burgas, Varna) e diversi porti fluviali (Ruse e Lom sul Danubio).
Transitano in Bulgaria i corridoi paneuropei numero IV (Dresda-Budapest-Craiova-Sofia-Salonicco), VII (Danubio), VIII (Tirana-Skopje-Sofia-Varna) e IX (Helsinki-Mosca-Bucarest-Dimitrovgrad-Alessandropoli).
L'attività turistica è stata incentivata fin dall'epoca sovietica in quanto fonte di preziose valute straniere, località balneari sul mar Nero e località sciistiche sui Balcani erano meta di turisti provenienti dagli altri paesi del blocco orientale, in anni recenti l'attività di rinnovo delle infrastrutture turistiche per portarle a standard occidentali è proseguita e tuttora in corso.La Bulgaria offre mete per diversi tipi di attività, vi sono località balneari e sciistiche, zone termali, riserve di caccia e numerosi monumenti e parchi naturali.
Gli investimenti nel settore si sono tradotti in un aumento del numero di turisti, a settembre del 2006 il numero di visitatori stranieri era pari a 4.267.461 persone, il 5,39% in più dell'anno precedente, di questi 3.668.312 hanno scelto la Bulgaria come meta di vacanze o per visite di piacere. Nei primi 8 mesi del 2006 gli introiti del settore erano pari a 1.557,2 milioni di euro con una crescita del 5,45% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
La maggior parte dei turisti proviene dalla Germania (491.897).
Le località balneari sul Mar Nero più frequentate sono Sozopol, Nesebar, Golden Sands, Sunny Beach, Albena e St. Constantine & Helena, mentre tra le località sciistiche le mete più frequentate, in prevalenza da turisti britannici, sono Borovec, Bansko, Pamporovo, Vitoša e Velingrad.
Oltre alle città di Sofia, Plovdiv e Veliko Tarnovo sono meta molto frequentata i monasteri, il più celebre dei quali è il monastero di Rila.
La Bulgaria fu il primo paese slavo a convertirsi al cristianesimo ortodosso, si diffuse quindi nel paese la pittura di icone, forma espressiva tradizionale bizantina nella quale gli artisti bulgari, in seguito all'invasione ottomana (1393) e nel tentativo di opporre una sorta di resistenza culturale all'invasore musulmano inserirono elementi legati alle tradizioni culturali locali e alle tradizioni iconografiche greche.
Durante il periodo del rinascimento bulgaro successivo all'occupazione turca sorsero ovunque nuove scuole d'arte, la più nota è quella di Samokov dalla quale uscirono Zahari Zograf, uno dei pittori bulgari più noti e molti altri degli artisti autori, fra l'altro, degli affreschi della chiesa del monastero di Rila.
Tra i pittori dell'epoca moderna il più celebre è Jules Pascin, nato nel 1885 a Vidin con il nome di Julius Pinkas, visse per molti anni in Francia dove morì nel 1930.
L'artista contemporaneo più noto è probabilmente Hristo Javašev, noto con il nome suo e della moglie, Christo e Jeanne-Claude. Sue sono, tra le altre opere, la ricopertura del Reichstag a Berlino e del Pont Neuf di Parigi.
Lo sport più diffuso in Bulgaria è il calcio, la lega professionistica è composta da 16 squadre è molto seguita, il risultato migliore della nazionale di calcio è stato il quarto posto ai campionati mondiali del 1994 negli Stati Uniti. Il calciatore più famoso è Hristo Stoickov vincitore del pallone d'oro nel 1994 ed entrato nella classifica FIFA dei 100 migliori calciatori di ogni tempo.
Le due squadre più famose a livello internazionale sono il PFC CSKA Sofia (30 campionati nazionali vinti) e il PFC Levski Sofia (25 campionati vinti), altre squadre che hanno partecipato a competizioni internazionali sono il PFC Lokomotiv Sofia, PFC Litex Lovech, PFC Lokomotiv Plovdiv e il PFC Botev Plovdiv. Il PFC Levski Sofia è la prima squadra bulgara ad aver preso parte alla Champions League.
Bulgaro era anche un calciatore che in passato suscitò l'interesse di alcune squadre straniere tra le quali il Benfica, Georgi Asparuhov-Gundi (1943-1971) morì all'apice della carriera in un incidente automobilistico.
Atleti bulgari hanno ottenuto successi anche in molti altri sport, due ginnaste bulgare hanno vinto tre titoli mondiali nella ginnastica ritmica, Maria Gigova nel 1969, 1971 e 1973 e Maria Petrova nel 1993, 1994 e 1995, altri ginnasti di successo sono stati Simona Pejceva (6^ ai giochi olimpici di Atene 2004), Neška Robeva (partecipazione a quattro edizioni dei mondiali e poi allenatrice della squadra nazionale di ginnastica ritmica) e Jordan Jovcev che ha vinto 4 medaglie olimpiche nella ginnastica artistica.La Bulgaria ha una forte tradizione nel sollevamento pesi e nella lotta greco-romana, nella prima specialità fra gli olimpionici più noti vi sono Stefan Botev, Nikolaj Pešalov, Demir Demirev e Joto Jotov mentre nella lotta greco-romana gli atleti di spicco sono Serafim Barzakov, Armen Nazarian e Sergej Morejko.
Nell'atletica leggera l'atleta più celebre è la saltatrice in alto Stefka Kostadinova, detentrice del record mondiale femminile (209 cm raggiunti ai campionati mondiali del 1987 a Roma). Fra gli atleti in attività vi sono le velociste Ivet Lalova e Tezdžan Naimova (100 e 200 m piani).
Nel 2006 la squadra nazionale di pallavolo, che occupa la quinta posizione nella classifica FIVB, ha ottenuto la medaglia di bronzo ai campionati mondiali.
Alle Olimpiadi invernali del 1998 la bulgara Ekaterina Dafovska ha vinto la medaglia d'oro nei 15 km del biathlon, nello short-track Evgenija Radanova ha vinto tre medaglie olimpiche in due diverse edizioni, sempre sul ghiaccio si sono distinti nella danza su ghiaccio e nel pattinaggio di figura Albena Denkova e Maksim Staviski, la coppia è attualmente campione mondiale.
Dall'11 novembre 2006 il presidente del Comitato Olimpico bulgaro è Stefka Kostadinova.
Sófia (in bulgaro ?????, Sofija) è la capitale e la maggiore città della Bulgaria. È il principale centro amministrativo, industriale, culturale (è sede universitaria) e dei trasporti di tutto il paese. Con una popolazione di quasi 1.300.000 abitanti, a cui se ne aggiungono altrettanti considerando l'area metropolitana[2], è anche la città più estesa e densamente popolata della repubblica di Bulgaria.
È situata nella parte occidentale del paese, ai piedi del monte Vitoša. La città conta sedici istituti universitari, tra cui l'Università di Sofia, fondata nel 1889. La città è sede di un metropolita ortodosso e di una diocesi cattolica. Tra le attrazioni principali troviamo la chiesa di San Giorgio, la chiesa di Santa Sofia, il Banja Baši, e la cattedrale di Aleksandar Nevski.
Sofia si trova nelle immediate vicinanze del versante nord del Monte Vitoša, circondata dalle montagne intorno alla Valle di Sofia (Monti Balcani, Antibalcani, Ljulin, Lozenska Planina). Quattro passi montani portano alla città, il Vladajski, il Dragomaski, il Petrohanski ed il Botevgradksi. Attraverso di loro nell'antichità passavano importanti vie di comunicazione che collegavano il Mar Adriatico e l'Europa centrale con il Mar Nero, il Mar Egeo ed il Medio Oriente. Grazie alla sua posizione centrale nella penisola balcanica, Sofia è stata anche nel passato una città grande e florida. Attraverso Sofia scorrono alcuni fiumi di piccola portata, i più grandi dei quali sono il Vladajska e il Perlovska. Lungo i quartieri orientali scorre il fiume Iskar, ma in questo suo tratto non ha ancora una grande portata. Sofia è famosa dall'antichità per le sue numerose fonti termali (di cui 15 hanno una portata comune di 130 litri/sec.), mentre negli ultimi 60 anni sono stati costruiti anche laghi e bacini artificiali. Sofia ha una superficie di 1 311 km/q e si trova a circa 550 metri s.l.m..
Sofia ha un clima continentale moderato con notevoli escursioni termiche. Il mese più caldo è agosto, mentre il più freddo è gennaio. Al 1936 la temperatura media era di +10.0° C e da allora si è alzata di +0.5° C[3]. La città riceve circa 650 mm di precipitazioni con un massimo d'estate ed un minimo d'inverno. Ci sono molti giorni piovosi in autunno ed in estate.
Fondata nel VII secolo a.C., Sofia è la terza capitale più antica d'Europa (dopo Atene e Roma). Ha avuto molti nomi nel corso della sua storia e i resti della città antica sono visibili ancor oggi. Sofia fu in origine un insediamento dei Traci chiamato Serdica o Sardica. Venne conquistata da Roma nel 29 e divenne la capitale della provincia romana della Dacia Mediterranea. Venne distrutta dagli Unni nel 447. La città fu ricostruita dall'imperatore bizantino Giustiniano I e ribattezzata Triadiza. Nota come Sredec sotto i Bulgari, venne rinominata Sofia (che significa "saggezza" in greco) nel 1376. Sofia venne conquistata dall'Impero Ottomano nel 1382 e divenne la capitale della provincia turca di Rumelia. Nuovamente conquistata dai Russi nel 1878, divenne la capitale della Bulgaria indipendente nel 1879. Durante la seconda guerra mondiale i Russi occuparono Sofia e la Bulgaria, deponendo il governo filo-tedesco.
La cattedrale di Aleksandar Nevski (in lingua bulgara ????-???????? ????? ?????????? ??????, letteralmente Hram-pametnik Sveti Aleksandar Nevski) è la cattedrale ortodossa di Sofia. Costruita in stile neo-bizantino, la cattedrale è una delle più grandi di Sofia, nonché una delle principali attrazioni turistiche cittadine. La cattedrale di Aleksandar Nevski è alta 45 metri; col campanile, che contiene 12 campane, misura 50,52 metri. La cattedrale occupa un'area di 3170 m² e può contenere al suo interno più di 5.000 persone. L'interno della cattedrale è in stile italiano, decorato con alabastro e molti altri materiali pregiati. La costruzione della cattedrale di Aleksandar Nevski iniziò nel 1882 (anche se i progetti finirono nel 1880), ma i lavori s'interruppero improvvisamente. Ricominciò poi nel 1904 e finì nel 1912. La cattedrale fu progettata dall'architetto bulgaro Aleksandar Pomerancev (in lingua bulgara ?????????? ??????????), con l'aiuto di Aleksandar Smirnov (in lingua bulgara ?????????? C??????) e Aleksander Jakovlev (in lingua bulgara ?????????? ???????), che iniziarono col progetto base del 1884-1885 di Ivan Bogomolov (in lingua bulgara ???? ?????????). Il disegno fu finito nel 1898 e a costruire e a dipingere la chiesa furono famosi scultori, pittori e artisti provenienti da tutta l'Europa. La dedica originale della cattedrale era in onore dei santi Cirillo e Metodio; tale nome le rimase tra il 1916 e il 1920; il nome che ha oggi le fu dato nel 1924. Una parte della cattedrale è riservata a un museo di icone provenienti da tutta la Bulgaria, e fa parte della Galleria Nazionale. Quest'ultima è la prima in Europa per grandezza che contenga icone bulgare. Al mercato delle pulci, nella piazza antestante la chiesa, si possono comprare icone dipinte a mano.
La chiesa di San Giorgio (bulgaro: ??????? „????? ??????", Rotonda "Sveti Georgi") è una chiesa a pianta circolare di epoca paleocristiana. Costruita in laterizio rosso, è considerata il più antico edificio della capitale bulgara. Fu costruita nel IV secolo e venne decorata con affreschi nel X secolo e poi ancora nel XII secolo. Durante il periodo ottomano fu convertita in moschea. Oggi è un museo, e si trova circondata dai resti dell'antica Serdica e da un albergo. Degli affreschi di 22 profeti, risalenti al XII-XIV secolo, ricoprono la cupola.
Nel territorio di Sofia ci sono circa 800 grandi imprese. A Sofia è concentrato il 75 % della metallurgia pesante, il 50 % dell'industria grafica, il 15% di quella elettrotecnica ed elettronica, il 14% delle concerie e dell'industria calzaturiera del paese. Notevole è anche la produzione chimica, tessile e alimentare. Le branche dell'edilizia, del commercio e del trasporto, che collegano il materiale ed le infrastrutture, sono molto sviluppati. Il settore privato del territorio dell'obština della capitale è concentrato soprattutto nelle sfere del commercio e dei servizi. A Sofia ci sono sia la Borsa della Bulgaria sia la Borsa di Sofia. Come conseguenza dell'economia centralizzata di pianificazione, circa il 50 % del PIL si produce nella capitale. Qui sono concentrate le sedi centrali delle istituzioni finanziarie. Lo stipendio lavorativo medio a Sofia è il più alto per il paese, circa 530 leva, ma secondo i dati statistici può raggiungere facilmente in settori più rilevanti una media di 680 leva.
A Sofia sono concentrati tutti gli organi del potere del paese, legislativo, esecutivo e giudiziario. Nel centro della capitale si trovano gli edifici dell'Assemblea Nazionale (??????? ????????, Narodno Sabranie), il palazzo presidenziale, il consiglio ministeriale e tutti i ministeri. Dentro la città si trovano anche tutte le istituzioni giudiziarie superiori, la Corte suprema di cassazione (???????? ?????????? ???, Varhoven kasacionen sad), la Corte suprema amministrativa, il Consiglio superiore giudiziario e la procuratura principale. Ci sono inoltre altre istituzioni nazionali (la Corte costituzionale, l'Istituto statistico nazionale, L'amministrazione centrale della viabilità e altre), varie istituzioni economiche (????????? ????????? ??????, Balgarska stopanska kamara, la Camera dell'Economia Bulgara), e anche gli organi, il cui compito principale è l'attuazione del processo di riforma del paese (Agenzia per la privatizzazione, Agenzia per la privatizzazione di massa, Agenzia per gli investimenti stranieri, ecc.). A Sofia ci sono le sedi della Banca Nazionale Bulgara (????????? ??????? ?????, Balgarska narodna banka), della maggior parte delle banche locali e internazionali del paese, le sedi di molte organizzazioni non governative, fondazioni e così via. Qui si trova il Santo Sinodo del Patriarcato Ortodosso Bulgaro, l'Organizzazione Principale dei mussulmani bulgari, il rabbinato principale del culto ebraico, e altri culti ufficialmente registrati.