Belgio

Il Belgio (België in neerlandese, Belgique in francese, e Belgien in tedesco) è uno stato dell'Europa Occidentale.
Confina a nord con i Paesi Bassi, a est con la Germania e con il Lussemburgo, a sud e sud-ovest con la Francia e a nord-ovest si affaccia sul Mare del Nord.
Situato al confine tra l'Europa germanofona e l'area linguistica e culturale romanza, il Belgio è diviso in tre regioni. A settentrione le Fiandre la cui popolazione di lingua fiammninga comprende circa il 58% della popolazione totale e a sud la Vallonia con il 32% della popolazione complessiva. Nel mezzo è situata la regione della città di Bruxelles, ufficialmente bilingue e nella quale risiede il 10% della popolazione.
Il Belgio fu tra i fondatori dell'Unione europea e la sua capitale è sede di varie istituzioni comunitarie.
Il paese presenta evidenti tracce di presenza umana risalente alla preistoria, in particolare nei siti megalitici di Oppagne e di Wéris, ove si riscontrano interessanti dolmen.
I primi abitanti del Belgio, chiamati Belgi, erano composti principalmente da tribù celtiche, che vivevano nella Gallia settentrionale e vennero sopraffatti da Giulio Cesare nel 54 a.C., come egli descrisse nel suo De Bello Gallico.Fu lo stesso Cesare a notare il particolare valore dei belgi in battaglia tanto da scrivere: "horum omnium fortissimi sunt belgae" ovvero "tra tutti i popoli della Gallia i più valorosi sono i belgi". L'attuale nome del paese viene dal termine "Gallia Belgica" in uso presso i romani.
A Tirlemont /Tienen si trovano alcune tombe romane denominate "Trois tumuli" (Tumuli de Grimde) a forma di tre piccole colline. Siti funerari romani si possono trovare anche a Guèronne e a Billemont (trou de Billemont). Si tratta di tumuli con camera sepolcrale e tomba che presentano singolari affinità con le tombe etrusche e sembra possano essere sorte su siti di epoca più antica.
Dopo il collasso dell'Impero Romano (V secolo), le tribù germaniche invasero la provincia romana della "Gallia". Una di queste popolazioni, i Franchi, installarono infine un nuovo regno sotto il governo della dinastia Merovingia. Clodoveo I fu il più famoso di questi re: egli si convertì alla cristianità e governò dal nord della Francia, ma il suo impero comprendeva anche il Belgio. Studiosi cristiani, principalmente monaci irlandesi, predicarono la Cristianità e iniziarono l'opera di conversione degli invasori pagani.
I Merovingi ebbero vita abbastanza breve, e la dinastia carolingia prese il sopravvento: dopo che Carlo Martello contrastò l'invasione moresca dalla Spagna (721 - Poitiers), il loro famoso re, Carlo Magno, raccolse gran parte dell'Europa sotto la sua sovranità e venne incoronato come "Imperatore del Sacro Romano Impero" dal Papa (Natale dell'800 d.C.).
Il feudalesimo europeo divenne la base per la stabilità militare, politica ed economica. La cristianità fiorì sotto la protezione di questi governanti e tramite la fondazione di comunità religiose e monasteri, chiese e pellegrinaggi.
La magnifica Grande Place / Grote Markt di Bruxelles / BrusselLa regione venne in seguito associata ai Paesi Bassi, quindi passò sotto il dominio della Borgogna prima e della Spagna poi, fino a quando le province protestanti si autodichiararono indipendenti (vedi Paesi Bassi). Seguì la dominazione austriaca a partire dalla pace di Utrecht (1713), e alcuni decenni dopo quella francese sotto Napoleone.
Un dipinto della Rivoluzione Belga del 1830Dopo la deposizione di Napoleone, nel 1815, il Belgio venne riunito con le province settentrionali in un unico Regno dei Paesi Bassi fino a quando, nel 1830, la rivoluzione belga portò al costituirsi di uno stato belga indipendente (riconosciuto nel 1839). La rivoluzione belga venne iniziata dalla minoranza di lingua francese che controllava le industrie e altre fonti economiche e che non voleva vivere sotto un'amministrazione di lingua fiamminga. Dal 1830 al 1898 soltanto il francese era una lingua ufficiale. La maggioranza di lingua fiamminga venne discriminata. Nel corso del secolo XX, il movimento fiammingo riuscì a diminuire i privilegi dei francofoni. Negli anni 60, la frontiera linguistica fu finalmente stabilita. Una parte del territorio di lingua fiamminga fu incorporata nel territorio bilingue di Bruxelles. Comunque, in alcuni comuni delle Fiandre, ufficialmente di lingua fiamminga, i francofoni mantengono certi diritti, come la possibilità di votare per i partiti francofoni, che non esistono per i fiamminghi nella Vallonia
Esistono sia in Vallonia, sia nelle Fiandre, sia nei comuni di lingua tedesca, delle "facilità" amministrative per i residenti di un altro o degli altri regimi linguistici. In questi comuni, i residenti possono rivolgersi all'amministrazione cittadina in un'altra lingua rispetto a quella della regione in cui si trova il comune.
Il re belga, Leopoldo I di Sassonia-Coburgo, venne scelto con l'assistenza dei britannici; la neutralità della nazione venne garantita contro future aggressioni militari straniere. Tale neutralità venne violata nel 1914, quando la Germania invase il Belgio, come parte del Piano Schlieffen. La decisione britannica di onorare gli obblighi del trattato quanto quelli della entente cordiale con la Francia, spinse il Regno Unito nella prima guerra mondiale. Il Belgio cercò di tornare alla neutralità negli anni trenta, ma venne nuovamente invaso dalla Germania nel 1940.
Dopo la seconda guerra mondiale la politica della neutralità venne abbandonata, e il Belgio entrò nella NATO e nella Comunità Economica Europea.
Aristocrazia sul litorale belga nel '900Il Belgio ebbe un'importante colonia in Africa durante la sua storia: il Congo, che venne dato a re Leopoldo II con la Conferenza di Berlino del 1885. Egli considerò il territorio come una sua proprietà privata e lo chiamò Stato Libero del Congo. In questo Stato Libero, la popolazione locale venne brutalizzata in cambio della gomma, un mercato in crescita con lo sviluppo degli pneumatici.
L'importanza del commercio dei diamanti ha permesso ad Anversa di diventare un centro di rinomanza mondiale nel settore. Nel 1908, la pressione internazionale contro le crudeltà di re Leopoldo divenne così forte che Leopoldo II fu costretto a dare la sua proprietà allo stato belga come colonia. Da allora divenne il Congo Belga, prima di ottenere l'indipendenza nel 1960.
Il coinvolgimento all'estero del Belgio crebbe dopo la prima guerra mondiale, quando due colonie tedesche, Ruanda e Burundi, vennero affidate al Belgio dalla Società delle Nazioni. La politica belga nell'amministrazione e nello sviluppo socio-culturale di queste nazioni è stata pesantemente criticata, molti videro le decisioni belghe come un fattore significativo nei problemi che afflissero il Ruanda negli anni novanta. [citazione necessaria] Fin dall'inizio del XX secolo la storia del Belgio è stata sempre più dominata dalla crescente autonomia delle sue due comunità principali, fiamminga e vallone. A conferma di ciò, a partire all'incirca dal 1970, non esistono più partiti nazionali in Belgio, ma solo partiti fiamminghi o valloni. I reiterati tentativi di stabilire partiti nazionali, producono risultati, in termini di voti, inferiori all'1% dell'elettorato. I partiti di Bruxelles non presero mai il via (come nel caso del "Blauwe Leeuwen" e del "Rode Leeuwen" dei fiamminghi di Bruxelles), o si fusero con uno dei partiti liberali della comunità francofona (come l'FDF). Per questo, il panorama politico mostra un sistema duale che riflette le due comunità dominanti soggiacenti. Dopo le elezioni politiche del giugno 2007 queste divisioni politiche si sono ulteriormente accentuate, tanto da trascinare il paese in una crisi istituzionale particolarmente grave. Nel novembre 2007 si è tenuta a Bruxelles una manifestazione popolare in favore dell'unità del paese e contro il progetto di trasformarlo in una confederazione di stati autonomi a base etnico-linguistica.
Il Belgio copre un'area di 30.510 km², pari a circa 1/10 di quella italiana, e la sua massima estensione (da Ostenda ad Arlon) è di soli 318 km. Per quanto riguarda le frontiere, il confine con la Francia misura 620 km, quello con i Paesi Bassi 450km, quello con la Germania 167km e infine quello col Granducato di Lussemburgo 148 km, per un valore globale di 1385 km.Il Paese è situato tra 50° e 51° lat. Nord e tra 3° e 6°long. Est.
Il Belgio può essere suddiviso in tre principali regioni fisiche: la piana costiera, situata a nord-ovest, la pianura centrale e la regione collinare delle Ardenne, che si estende a sud-est.
Immagine satellitareLa fascia costiera, per un totale di 66km di litorale, è bassa e sabbiosa, caratterizzata localmente da dune di sabbia e polder. I polder sono terreni vicini o sotto al livello del mare, che sono stati strappati al mare e vengono protetti da esso tramite dighe, o, più all'interno, campi che sono stati prosciugati dai canali.
Muovendosi verso l'entroterra si apre la regione delle pianure Centrali: si tratta di un'area che si innalza dolcemente, senza mai oltrepassare i 100m di altitudine, caratterizzata da fertili vallate, irrigata da molti corsi d'acqua e da canali artificiali. Localmente è possibile imbattersi in zone leggermente più aspre, ove si contano anche caverne e piccole gole. La regione delle Ardenne, che si estende essenzialmente a sud del sistema vallivo Sambre-Mosa, si presenta relativamente accidentata. In questo altopiano, roccioso e inadatto a un'agricoltura estensiva, caratterizzato da foreste a tratti anche fitte, la densità abitativa è molto più bassa rispetto alle aree settentrionali, il che ha permesso una migliore conservazione del territorio. L'altitudine massima si registra sulle colline delle Ardenne: è il Signal de Botrange, con soli 694 metri.
Le continue precipitazioni e la diffusa impermeabilità dei terreni fanno sì che i fiumi belgi siano, in genere, molto ricchi di acque, ma quasi nessuno di essi svolge interamente il suo corso nel territorio del Paese.
Il medio e basso Belgio manda le sue acque alla Schelda, un tipico fiume di pianura, dalla scarsa pendenza e dal regime assai regolare. Benché abbia le sue origini in Francia e la foce nei Paesi Bassi, la Schelda è veramente il fiume belga per eccellenza, in quanto drena coi suoi affluenti quasi metà del territorio. A sud, la Mosa incide dapprima l’altopiano delle Ardenne, dando origine a valli incassate, ed entra quindi nel grande solco longitudinale percorso nel primo tratto dalla Sambre, l’unico importante tra i suoi affluenti di sinistra; da destra, invece, riceve diversi affluenti che scendono, con percorsi piuttosto brevi, dalle Ardenne.
I fiumi belgi sono quasi tutti navigabili e costituiscono di conseguenza importanti vie comunicazione; essi sono collegati tra loro da un articolato sistema di canali che si estende per una lunghezza complessiva di circa 1.600 km navigabili.Il Belgio gode di un clima che nel complesso può definirsi atlantico; ma sia perché il territorio si addentra alquanto nell’interno del continente, sia per la presenza dell’altopiano delle Ardenne, vi sono differenze sensibili in rapporto all’altitudine e alla distanza dal mare. Le temperature medie aumentano col procedere dall’interno verso la costa. La temperatura media estiva è di 25°C, quella invernale è di 7,2°C; i minimi e massimi annuali registrati nella storia sono: -30,1°C e +37,8°C.
Le precipitazioni sono ben distribuite tra i mesi dell’anno, ma solo sulla costa il regime è oceanico (con piogge in tutte le stagioni, con prevalenza in autunno), in quanto nell’interno del Paese si fa già sentire l’influenza dell’Europa continentale, con una maggiore incidenza delle precipitazioni estive.
Il regime dei venti mostra l’influenza dominante dell’Atlantico: in ogni stagione le masse d’aria oceaniche giungono sul Belgio portandovi una notevole umidità. Non sono rari tuttavia anche i venti orientali che, specie in primavera, possono provocare sugli altipiani giornate di cielo limpido, con freddo intenso. In linea di massima, il clima belga può essere considerato piuttosto simile a quello delle pianure dell'Italia Settentrionale.
Le aree forestali delle regioni pianeggianti e collinari sono composte prevalentemente da latifoglie quali querce, olmi e, alle quote più elevate, faggi. Nel massiccio delle Ardenne sono diffuse invece le foreste di conifere intervallate da brughiere e torbiere. Numerose sono le specie di piante da fiore quali giacinti, verghe d’oro, pervinche e digitali. La fauna selvatica, che vive in gran parte nelle aree forestali, comprende la volpe, il tasso, lo scoiattolo, la donnola e la martora. Nelle regioni montuose vivono il daino e il cinghiale.
Il Paese, essendo densamente popolato, conserva ancora pochi ambienti intatti dal punto di vista naturalistico. La protezione si realizza in modo frammentato tra Stato, comunità, regioni, in primo luogo, ma anche province e comuni, che rappresentano gli enti amministrativi preposti, i quali possono realizzare interventi in modo autonomo e indipendente tra loro. Anche per questo motivo un ruolo di notevole importanza nella promozione di azioni integrate di protezione della natura è giocato soprattutto dalle organizzazioni private. Proprio alcune di queste, nel 1952, hanno dato vita all’Unione nazionale per la protezione della natura, affiancandosi all’Associazione delle riserve naturali e ornitologiche del Belgio e all’associazione Wielewaal.
Nel complesso la superficie protetta è molto esigua, giungendo solo a circa il 2,8%, ma in realtà il territorio effettivamente protetto (quello rientrante nelle riserve naturali, di proprietà e gestione pubblica) occupa poco più dello 0,5%. Al momento in Belgio si contano 97 riserve naturali e 3 riserve forestali statali, mentre vi sono 263 “riserve naturali autorizzate”, di proprietà e gestione privata, che possono usufruire di sussidi statali. Quelle private sono, in genere didimensioni più limitate ma, nel complesso, tutte le aree protette del Belgio hanno estensione contenuta.
La riserva naturale privata dello ZwinSolo il Parco nazionale delle Hautes Fagnes-Eifel, istituito nel 1984, nella provincia di Liegi, ha una vasta superficie (67.850 ettari) e una maggiore varietà di paesaggi. Innanzitutto la foresta, che ricopre il 50% del territorio del parco, poi torbiere, il paesaggio fluviale del fiume Our e quello lacustre dei due laghi artificiali di Butgenbach e Robertville. Tra le riserve naturali particolare importanza riveste quella dello Zwin, una zona umida istituita nel 1952 per iniziativa privata (da parte dell’Associazione delle riserve naturali e ornitologiche), che si estende su 150 ettari, di cui 25 in territorio olandese. Si tratta di un ambiente di grande interesse, che comprende prevalentemente piane fangose, paludi salmastre e stagni, nei quali trova ricovero una grande varietà di uccelli acquatici.
Le più antiche tracce umane ritrovate nel Belgio si riferiscono al Paleantropo di Neanderthal: rari e modesti sono i reperti del Paleolitico superiore e quelli successivi del Neolitico (ritrovamenti dell’Hesbaye e dell’Hainaut). Numerosi, invece, i reperti di abitati palafitticoli nella Fiandra occidentale e nel Brabante, con persistenze fin nell’età del ferro (come dimostrano i siti archeologici di Neckerspeel, Austruweel, Contich).
Si sa per certo, grazie alle testimonianze di Giulio Cesare, che delle popolazioni celtiche si erano già in età storica sovrapposte in ondate successive agli indigeni. Successivamente le immigrazioni dovute alla conquista romana latinizzarono completamente la regione; in seguito, quando popolazioni germaniche vennero a insediarsi nelle pianure settentrionali, l’elemento celto-romano si rifugiò sugli altipiani meridionali, dove poté conservare a lungo la sua parlata. Da quest'antica distribuzione sul territorio belga di due popolazioni di diversa stirpe deriva la duplicità linguistica che ancora oggi caratterizza gli abitanti del Belgio: nelle Fiandre, regione settentrionale del Paese, si parla il fiammingo (variante belga del neerlandese, lingua parlata nei Paesi Bassi), mentre in Vallonia, nel Belgio meridionale, viene parlato il vallone (simile al francese dialettale della Piccardia). Nella regione vallone è presente, inoltre, una significativa minoranza di lingua tedesca che conta 70.000 rappresentanti, concentrati in nove comuni attorno ai centri di Eupen e Sainth-Vith, nella parte orientale della provincia di Liegi. La regione di Bruxelles è invece ufficialmente bilingue, anche se la componente francofona è di gran lunga la principale.
Nel 1830, quando il Belgio si costituiva in Stato indipendente, la popolazione assommava a 3.785.000 abitanti; nel 1914, alla vigilia della guerra, si contavano 7,5 milioni di abitanti: la consistenza demografica del Paese era raddoppiata in meno di un secolo. In seguito, sia per la conseguenze dell’evento bellico, sia soprattutto perché l’indice di natalità è andato progressivamente calando, l’incremento è stato assai meno rapido: nel 1947 erano raggiunti gli 8,5 milioni di abitanti e nel 1961 si sfioravano i 9. Anche la mortalità è progressivamente diminuita durante l’ultimo secolo e ciò ha permesso che l’eccedenza dei nati sui morti conservasse valori positivi, peraltro in forte attenuazione. Occorre notare, tuttavia, che storicamente l’elemento fiammingo ha sempre manifestato una maggiore vitalità demografica, tendendo a prevalere numericamente rispetto all’elemento vallone.
A partire dagli anni Sessanta il ritmo di accrescimento demografico si è andato progressivamente riducendo: nel corso di tutto il quarantennio successivo la popolazione belga è aumentata di poco più di un milione di unità. Tale incremento si è verificato soprattutto nel periodo tra il 1961 e il 1980, durante il quale i residenti hanno quasi raggiunto la soglia dei 10 milioni, per poi aumentare di appena 200.000 unità in tutto il ventennio seguente, con tassi medi annui prossimi allo zero. Questa stasi demografica si è manifestata con particolare evidenza negli anni Ottanta, durante i quali la popolazione è aumentata di appena 15 000 unità: al declino del tasso di natalità si è infatti associata in Belgio una notevole riduzione del flusso migratorio dall’estero, depresso dalla crisi del settore siderurgico, uno dei principali sbocchi occupazionali del Paese. Gli anni Novanta sono stati, invece, caratterizzati da un incremento più sostenuto, che all’inizio del XXI secolo ha portato la popolazione ben al di sopra della soglia dei 10.200.000 residenti (mentre alla fine del 2007 la popolazione contava 10.585.000 abitanti). Alla base di questa lieve inversione di tendenza ci sono l’intensificato flusso migratorio – stimolato da una migliore situazione economica – e la ripresa del tasso di natalità: quest’ultimo, in costante calo dal secondo dopoguerra, ha conosciuto a partire dalla seconda metà degli anni Novanta una stabilizzazione e quindi un leggero aumento, assestandosi nel 2006 sul valore dell’ 11,5‰; il crescente divario con il tasso di mortalità, che è invece risultano in ulteriore diminuzione (10,2‰), ha garantito un saldo naturale positivo e in leggera crescita.
La densità di popolazione del Belgio, con 342 abitanti/km², è la terza più elevata nell'Unione Europea (dopo quella di Malta e dei Paesi Bassi). La struttura per età mostra una popolazione piuttosto interessata dal problema dell’invecchiamento, senza grandi differenze regionali: la classe di età compresa tra i 15 e i 65 anni rappresenta circa il 65,5% del totale , mentre quella dei giovani dei giovani al di sotto dei 15 anni raggiunge il 17,5%, con tendenza a una ulteriore riduzione. Anche la speranza di vita non mostra divari regionali significativi e si è assestata a 76 anni per gli uomini e a 82 per le donne.
La distribuzione della popolazione presenta una certa disomogeneità spaziale, retaggio di vicende storiche ed economiche che hanno portato a una concentrazione demografica nelle aree di gravitazione dei maggiori centri urbani e dei principali distretti minerari e industriali. Emergono pertanto significativi divari regionali.
La regione più popolata è quella fiamminga, con il 58% della popolazione totale (6.120.000 abitanti) e una densità di 447 abitanti/km²; le aree di maggiore popolamento sono quella costiera, interessata dalle agglomerazioni di Anversa, Gand e Bruges, l’area emergente di Kortrijk e il polo limburghese. Nella regione vallona risiede circa un terzo della popolazione totale (3.435.000), con una densità assai inferiore a quella fiamminga (202 abitanti/km²); ben sottolineato dalle vicende storiche del popolamento appare il solco Haine-Sambre-Mosa, con due grandi in corrispondenza delle aree urbane di Liegi e Charleroi. La concentrazione demografica è invece massima nella regione urbana di Bruxelles, situata al centro di un’area a elevata densità di popolazione delimitata da Anversa, Lovanio, Nivelles, e Gand; l’agglomerato bruxellese supera il milione di abitanti (1.031.000), quasi un decimo della popolazione totale e presenta una densità tipica delle grandi concentrazioni urbane, superiore ai 6.200 abitanti/km².
La rete urbana del Belgio si presenta a maglie particolarmente fitte: otto città superano la soglia dei 100 000 residenti e sedici hanno una popolazione compresa tra i 50.000 e i 100.000 abitanti, mentre sono particolarmente numerosi i piccoli centri con popolazione inferiore ai 5000 abitanti. Dopo la capitale Bruxelles (1.031.000 abitanti), le principali città del Paese sono: Anversa (466.000 residenti), Gand (235.000) e Bruges (117.000) nella regione fiamminga; Charleroi (201.000) , Liegi (189.000) e Namur (107.000) in quella vallona.
Il grado di urbanizzazione - inteso come percentuale di popolazione residente in località urbane - si presenta in Belgio con una intensità che non ha pari in nessun altro Paese europeo, ed è tale da posizionare il Regno ai primi posti nella classifica mondiale: il suo peso percentuale è salito sino a raggiungere, alla metà degli anni Novanta, il 97%, ai livelli di Singapore e Hong Kong. Fra le tendenze recenti in materia di urbanizzazione vi è innanzitutto un certo calo demografico nelle agglomerazioni urbane con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti, interessate da un processo di deurbanizzazione in atto già dalla fine degli anni Settanta, a vantaggio di soluzioni residenziali di tipo periurbano, ai limiti dello spazio rurale.
Conseguentemente, a partire dagli anni Ottanta cresce il peso relativo ai centri di taglia media, con popolazione compresa tra i 10.000 e i 50.000 abitanti, ma sono soprattutto i piccoli centri, in particolar modo quelli della regione fiamminga, a mostrare una notevole vivacità demografica. Inoltre si è osservata a partire dagli anni Novanta una ripresa demografica - anche se modesta in valore assoluto – dell’insediamento di tipo rurale, grazie anche all’efficiente rete di trasporti che ha consentito a molti lavoratori dell’industria e del terziario occupati nelle città di conservare o adottare residenze rurali. Nello specifico, si rileva una predominanza di abitati rurali in alcuni distretti delle Fiandre occidentali, del Limburgo, del Brabante, del Hainaut e di Liegi.
Lo sviluppo demografico che ha interessato il Belgio all’indomani del secondo conflitto mondiale ha attivato consistenti afflussi di manodopera straniera; l’importanza del fenomeno appare chiara se si considera il peso percentuale dei residenti di origine straniera sulla popolazione totale (9,8%); tale percentuale risulta la terza più elevata in Europa.
Per tutto il XIX secolo e nei primi decenni del XX i movimenti di emigrazione e di immigrazione sono stati di modesta entità, con una certa prevalenza degli esodi. Dopo la Prima guerra mondiale, però, le immigrazioni cominciarono a superare le emigrazioni; infatti molti lavoratori affluirono da Paesi vicini (ma anche dall’Italia) per lavorare nelle industrie e nelle miniere. Alla fine degli anni Settanta il numero totale degli stranieri in Belgio sfiorava le 900.000 unità (di cui quasi 300.000 italiani). Negli anni Ottanta la crisi siderurgica ha provocato un declino del flusso migratorio; solo degli anni Novanta, grazie alla migliorata situazione economica, si è registrata una certa ripresa del fenomeno, sia pure a fasi alterne.
Secondo le ultime stime i residenti d’origine straniera supererebbero il milione di unità: la comunità più numerosa sarebbe quella italiana (171.000 rappresentanti), seguita da quella francese (132.000), olandese (125.000), marocchina (88.600) e turca (42.000).In Belgio, l'argomento etnico è profondamente legato a quello linguistico ed ha portato alla creazione di uno stato federale unico al mondo nel suo genere. In effetti, nel Paese si parlano tre lingue alle quali viene associata l'esistenza di tre gruppi linguistici: fiamminghi (di lingua fiamminga, variante belga del neerlandese, comunemente chiamata in Italia olandese), valloni (di lingua francese, simile al dialetto della Piccardia ) e tedeschi di lingua tedesca. Ognuno dei tre maggiori gruppi linguistici viene chiamato Comunità, termine che corrisponde ad una suddivisione culturale amministrativa all'interno dello stato federale, accanto ad una ulteriore suddivisione delle Federazione in tre regioni, regioni che non combaciano con la stretta definizione delle comunità descritte.
Ogni Comunità si occupa degli argomenti scolastici e culturali dei propri locutori residenti in zone unilingue e/o bilingue sul territorio: Comunità francofona del Belgio, Comunità fiamminga del Belgio, Comunità germanofona del Belgio. Secondo l'ultimo censimento linguistico - che risale al 1990 (da: Ben Vautier sulla questione etnica belga) - più della metà della popolazione belga risulta di lingua fiamminga (58,2 %), mentre la lingua francese viene fuori come la seconda lingua (34,1%), la terza lingua essendo il tedesco parlato da meno dell'1% della popolazione. Il resto della popolazione parla altre lingue (per esempio l'arabo, l'italiano, il portoghese...): si tratta di immigrati che praticano ancora la propria madrelingua (da: Università di Laval, Québec).
Tre regioni sono state create nello stato belga per organizzare la vita economica delle comunità e quella della capitale, Bruxelles, la quale risulta bilingue. Una prima regione è quella delle Fiandre, dove la lingua ufficiale è il fiammingo, regione che ha messo in comune i propri organi amministrativi con quelli della Comunità fiamminga con una unica sede governativa a Bruxelles; una seconda regione è quella della Vallonia, dove la lingua ufficiale è il francese. In Vallonia risiede anche la Comunità di lingua tedesca concentrata nelle zone del Sud Est e con sede a Eupen. La regione della Vallonia ha sede a Namur, mentre la Comunità di lingua francese ha sede a Bruxelles.
La terza regione belga è la regione di Bruxelles-Capitale, in realtà una enclave bilingue (francese-fiammingo), situata geograficamente nella regione delle Fiandre. I dati dicono però che Bruxelles è principalmente francofona (le statistiche parlano di un 70% della popolazione), con soltanto un 10 % di abitanti di lingua fiamminga e al meno un 20 % che parla altre lingue ancora: si tratta anche qua di immigrati che praticano ancora la propria madrelingua vedi sempre il sito del TLFQ. Tali cifre sono fonti di forti contrasti comunitari. Bruxelles è dunque ufficialmente bilingue. La regione di Bruxelles include 19 comuni: Anderlecht, Auderghem, Berchem/Sainte-Agathe, Bruxelles, Etterbeek, Evere, Forest, Ganshoren, Ixelles, Jette, Koekelberg, Molenbeek/Saint-Jean, Saint-Gilles, Saint-Josse-ten-Noode, Schaerbeek, Uccle, Watermael/Boitsfort, Woluwe/Saint-Lambert, Woluwe/Saint-Pierre. Quella che viene conosciuta di solito come Bruxelles è dunque in realtà uno dei 19 comuni (e il capoluogo) della regione amministrativa detta regione di Bruxelles-Capitale. A complicare lo statuto della città è il fatto che Bruxelles sia anche la capitale del Belgio, la capitale della regione delle Fiandre, la capitale della Comunità francofona del Belgio e la capitale dell' Unione europea.
Il cattolicesimo è la religione principale, vi aderisce il 75%-80% della popolazione, anche se oggigiorno, solo il 10%-20% è praticante; mentre il sentimento religioso è ancora forte nelle Fiandre, la Vallonia è in gran parte laicizzata. Altre religioni ampiamente diffuse sono Islam e il Protestantesimo. L'ebraismo, che prima della Shoa aveva almeno 65.000 appartenenti, oggi ne conta appena 40.000.
La religione fu una delle differenze tra il sud cattolico e il nord protestante del Regno dei Paesi Bassi, che portò alla separazione del sud, nel 1830, e alla nascita del Belgio attuale. Questo giustifica anche l'attuale prevalenza numerica dei cattolici.
Dal 1830, il cattolicesimo ha avuto anche un ruolo importante nella politica belga. Un esempio sono le cosiddette "guerre scolastiche" ("guerres scolaires" in francese) tra liberali e cattolici che si ebbero tra il 1879 e il 1884 per la prima, e tra il 1954 e il 1958 per la seconda.
Tra la prima e la seconda guerra mondiale il centro dell'attività occulta e mistica si spostò dalla Francia al Belgio.[citazione necessaria] Il Belgio divenne il centro principale per molte fratellanze e società segrete, delle quali molte branche esistono ancor oggi.
Il 14 luglio 1993 vi è stata una revisione della costituzione finalizzata alla creazione di uno stato federale basato su tre livelli:
Il governo federale con sede a Bruxelles Le tre comunità linguistiche: francofona fiamminga germanofona Le tre regioni: Regione di Bruxelles-Capitale (con una popolazione di lingua fiamminga e francese, di circa 960.000 persone) Fiandre (principalmente di lingua fiamminga, con una popolazione di circa 6.000.000) Vallonia (principalmente di lingua francese, con una popolazione di circa 3.300.000) Le ultime due regioni sono divise ognuna in 5 province.
Tra parentesi i nomi locali di ogni provincia, in francese o fiammingo:
Fiandre (di lingua fiamminga; Vlaanderen in fiammingo, Flandre o Flandres in francese, Flandern in tedesco): Anversa (Antwerpen) Limburgo (Limburg) Fiandre Orientali (Oost-Vlaanderen) Fiandre Occidentali (West-Vlaanderen) Brabante Fiammingo (Vlaams-Brabant) Vallonia (di lingua francese, tranne nove comuni nella parte orientale della provincia di Liegi che costituiscono la Comunità germanofona del Belgio; Wallonie in francese, Wallonië in fiammingo, die Wallonie in tedesco): Brabante Vallone (Brabant Wallon) Namur Liegi (Liège) Hainaut Lussemburgo (Luxembourg) La Regione di Bruxelles-Capitale (Région de Bruxelles-Capitale in francese, Brussels Hoofdstedelijk Gewest in fiammingo, die Region Brüssel-Hauptstadt in tedesco). Ogni entità provinciale è ulteriormente suddivisa in arrondissement amministrativi e quindi in municipalità chiamate gemeenten in fiammingo e communes in francese (vedi elenco di comuni belgi e città del Belgio). La Regione di Bruxelles-Capitale è costituita da un unico arrondissement.
Il Belgio è una monarchia parlamentare e uno stato federale, il cui Capo di Stato è il Re Alberto II. Il sistema politico del Paese si fonda su una complessa struttura confederale, rafforzata dagli emendamenti costituzionali del 1993, proposti al fine di evitare la definitiva rottura tra la comunità fiamminga e quella vallone. Ciononostante si registrano ancora oggi consistenti residui di tensioni di natura politico-economica tra i due gruppi etnici. Il federalismo belga si basa sul concetto dell'"equipollenza delle norme"; in parole povere, il governo unitario non ha alcun diritto di sovrastare o contraddire i decreti varati dalle regioni confederate.
Da quando la linea di politica estera mantenuta fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale, improntata sulla neutralità, è stata abbandonata; il Belgio ha iniziato a giocare un ruolo fondamentale sullo scacchiere europeo. Il Paese è innanzitutto membro del Benelux, unione doganale comprendente anche Paesi Bassi e Lussemburgo, ed è tra i fondatori dell'Unione Europea e della Nato.
I membri del BeneluxDal punto di vista strettamente linguistico, il Belgio è tradizionalmente diviso in tre «comunità», riconosciute come istituzioni. Le «comunità» (la fiamminga, la francofona e la germanofona) hanno poteri nell'ambito dell'educazione e della solidarietà sociale, ovviamente limitati alle regioni di competenza. Da un punto di vista politico, le istituzioni più importanti sono le tre «regioni», a loro volta distinte in province. Le «regioni» (Fiandre, Vallonia, Bruxelles) sono dotate di propri parlamenti, che legiferano in campo economico e politico, nonché nell'ambito dei trasporti, dell'urbanistica e delle lottizzazioni e addirittura nella gestione delle relazioni internazionali. Ad esempio, un edificio scolastico a Bruxelles appartiene al sistema scolastico pubblico che viene regolato dal governo generale di Bruxelles. La scuola in quanto istituzione comunque, ricade sotto la regolamentazione del governo fiammingo, se la prima lingua insegnata è il fiamminga, o sotto il governo della comunità francese, se la lingua primaria è il francese. È un sistema complesso, in qualche modo instabile e dispendioso, ma è anche un compromesso pacifico che permette a culture distinte di vivere assieme. Per quanto concerne l'organizzazione amministrativa, le regioni sono a loro volta divise in province, fatta eccezione per il distretto di Bruxelles. Da sottolineare che dal 1980 la comunità fiamminga e la regione delle Fiandre si sono fuse in un unico organo istituzionale, mentre la comunità francofona e la regione della Vallonia sono rimaste divise, innanzitutto perché la minoranza germanofona dell'Est fa parte della regione vallone ma ha una «comunità» propria, e poi perché vi sono 19 municipalità a maggioranza francofona in territorio fiammingo. Il governo unitario federale, con sede a Bruxelles, detta le linee guida dell'economia, della previdenza sociale, dell'educazione, del fisco e delle relazioni diplomatiche, mentre ha poteri esclusivi nel campo della ricerca scientifica e dell'esercito. La netta spaccatura tra fiamminghi, francofoni e germanofoni si rispecchia anche nelle formazioni politiche: non esistono partiti nazionali attivi su tutto il territorio affiancati da fazioni regionaliste o autonomiste, ma ognuna delle tre comunità ha partiti propriL’economia belga, nonostante alcune debolezze strutturali, è una delle più avanzate d’Europa. Il suo sviluppo è dovuto a una pluralità di fattori geografici e storici: una posizione geografica strategica nell’area economicamente più dinamica del continente europeo e un’articolata ed efficiente rete di collegamenti marittimi, fluviali e terrestri, che hanno reso possibile un elevato grado di integrazione economica con in Paesi limitrofi; una tradizionale e consolidata esperienza mercantile, che ha sempre proiettato l’economia belga verso i mercati internazionali, supportata in questo da un sistema portuale fra i più sviluppati d’Europa; un’antica tradizione artigiana e industriale risalente al Medioevo (la Fiandra tessile, le armerie di Liegi, i soffiatori di vetro di Charleroi) che, favorita dalla presenza di vasti bacini carboniferi, ha stimolato un precoce sviluppo dell’industriallizzazione. Infatti, nel XIX secolo, il Belgio fu uno dei primi Paesi ad essere raggiunto dalla Rivoluzione industriale, grazie allo sfruttamento del carbone del solco Haine-Sambre-Mosa , alla facilità delle comunicazioni e alla disponibilità di una manodopera abbondante e qualificata. Il Belgio occupa il 17° posto nella classifica ISU (Indice di Sviluppo Umano), mentre l'Italia è collocata nella ventesima posizione.L’economia belga, nonostante alcune debolezze strutturali, è una delle più avanzate d’Europa. Il suo sviluppo è dovuto a una pluralità di fattori geografici e storici: una posizione geografica strategica nell’area economicamente più dinamica del continente europeo e un’articolata ed efficiente rete di collegamenti marittimi, fluviali e terrestri, che hanno reso possibile un elevato grado di integrazione economica con in Paesi limitrofi; una tradizionale e consolidata esperienza mercantile, che ha sempre proiettato l’economia belga verso i mercati internazionali, supportata in questo da un sistema portuale fra i più sviluppati d’Europa; un’antica tradizione artigiana e industriale risalente al Medioevo (la Fiandra tessile, le armerie di Liegi, i soffiatori di vetro di Charleroi) che, favorita dalla presenza di vasti bacini carboniferi, ha stimolato un precoce sviluppo dell’industriallizzazione. Infatti, nel XIX secolo, il Belgio fu uno dei primi Paesi ad essere raggiunto dalla Rivoluzione industriale, grazie allo sfruttamento del carbone del solco Haine-Sambre-Mosa , alla facilità delle comunicazioni e alla disponibilità di una manodopera abbondante e qualificata. Il Belgio occupa il 17° posto nella classifica ISU (Indice di Sviluppo Umano), mentre l'Italia è collocata nella ventesima posizione.Anversa, situata lungo la Schelda, pur distando 84 km dal mare, è uno dei porti più attivi del mondo (secondo solamente, in Europa, al vicino porto di Rotterdam).
I fiumi del Belgio sono collegati tra loro da un articolato sistema di canali che si estende per una lunghezza complessiva di circa 1.600 km navigabili. A essi si aggiungono i 152 250 km di strade e i 3.542 km di rete ferroviaria: una rete tanto estesa che il Belgio è attualmente il paese con la più alta densità di linee di comunicazione del mondo.
La compagnia aerea di bandiera Sabena, un tempo tra le principali compagnie internazionali, ha chiuso i battenti nel 2001 a causa della crisi del trasporto aereo innescata dagli attacchi terroristici dell’11 settembre a New York; il principale scalo aeroportuale del Paese è l'aeroporto internazionale di BruxellesIn uno scenario economico complessivamente positivo emergono però significative divergenze regionali. La vallonia, regione mineraria di precoce industrializzazione e principale motore dell’economia belga fino agli anni Settanta, ha sofferto profondamente della crisi del settore siderurgico e si è affacciata alle soglie del XXI secolo con esigenze di riconversione industriale, con un livello di sviluppo inferiore a quello dei Paesi limitrofi e con un elevato tasso di disoccupazione.
L’efficiente regione di Bruxelles si presenta come una grande e moderna metropoli, decisamente cosmopolita e fortemente orientata verso il terziario avanzato, che trae beneficio dall’Unione Europea e dalla globalizzazione economica, ma che appare tuttavia ostacolata dalla limitatissima estensione territoriale (meno dell’1% del territorio belga).
Senza dubbio le Fiandre costituiscono attualmente l’area forte del Paese dal punto di vista economico, favorite dalla posizione geografica e dalle infrastrutture di comunicazione (il sistema portuale Anversa-Gand-Zeebrugge; una rete stradale ben integrata nelle principali direttrici europee nord-sud e ovest-est; una rete ferroviaria molto sviluppata; l’aeroporto internazionale di Bruxelles), da un’economia molto orientata all’export (circa due terzi della produzione industriale delle Fiandre è destinata all’esportazione), da un contesto socio-economico che attrae capitali stranieri e da una struttura produttiva flessibile e tecnologicamente avanzata.
Storicamente, il carbone è stata la principale risorsa mineraria del Belgio, localizzato in due bacini principali: quello del solco Haine-Sambre-Mosa, che non è più sfruttato a partire dagli anni Sessanta a causa dell’esaurimento delle riserve di facile estrazione, e quello delle Campine, dove invece è sopravvissuta una modesta attività estrattiva. Nel corso del XIX secolo sono stati intensivamente sfruttati anche i giacimenti di ferro e zinco localizzati nella valle del Sambre-Mosa, oggi esauriti.
Centrale termonucleare di MolAncora importati sono, al contrario, le miniere di gesso e di calcare nei pressi di Tournai, Mons e Liegi, che alimentano una significativa industria del cemento. Sono presenti inoltre cave di marmo e depositi di sabbie, utilizzate in vetreria, e di argille, per la produzione di ceramiche e mattoni.
Le risorse idriche sono concentrate nel meridione del Paese. La maggior parte dei corsi d’acqua ha origine nelle Ardenne e scorre verso nord. Una distribuzione geograficamente equilibrata delle risorse idriche è garantita da un complesso sistema di acquedotti, canali e bacini artificiali.
Le centrali nucleari di Mol, nella provincia di Anversa, rappresentano la principale fonte di energia elettrica, coprendo i due terzi del fabbisogno nazionale. La porzione restante della domanda energetica è soddisfatta dalle centrali termoelettriche e, seppur in minima parte, da quelle geotermiche e idroelettricheCome quella dei Paesi Bassi l’agricoltura belga è in buona misura “artificiale”, essendo praticata su suoli che in origine non erano idonei alle pratiche agricole, ad eccezione di alcuni buoni terreni localizzati nel Belgio centrale; suoli che sono stati conquistati all’agricoltura dall’opera secolare dell’uomo, grazie alla sistemazione dei polder, al riscaldamento artificiale dei terreni, alla forzatura in cassoni e in serre.
Pur essendo praticata in maniera intensiva e con l’ausilio di tecnologie moderne, l’agricoltura riveste un ruolo sempre più marginale nella struttura economica belga: rappresenta poco più dell’1% del PIL e impiega appena il 2% della forza lavoro. Anche la superficie agricola appare in costante declino, essendo passata da oltre il 50% negli anni Sessanta a poco più d’un quarto della superficie del Paese. Va mutando anche la dimensione media delle aziende agricole, che tende ad aumentare con la progressiva scomparsa dei piccoli coltivatori, sostituiti da strutture societarie in grado di far fronte agli investimenti in meccanizzazione e nuove tecnologie indispensabili per incrementare la produttività dei suoli.
Campo di lino in primaveraLe Fiandre, tradizionalmente agricole, sono ancora oggi la regione più interessata dalle attività del settore primario, realizzando oltre i due terzi del valore aggiunto del comparto; poco meno di un terzo è attribuibile alla Vallonia, mentre il contributo della regione di Bruxelles è, naturalmente, pressoché inesistente.
Un posto di particolare rilievo è occupato dall’orticoltura, praticata soprattutto nelle Fiandre, che rappresenta quasi un quarto dell’intera produzione agricola. Nell’ambito della floricoltura sono famose nel mondo le azalee e le begonie delle Fiandre orientali. Le altre principali produzioni agricole sono la barbabietola da zucchero, la cicoria, il lino, i cereali e le patate.
L’allevamento del bestiame (suini, specialmente nelle Fiandre, e bovini da carne e da latte) costituisce tuttavia la principale voce del settore primario, con quasi due terzi del valore totale. Di scarso rilievo appare la pesca, praticata nei banchi del Mare del Nord. Va infine menzionata la silvicoltura, localizzata soprattutto nelle Ardenne e nelle Campine.
Nonostante gli effetti negativi della crisi siderurgica e le difficoltà incontrate negli anni Ottanta da alcuni comparti tradizionali (in particolar modo dal tessile), il Belgio appare all’inizio del XXI secolo come un Paese con base industriale ancora solida, che occupa oltre un quarto della popolazione attiva, contribuisce alla formazione del PIL nella misura del 25% e presenta un indice di produttività in crescita, nonostante il calo registrato nei primi anni dell’ultimo decennio.
I principali settori del comparto manifatturiero, sia dal punto di vista del fatturato, sia da quello dell’occupazione, sono l’agroalimentare, la chimica e la metallurgia; importanti sono anche la meccanica (soprattutto la costruzione di vagoni ferroviari e l’assemblaggio di autovetture straniere), la petrolchimica, l’elettronica e l’elettrotecnica, il tessile e la produzione di carta; di un certo rilievo, e forti di una consolidata tradizione, sono le lavorazioni del vetro (rinomate sono le cristallerie di Val Saint-Lambert) e del legno.
Alcuni dei principali poli manifatturieri sono localizzati nei grandi agglomerati urbani. Il più importante è l’agglomerato di Anversa, che ha una struttura industriale orientata verso settori a elevata intensità di capitale e in stretto collegamento con le infrastrutture portuali (chimica, elettronica, agroalimentare); molto sviluppata e tipica dell’area è la lavorazione delle pietre preziose. Il secondo polo industriale del Belgio è quello della regione metropolitana di Bruxelles, basato principalmente su produzioni di largo consumo ad elevato contenuto tecnologico. La struttura manifatturiera dell’area di Gand consiste in un antico nucleo di industrializzazione leggera (soprattutto tessile) e di un più recente polo chimico e metallurgico che gravita sulle strutture portuali. Le altre regioni industriali del Belgio, situate al di fuori dei grandi agglomerati urbani, sono quella delle Fiandre interne, in particolar modo l’area di Kortrijk, caratterizzata da una fitta rete integrata e flessibile di piccole e medie imprese (tessili, mobilifici, prodotti metallici), e quella nord-orientale, che al contrario è sempre stata contrassegnata dalla presenze della grande industria pesante, a capitale di prevalenza straniero (assemblaggio di autovetture, chimica).
Come in tutti i Paesi sviluppati, il principale settore economico del Belgio è il terziario, che contribuisce per quasi tre quarti all’occupazione e alla formazione del PIL. I servizi privati (commercio, trasporti e comunicazioni, servizi finanziari e assicurativi, locazioni, attività professionali) risultano di gran lunga preponderanti sulle attività della pubblica amministrazione, sintomo di una struttura socio-economico avanzata.
La più importante branca del terziario è il commercio, che alla fine degli anni Novanta più che raddoppiato rispetto ai valori dei primi anni Ottanta, e una base occupazionale di poco inferiore a quella dell’intero comparto manifatturiero. Il particolare rilevo che il commercio, specialmente quello estero, ha sempre rivestito nell’economia belga è da ricollegare alla posizione centrale che il Paese occupa nell’area più ricca dell’Europa e all’eccezionale sviluppo delle infrastrutture di trasporto. Queste particolari condizioni hanno fatto del Belgio un Paese dall’economia estremamente aperta, che all’inizio del XXI secolo risulta essere la decima potenza commerciale del pianeta, titolare di una quota pari al 3,2% dell’intero commercio mondiale.
Le principali voci dell’esportazione sono i macchinari e i mezzi di trasporto, i prodotti chimici e farmaceutici, le pietre preziose, i tessili e i prodotti alimentari. Mezzi di trasporto, combustibili, prodotti chimici, derrate alimentari e prodotti tessili costituiscono invece il grosso delle importazioni.
Sede della Banca Nazionale del BelgioI maggiori partner commerciali del Belgio sono i Paesi dell’Unione Europea (in particolar modo Germania, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito), che rappresentano circa due terzi dell’export e oltre il 70% dell’import.
L’area di maggiore concentrazione del terziario avanzato è quella di Bruxelles, la quale, grazie al suo ruolo di capitale nazionale e di crocevia di relazioni internazionali, rappresenta la sede privilegiata nel Paese per banche, assicurazioni, società finanziarie, enti e organizzazioni sovranazionali, laboratori di ricerca e istituzioni universitarie. Nell’area di Anversa si osserva invece una predominanza di servizi legati alle attività portuali e di import-export. Nella regione vallone, la debolezza del sistema industriale e la storica dipendenza dai centri decisionali finanziari e politici localizzati nella capitale hanno ostacolato lo sviluppo di un terziario moderno, che qui assume prevalentemente la forma dei servizi della pubblica amministrazione. Un non trascurabile rilevo va assumendo anche il turismo, concentrato essenzialmente nelle città d’arte, nei centri balneari della costa e nella regione collinare delle Ardenne.
Dal numero di stelle che i ristoranti belgi hanno ricevuto negli anni da parte della guida Michelin, taluni ritengono la cucina belga tra le migliori d'Europa: essa ha infatti reinterpretato la tradizione gastronomica della vicina Francia in maniera del tutto originale, adattandola ai prodotti tipici offerti dal suo territorio. La cucina belga possiede in effetti dei tratti ampiamente regionali che offrono una grande varietà di ricette ed ingredienti. Baluardi dell'arte culinaria belga sono il cioccolato, la birra, le patatine fritte, i celebri cavolini di Bruxelles e le waffels (in fiammingo) o Gaufres (in francese).
Assieme alla Svizzera, il Belgio è la nazione con la più solida tradizione cioccolatiera al mondo, il che è testimoniato dal fatto che marche belghe come Neuhaus, Côte d'Or, Leonidas e Godiva siano rinomate e apprezzate ovunque. Va al Belgio anche il merito di aver inventato le cosiddette praline, cioccolatini dal guscio croccante e dal ripieno morbido. Nel paese sono presenti oltre 2000 negozi specializzati nella vendita di questo prodotto: dalle praline di pasticceria al ripieno di pistacchi, nocciole o frutta, alle classiche tavolette commerciali.
Si producono oltre 600 differenti tipi di birra: la maggior parte della birra consumata nel paese consiste di lager commerciali come Jupiler, Maes o Stella Artois, ma sono anche diffuse ales sempre commerciali ma più vicine alla tradizione belga, come Leffe, Grimbergen, Hoegaarden, Affligem, tutte comunque appartenenti a grandi gruppi industriali. Ben più prestigiose sono le produzioni artigianali di piccoli birrifici (ve ne sono circa 120 in tutto il paese), quelle dei monaci trappisti e il cosiddetto Lambic, specialità unica del belgio a fermentazione spontanea prodotta unicamente nella zona a sud-ovest di Bruxelles chiamata Pajottenland. Questi prodotti d'eccellenza, che spesso uniscono secoli di storia all'estro di giovani birrai, richiamano appassionati da tutto il mondo. La birra è largamente impiegata nella preparazione di ricette a base di carne e pesce (un piatto a base di cozze viene preparato con la birra) come lo è il vino in altri paesi
Orgoglio dei Belgi sono le loro patatine fritte ("frieten" o "frites"), per le quali esiste una sorta di venerazione. Molto comuni sono i chioschi in strada, nelle stazioni ecc. chiamati "frituur" nelle Fiandre e "friterie" in Vallonia. La ricetta per la preparazione è particolare ed è conservata come una sorta di segreto.Come prima portata, i Belgi mangiano spesso minestre e zuppe calde (passati di verdure). Particolarmente popolari risultano per esempio la zuppa al cavolo, panna e prosciutto crudo e la crema di piselli, di porri e di rabarbaro. Sono consumate frequentemente anche le tipiche torte salate, il cui ingrediente base può essere il cavolino di Bruxelles o altre verdure.
Il Belgio, grazie alla sua posizione, ha un'ottima tradizione sia nel campo del pesce (pescato nel Mare del Nord) sia nel campo della carne (proveniente dalle fertili pianure del Brabante). Uno dei più celebri secondi belgi è il waterzooi, tipico di Gand ma diffuso in tutto il paese: si tratta di pesce o pollo con panna, verdure e ortaggi (patate, rape, sedano, porri e carote). Altri piatti diffusi sono il maiale e il coniglio alla birra, la carne d'oca, preparata in vari modi, la cacciagione, e le bistecche, spesso accompagnate da salse e mostarde. Largamente utilizzata in cucina è la cipolla, e lo scalogno che danno ai piatti un gusto particolarmente delicato. Tra gli insaccati, si segnala invece il boudin, salsiccia di maiale composta con pane, uova e spezie. Molto comune è il consumo di frutti di mare, tra i quali i più amati e diffusi sono sicuramente i mitili (cozze), preparati in brodo o in svariati modi dal pomodoro, al vino passando dalla birra e accompagnati da patate fritte. Altro prodotto tradizionale sono i jefke, filetti di aringa serviti con olio, aceto, limone, maionese e accompagnati da scalogno e fagioli. Tra le verdure, oltre ai già citati cavolini di Bruxelles, spicca l'indivia,
Per quanto riguarda i dessert, i Belgi usano spesso proporre formaggi (ne esistono molti prodotti localmente), a fine pasto e volendo anche prima del tradizionale dolce, alla maniera francese. Tra i dolci più famosi invece, vi sono le waffels (in fiammingo) o gaufres (in francese), cialde morbide e calde servite, per esempio, con cioccolata fusa o con panna e fragole. Tra le torte, famose sono quelle alle pere e alle mele, ma ci sono molte ricette locali legate alla tradizione e alle feste. Diversi tipi di dolci sono serviti a colazione o soltanto a merenda, e non solo dunque a fine pasto. Il Belgio ha inoltre un'importante tradizione di produzione di biscotti, e spicca soprattutto per quelli al burro e quelli alle spezie.
Nell'architettura è molto noto il nome di Victor Horta, uno degli ideatori dell'architettura Art Nouveau, uno stile che ebbe un grande influenza sugli stili architettonici del XX secolo.
Il Belgio possiede una grande varietà di musei e mostre. Tra i principali musei troviamo il "Museo Reale di Belle Arti" di Anversa, che ha un'ammirevole collezione di lavori di Peter Paul Rubens; e il "Museo Reale di Belle Arti del Belgio" di Bruxelles, che ha un cinema, una sala concerti, e opere di diversi periodi.
Nella musica, Adolphe Sax è noto per aver inventato il sassofono nel 1841.
Jacques Brel è il più noto cantautore belga. Nel jazz, Django Reinhardt e Toots Thielemans sono nomi che hanno contribuito alla fama del genere in terra belga. Salvatore Adamo di origine italiana è uno dei più popolari cantanti belgi di varietà.
Nel rock si ricordano alcuni importanti artisti, su tutti i dEUS autori di alcuni album di fama internazionale e originari di Anversa. Sono belgi e hanno raggiunto una certa fama internazioale anche gli Ancient Rites, gli Ocean of Sadness, i SoulWax e i K's Choice.
Il Belgio è ben rappresentato nel mondo dello sport.
Il calcio è molto popolare. La nazionale di calcio porta il soprannome di Diavoli Rossi: fu terza ai Campionati Europei del 1972 e quarta al Campionato del Mondo del 1986. Occupa attualmente la 49esima posizione nella classifica FIFA del mese di novembre 2007(da: sito della FIFA). Questa posizione rappresenta una caduta verticale dal 2002, anno in cui occupava ancora il 16esimo posto nella classifica. Il declino della squadra cominciò nel 2004, e fu confermato nel 2006, anno in cui per la prima volta in 28 anni, il Belgio non partecipò alla Coppa del Mondo (da: fr.Wikipedia.org).
I Belgi sono sempre stati tradizionalmente forti nel ciclismo. Uno dei più grandi ciclisti di tutti i tempi, Eddy Merckx, era belga. Ha vinto cinque Tour de France, cinque Giri d'Italia, una Vuelta a España, due giri del Belgio e un Giro di Svizzera. Un altro grande campione di ciclismo è anche Tom Boonen, vincitore nel 2005 del titolo mondiale.
Il Belgio conta anche tra i suoi campioni due delle prime 20 tenniste del mondo; Kim Clijsters e Justine Henin nonché la centometrista Kim Gavaert e la saltatrice in alto Tia Hellebaut. Ha avuto campioni mondiali di motocross (Roger De Coster, Joël Robert, Stefen Everts, Georges Jobé), automobilismo (Thierry Boutsen e Bertrand Gachot),tennis tavolo (Jean-Michel Saive, David Waefelaer) e Judo (Ingrid Berghmans, oro, Campionato del mondo 1984) (vedi il Portale del Belgio su Wikipedia.fr).
Bruxelles o Brussel (Bruxelles /b?y's?l/ o /b?y'ks?l/ in francese, Brussel /'brœs??/ in olandese, Brüssel in tedesco, Brusselle o Borsella in italiano arcaico) è la capitale e la principale città del Belgio. Il termine Bruxelles di solito coincide con la Regione di Bruxelles-Capitale.
Con il termine Bruxelles ci si riferisce talvolta alla municipalità principale della Regione di Bruxelles-Capitale (Région de Bruxelles-Capitale in francese, Brussels hoofdstedelijk gewest in olandese), ma in tal caso è più corretto denominarla Città di Bruxelles (Ville de Bruxelles in francese, Stad Brussel in neerlandese). La Città di Bruxelles non è che una delle 19 municipalità che compongono la Regione di Bruxelles-Capitale: conta 140.000 abitanti, mentre considerando l'intera Regione di Bruxelles-Capitale si arriva a 1 milione di abitanti.
La Regione di Bruxelles-Capitale, dal punto di vista amministrativo è una regione esattamente come Fiandre e Vallonia, e dal punto di vista geografico è una enclave delle Fiandre. Le regioni sono una componente delle complesse istituzioni belghe, le tre comunità sono un'altra: la popolazione di Bruxelles ha a che fare con la Comunità francofona del Belgio o con la Comunità fiamminga del Belgio, per questioni riguardanti argomenti come cultura ed educazione.
Dopo la loro creazione, le istituzioni comunitarie e regionali fiamminghe si riunirono, e il consiglio legislativo fiammingo unificato, il 'Vlaamse Raad', attualmente chiamato Vlaams Parlement, stabilì il suo governo e i suoi ministeri a Bruxelles. Bruxelles è anche la capitale della Comunità francofona del Belgio (Communauté française Wallonie-Bruxelles in francese).
La frontiera linguistica divide il Belgio in un settentrione di lingua olandese ed un meridione di lingua francese.
La regione di Bruxelles è ufficialmente bilingue, ma la maggioranza della sua popolazione parla francese (85-90%). Piccole comunità di immigranti conservano la loro madrelingua: berberi, arabi, italiani, spagnoli e altri, ma la gran parte di questi parla anche in francese.
Due delle tre principali istituzioni dell'Unione europea, la Commissione europea e il Consiglio dell'Unione europea, hanno la loro sede a Bruxelles. La terza istituzione principale, il Parlamento europeo, ha anch'essa una camera parlamentare a Bruxelles (le sue sessioni plenarie si tengono però nella sede di Strasburgo). Bruxelles ospita anche gli uffici della Presidenza europea, le commissioni del Parlamento europeo e il Comitato delle Regioni, ed è anche la sede politica della NATO, e dell'Unione Europea Occidentale (UEO). Ospita inoltre la sede dell'EPC, ente no-profit legato all'UE.
Per questo motivo è spesso considerata (assieme a Strasburgo e Lussemburgo) come la capitale dell'Unione europea.
Il nome Bruxelles deriva da Bruocsella o Brucsella, che significa "casa (sel) nella palude (broek)", tale termini vennero in seguito latinizzati in :"Brucsella". Il primo nucleo della città sarebbe sorto nel VI secolo d.C. per iniziativa del vescovo di Cambrai, come punto di collegamento strategico tra le città di Colonia e Bruges. I primi documenti risalgono al secolo X, e fanno riferimento a chiese sorte sul Caudenberg, un'altura alle spalle della città. Divenne successivamente residenza dei duchi di Brabante, acquisendo così sempre maggiore importanza, tanto da essere cinta con una cerchia di bastioni lunga quattro chilometri, nel 1144. Nel corso del secolo XII passò dalla corona di Brabante a quella dei duchi di Lorena. Successivamente la sua storia risultò indissolubilmente legata alle sorti della regione delle Fiandre, passando attraverso le lotte per il predominio tra l'Austria, la Spagna e la Francia. Nel 1477, quando divenne capitale dei Paesi Bassi austriaci, era ritenuta una delle città più attraenti e ricche d'Europa, grazie soprattutto alle sue attività commerciali, concentrate sul traffico di tessuti. Nel 1567, per soffocare i moti autonomisti, lo spagnolo Duca d'Alba adottò metodi fortemente repressivi, arrivando a far decapitare qualcosa come 18.000 persone. Il governo spagnolo, che si protrasse ancora per tutto il XVII secolo, risultò inetto e disastroso, e provocò un rapido declino economico, il quale portò a sua volta gli artigiani e i mercanti alla sollevazione. Bruxelles risentì poi della politica espansionistica di Luigi XIV, che fece bombardare pesantemente la città nel 1695. Durante il principio del Settecento si alternarono alla guida di Bruxelles francesi e austriaci: questi ultimi si impadronirono infine della città col trattato di Aquisgrana, e governarono in modo avveduto, promuovendo tra l'altro un programma di rinnovamento urbanistico (che previde la realizzazione della magnifica Grande Place, per opera dell'architetto Guimerd). L'indipendenza, dopo un periodo di occupazione napoleonica e dopo quindici anni di associazione con la Corte d'Olanda, venne finalmente raggiunta nel 1830, in seguito a una rivolta scoppiata tra le vie cittadine il 25 agosto. Bruxelles visse poi decenni di tranquillità, interrotti soltanto dalle invasioni tedesche del 1914 e del 1940. Per quanto riguarda la storia contemporanea, Bruxelles è stata tristemente al centro delle cronache per la Strage dell'Heysel, avvenuta il 29 maggio 1985. Il simbolo della città è da secoli e tuttora un giglio giallo su sfondo blu; tale immagine sembra sia da ricollegare alla presenza francese (giglio della monarchia francese) ma secondo alcuni deriverebbe dalla presenza di gigli di palude sul sito originario della città.
Le lingue originali dell'area di Bruxelles, geograficamente inserita nelle Fiandre, sono dialetti brabantini del neerlandese. Una curiosità è il "marollien", un dialetto molto influenzato dalla lingua vallone che si parla in una sezione centrale della città. Sia il neerlandese che il francese sono stati usati per la maggior parte della storia della città come lingue ufficiali e dalle classe superiori.
Nell'Ottocento, con i progressi dell'alfabetizzazione, i dialetti furono progressivamente soppiantati dalle lingue standardizzate. A Bruxelles, la maggior parte della popolazione adottò il francese piuttosto che il neerlandese come lingua di cultura, siccome all'epoca era più prestigioso e quindi considerato più utile.
Oggi, il 90% degli abitanti di Bruxelles parlano francese. I dialetti di Bruxelles sono quasi spariti, nonostante gli sforzi di alcuni per salvarli.
La Regione di Bruxelles-Capitale è ufficialmente bilingue francese/neerlandese. Non esistono statistiche ufficiali sulla prima lingua degli abitanti e sarebbero comunque difficili da raccogliere, poiché le famiglie "miste" non sono rare. Stime serie della percentuale di abitanti che parlano neerlandese come prima lingua variano tra il 7,5% e il 15% della popolazione, e si basano sulla lingua usata per comunicare con le autorità comunali e sui risultati elettorali dei partiti di lingua neerlandese.
Esiste una consistente popolazione di lingua francese nella periferia di Bruxelles, una zona che ufficialmente fa parte delle Fiandre. Nella maggior parte delle municipalità contigue alla Regione di Bruxelles-Capitale, la popolazione di lingua francese è addirittura maggioritaria. I loro diritti linguistici e/o l'espansione della Regione di Bruxelles-Capitale sono oggetto di molti accesi dibattiti.
Bruxelles ha diverse università, due di queste sono l'Université Libre de Bruxelles (ULB) e la Vrije Universiteit Brussel (VUB), nonché una sezione dell'Université Catholique de Louvain (UCL) situata nel quartiere "Alma" presso il grande ospedale "Saint Luc".
Bruxelles è servita dall'Aeroporto di Bruxelles-Zaventem, situato nella municipalità di Zaventem, e dall'Aeroporto di Charleroi Bruxelles-Sud, posto vicino a Charleroi.
È possibile spostarsi all'interno della città mediante bus, tram e metropolitana ottimamente collegate tra di loro.
La metropolitana di Bruxelles risale al 1976.
Bruxelles ospitò il terzo Congres Internationaux d'Architecture Moderne nel 1930.
Due esposizioni mondiali ebbero luogo a Bruxelles, l'Exposition universelle et internationale (1935) e l'Expo' 58 del 1958. L'Atomium, una rappresentazione alta 103 metri di un cristallo di ferro, venne costruita per l'Expo' 58, ed è stata mantenuta, diventando una specie di equivalente belga della Torre Eiffel.

Barbados

Barbados è un'isola-nazione indipendente situata sul confine tra Mar dei Caraibi e Oceano Atlantico. L'isola occupa una superficie di 430 km², ed è principalmente piatta, con alcune colline all'interno. Il monte più alto, Mount Hillaby, misura solamente ca 350 m. sul livello del mare. È situata a 13º N 59º O, ovvero a circa 434,5 km a nord-est del Venezuela.
Barbados è composta principalmente di calcare. È un'isola tropicale, battuta costantemente dai venti equatoriali. Parti dell'interno dell'isola sono coperte da grandi piantagioni di canna da zucchero. Barbados è una delle Antille Minori, si trova ad est della catena principale di isole, e le nazioni più vicine sono Saint Lucia e Saint Vincent e le Grenadine. Barbados è oggi una importante destinazione turistica.
Il nome di questo stato delle Antille fu coniato nel 1536 dall'esploratore portoghese Pedro A. Campos che chiamò l'isola "Los Barbados" ("I Barbuti") ispirandosi agli alberi da ficus che vi crescevano e le cui lunghe radici aeree sembravano "barbe". Il nome che gli indigeni Arawak attribuivano all'isola era Ichirouganaim.
Dopo meno di un secolo, nel 1625, l'inglese Powell sbarcò sull'isola ignorata da Portoghesi e Spagnoli perché priva di risorse minerarie rilevanti e la occupò in nome della corona inglese. Colpito dalla vegetazione rigogliosa e dalla ricchezza del terreno ripartì, lasciando 80 coloni e alcuni schiavi perché iniziassero le opere di insediamento nella zona di Holetown, per ritornare nel 1627. I pochissimi abitanti nativi rimasti, gli Arawak, si estinsero e Barbados fu perciò ripopolata con schiavi africani impiegati nelle piantagioni di zucchero fino al 1834, anno in cui la schiavitù fu abolita.
A differenza della maggior parte delle isole caraibiche, il cui controllo passò più volte di mano fra le varie potenze coloniali, Barbados rimase sempre sotto il controllo inglese. Secondo alcuni il motivo è anche geografico. Come si nota dalla cartina geografica, infatti, mentre le isole delle Antille formano un arco con la convessità rivolta verso l'oceano Atlantico, Barbados è l'unica spostata verso l'esterno di questo arco, e, visto il regime prevalente dei venti atlantici, in direzione sopravento. I velieri che volevano attaccarla, quindi, erano costretti a navigare contro vento, quindi con notevoli difficoltà.
Questo fatto ha lasciato un'impronta caratteristica all'isola ed allo stile di vita della sua popolazione, sebbene questa sia oggi in minima parte composta da individui di origine inglese.
L'economia rimase fortemente dipendente dalla produzione di zucchero e rum fino al XX secolo.
La graduale introduzione di riforme politiche e sociali negli anni quaranta e cinquanta portò poi alla completa indipendenza dal Regno Unito (30 novembre del 1966), pur nell'ambito del Commonwealth.
Negli anni novanta, il turismo e l'artigianato hanno superato l'industria dello zucchero per importanza economica.
Secondo i dati del 2005 (pubblicati nel 2007), Barbados è il terzo stato nordamericano per Indice di sviluppo umano, dopo Canada e Stati Uniti.
Clima caratterizzato dall'alternanza di una stagione asciutta (da dicembre a maggio) e una piovosa (da giugno a novembre); le precipitazioni sono più copiose nell'interno. Le temperature variano da una media di 22°C nei mesi più freschi a una di 30°C nei mesi più caldi.
L'80-90% degli abitanti di Barbados (colloquialmente detti Bajan) è di origine africana: si tratta soprattutto di discendenti degli schiavi impiegati nelle piantagioni di zucchero. Il resto della popolazione comprende europei e asiatici, fra i quali vi sono i cosiddetti Redlegs.
La regina Elisabetta II è il capo dello Stato (con il titolo di "regina di Barbados") ed è rappresentata sull'isola da un governatore generale. Nel caso di Barbados, Elisabetta II è "regina di Barbados e dei suoi altri reami e territori, capo del Commonwealth per grazia di Dio". Il governo attualmente insediato ha proposto di trasformare Barbados in una repubblica (pur rimanendo nell'ambito del Commonwealth), introducendo perciò la figura del Presidente in sostituzione del sovrano britannico.
Il potere esecutivo spetta al primo ministro e al suo governo. Il primo ministro è solitamente il leader del partito risultato vincitore alle elezioni della House of Assembly, la camera bassa del parlamento, che ha 28 membri eletti dai cittadini ogni cinque anni. L'altra camera, il Senato, ha invece 21 membri nominati dal governatore generale.
Barbados è membro della CARICOM (la Comunità Caraibica).
Bridgetown è la capitale di Barbados. La città in senso stretto aveva 5.928 abitanti nel 1990, mentre la popolazione dell'area metropolitana, nel 2000, è stata stimata in circa 110.000 abitanti. Bagnata dal Mar dei Caraibi, si trova sulla costa sud occidentale dell'isola.

Bangladesh

Il Bangladesh è situato nella sezione nordorientale del subcontinente indiano, nell'Asia meridionale. Confina a ovest, a nord e a est con l'India, a sudest con il Myanmar e a sud si affaccia sul golfo del Bengala. Il Bangladesh è uno stato esteso su 144.000 km², con una popolazione di 153 milioni di abitanti [1] e con capitale Dacca.
La lingua ufficiale è il bengali, l'inglese resta largamente diffuso.
La storia del dominio coloniale Inglese nel Bangladesh si puo assimilare a quella dell'intera Regione Indiana. Gli Europei iniziarono a creare scali commerciali sulle coste del Bengala già dall'inizio del XVI secolo, ma il predominio Inglese sulle altre potenze europee si ebbe solo nel secolo successivo, quando la regione entrò a far parte dei territori amministrati dalla Compagnia delle Indie Orientali. Nel 1859 esso divenne parte integrante dell'Impero Britannico e ne fece parte fino al 1947. In quell'anno, L'India si proclamò indipendente ed il Bangladesh fu annesso al nascente stato del Pakistan, in virtù del fatto che i suoi abitanti erano di religione islamica e non induisti.
Il Pakistan aveva una situazione territoriale molto particolare: esso era formato da due regioni, Pakistan Occidentale e Pakistan Orientale(l'odierno Bangladesh), separate da circa 1600 Km di territorio Indiano. Difficoltà di comunicazione, evidenti differenze etniche e culturali, nonché incapacità di gestire il territorio e le emergenze umanitarie da parte del Governo centrale, fecero nascere presto proteste popolari volte al raggiungimento dell'indipendenza da parte del Pakistan Orientale. Nel 1970 scoppiò una vera e propria guerra civile che successivamente vide anche il coinvolgimento dell'India, in conflitto con il Governo centrale del Pakistan. Dopo un lungo periodo di lotte, nel 1971 il Pakistan Orientale proclamò la propria indipendenza, rinominandosi Bangladesh (= "Bengala libero").
Situato alla foce del Gange, il Bangladesh è essenzialmente un paese di pianure e ampie zone comprese tra i corsi dei fiumi che discendono dall'Himalaya.
I fiumi principali sono il Gange, lungo 298 Km nel tratto bengalese (lunghezza complessiva 2511 Km) e il Brahmaputra (2900 Km totali). Il lago principale è il Lago Barkal esteso circa 400 Km²
Il clima è caratterizzato dalla presenza, da maggio a metà ottobre, del monsone tropicale che porta abbondanti piogge. Il paese, da Aprile a Maggio e da Settembre a Novembre, viene spesso investito da cicloni, i quali provocano devastanti precipitazioni. Si ricorda a questo proposito il disastro del novembre 1970 causato dal ciclone Bhola[2], nel quale persero la vita oltre 300.000 persone. Altre pesanti inondazioni sconvolsero il paese nel 1991 e nel 2007, in entrambi i casi con gravi perdite umane, villaggi distrutti con migliaia di senzatetto e coltivazioni gravemente sinistrate. Le temperature variano da una media di 21°C durante il giorno nella stagione fredda (raggiungendo i 10°C circa nelle ore notturne) a un massimo di 35/38°C durante la stagione calda.
147.000.000 abitanti (stima 2008), densità: 889 ab/km²
Il Bangladesh è una nazione etnicamente omogenea, dato che i bengalesi costituiscono il 98% della popolazione. Il restante 2% è costituito da circa 250.000 Bihari e da meno di un milione di persone appartenenti a gruppi tribali. Questi ultimi sono concentrati nella zona delle Chittagong Hills (a sud-est del paese) e lungo i confini del Bangladesh con l'India, in particolare nei distretti di Mymensingh, Sylhet e Rangpur.
La religione principale è quella musulmana, professata dall'85% della popolazione. Il 12% dei bengalesi sono invece di religione indù mentre il restante 3% appartiene alle religioni cristiana (0,6%), buddista (2%) o animista (0,4%).
La lingua ufficiale del paese è il Bangla (detto anche Bengali).
Chittagong (2.199.590 abitanti; 4.050.000 ab. con l'agglomerato urbano) capoluogo dell'omonima Divisione amministrativa è situata presso la foce del fiume Karnafuli nel Golfo del Bengala. Seconda città del paese è ben collegata per stada, ferrovia e via fluviale alla capitale e grazie alla navigabilità del fiume è anche il maggior porto del Bangladesh (esportazioni di tè e iuta, importazioni di cereali e macchinari in genere). Chittagong conta numerose industrie favorite dall'energia prodotta da un'importante centrale idroelettrica sul fiume Karnafuli. Tra le più importanti ricordiamo quelle tessili (cotone e iuta), siderurgiche, chimiche (fertilizzanti), petrolchimiche, meccaniche, elettrotecniche, del cemento, della carta, alimentari e del tabacco.
La città era nota fin dai primi secoli dell'era cristiana ed ebbe un'importanza marinara considerevole. Grosso centro commerciale era frequentato da arabi, arakanesi e, in seguito, dai portoghesi. Passò sotto varie dominazioni finchè nel 1760 il Nawab del Bengala la cedette alla Compagnia Inglese delle Indie Orientali.
Khulna (811.500 abitanti; 1.500.000 ab. l'agglomerato urbano) si trova su un ramo del delta del Gange a cira 130 km. dalla capitale Dacca. È capoluogo dell'omonima Divisione amministrativa. È il più grande mercato agricolo della nazione per la produzione, lavorazione e commercio del riso ed inoltre per la canna da zucchero, lo iuta ed i semi oleosi.
Rajshahi (403.000 abitanti) è il capoluogo dell'omonima Divisione ammonistrativa ed è situata sulla riva sinistra del Gange vicino al confine con l'India. È un attivo mercato agricolo con industrie alimentari, meccaniche e del legno.
Sylhet (oltre 200.000 abitanti) sul fiume Surma a circa 185 km. dalla capitale Dacca. Capoluogo dell'omonima Divisione amministrativa. Importante centro di raccolta e lavorazione del tè e del cotone conta anche alcune industrie alimentari e del legno.
Prodotto Nazionale Lordo: 2.000$ pro capite
Bilancia dei pagamenti: -2.400 milioni di $.
Inflazione: 6%.
Disoccupazione: 40% (inclusi i sottoimpieghi)
Punti di forza.
Punti di debolezza.
Produzione di energia elettrica: 16,45 miliardi di kwh (2002) Pesca: 000.000 tonnellate. Petrolio: 3,581 b/g (2001). Allevamento: pecore 00,0 milioni, capre 00,0 milioni, bovini 00,0 milioni, suini 0,00 milioni. Minerali: [[]].
Agricoltura: produzione di riso, canna da zucchero, tè, iuta, spezie, frutta, tabacco, patate, semi oleosi
Le città di interesse turistico sono: Dacca, la capitale, Chittagong, la seconda città del Bangladesh, Cox's Bazar, una cittadina che si trova nella zona sud-orientale del paese famosa per il turismo balneare di nicchia, il Parco Nazionale del Sundarban, nella zona sud occidentale del paese. Da vedere la spiaggia di Teknaf e l'isola di St. Martin, nonché la campagna attorno a Nawabganj.
Il clima tropicale ha reso la vegetazione lussureggiante. Presso i villaggi crescono banani, palme da cocco ed altre piante da frutto. Si trovano in abbondanza in tutto il paese numerose varietà di fiori con una vasta gamma di profumi, dimensioni e colori. Varietà di loto e gigli d'acqua sbocciano in gran numero in fiumi, laghi, stagni e altri corpi d'acqua.
Sono presenti: la tigre del Bengala (nella foresta del Sundarbans), leopardi, scimmie. Tra i rettili, ci sono tartarughe, pitoni, coccodrilli e diverse razze di serpenti velenosi. Ci sono moltissime specie di uccelli
I pricipali scrittori di lingua bengalese sono Rabindranath Tagore e Kazi Nozrul Islam. Recentemente è salita alla ribalta delle cronache la scrittrice Taslima Nasreen, nei confronti della quale è stata pronunciata una fatwa (editto) di condanna a morte per le sue critiche della condizione della donna nel mondo musulmano e che è stata costretta all'esilio. La sua opera principale è Vergogna (Lajja)
La tradizione musicale del Bangladesh è basata sulla lirica col minimo accompagnamento strumentale (Baniprodhan). La tradizione di Baul è un'eredità musicale unica tipica del popolo bengalese, e ci sono molte altre tradizioni musicali che variano da una regione all'altra. Gombhira, Bhatiali Bhawaiya sono alcune delle forme musicali più note. La musica popolare bengalese è spesso accompagnata dall'ektara, un strumento con solamente una sequenza. Gli altri strumenti sono il dotara, dhol, il flauto e la tabla. Il Bangladesh ha anche un'eredità attiva nella musica classica indiana. Allo stesso modo diversi tipi di danza del Bangladesh provengono da traduzioni popolari, specialmente quelle dei gruppi tribali così come la tradizione indiana. I cantanti più popolari e seguiti dai giovani del bangladesh sono Abdul Jabbar ,Sabina Yasmin, Runa Laila, Mahmud-un-nabi,Baby Naznin, Sadi Mohammed, Fahmida Nabi, Kumar Biswajit, Elita, Habib Wahid, James, Ayub Bacciu, Hasan, Biplob, Bappa.
Dacca (bengali: ????, altrimenti traslitt. in Dhâkâ o Dakka; 10.403.957 ab.) è la capitale e la città più popolosa del Bangladesh e il capoluogo del distretto di Dacca.
Sorge sul fiume Buriganga, un canale del fiume Dhaleshwari, nel cuore della regione con la più grande coltivazione di iuta al mondo. È il centro industriale, commerciale e amministrativo della nazione, ed è un importante snodo del commercio del riso, semi oleiferi, zucchero e tè. Dacca è celebre per il suo artigianato, che include prodotti tessili e lavorati dello iuta.
La storia di Dacca risale all'anno 1000, ma la città raggiunse la gloria come capitale del Bengal Mughal. A quell'epoca era anche conosciuta come Jahangir Nagar in onore dell'imperatore Mughal Jahangir.
La città passò sotto il controllo della Gran Bretagna nel 1765. Divenne capitale del Pakistan orientale nel 1947.
Il 21 febbraio 1952 studenti ed attivisti politici furono uccisi quando la polizia pakistana aprì il fuoco sui protestanti che chiedevano per la loro lingua nativa, il Bengalese, gli stessi diritti dell'Urdu. Per commemorare i martiri, venne costruito lo Shaheed Minar. Il monumento venne demolito durante la guerra del 1971, e ricostruito dopo l'indipendenza del Bangladesh. Oggi lo Shaheed Minar è il centro delle attività culturali cittadine.
Nel 1971 la città divenne capitale del nuovo stato indipendente del Bangladesh. È oggi nota come Dhâkâ.
La Dacca moderna è cresciuta velocemente e in maniera disordinata, anche al di fuori della Città Vecchia, per colpa dell'improvviso forte aumento della popolazione dovuto a grandi flussi dalle aree rurali. La Città Vecchia con il suo importante porto e i diversi siti storici si può ancora visitare all'estremità meridionale della moderna e disordinata città.
La città è divisa in dieci collegi elettorali parlamentari. Il partito che vince le elezioni parlamentari solitamente tende a vincere anche la maggior parte dei seggi all'interno della capitale.
Gulshan, Dhanmondi e Banani sono i maggiori quartieri residenziali. Motijheel è il più importante quartiere finanziario, ed ospita il quartier generale della maggior parte delle banche e delle aziende del paese, così come quello della Bangladesh Bank, anche se molti uffici sono stati recentemente spostati a Gulshan. Ramna ospita invece il Segretariato, dove si trovano la maggior parte dei ministeri del governo, le residenze dei maggiori funzionari di governo, ed è anche sede della Corte Suprema.
Il 17 agosto 2005 la città è stata colpita da una serie di esplosioni simultanee (parte di approssimativamente 500 esplosioni in tutta la nazione), probabilmente ad opera di terroristi. Un gruppo estremista islamico, Jamaat-ul-Mujahideen ha rivendicato la responsabilità.

Bahrain

Il Regno del Bahrain (arabo: ????? ???????, Mamlakat al-Ba?rayn), più comunemente Bahrain o Bahrein, è un arcipelago del Golfo Persico la cui capitale è Manama. Le acque territoriali confinano a ovest con quelle dell'Arabia Saudita e a sud con quelle del Qatar. L'isola più importante è Bahrein. Fra le altre isole si ricordano Nasan, Hawar, Sitra, Umm e Al Muharraq
L'Arcipelago del Bahrain che è conosciuto da tempi remoti per essere nella rotta dei commerci, ha subito vicende spesso legate a quelle della vicina Arabia. Dal 1577 al 1622 le isole furono occupate dai Portoghesi, per poi passare dal 1735 al 1784 nelle mani dei Persiani, che le cedettero agli Inglesi che ne fecero un loro protettorato fino al 1971 data dell'indipendenza. L'orientamento politico interno è improntato a un conservatorismo islamico tradizionale; come l'Arabia Saudita, ha concesso una base navale agli Stati Uniti per dimostrare tangibilmente la sua politica filo occidentale. Il suo assetto istituzionale, che era disciplinato dalla Costituzione del 1973, il 27 Agosto 1975 venne "sospeso temporaneamente"Piccolo arcipelago del golfo Persico, situato nell'insenatura formata dalla penisola del Qatar, si compone di 33 isole di origine corallina e sedimentaria, molte delle quali inabitabili. La più grande è l'isola di Bahrein (572 km²), collegata alle coste dell'Arabia Saudita da un ponte-diga lungo 25 km.
Gli influssi continentali determinano estati molto calde, notevoli escursioni termiche stagionali e piogge scarsissime (meno di 80 mm annui). La vegetazione è caratterizzata soprattutto dalle palme da datteri.
La lingua ufficiale del Regno è l'arabo. L'inglese è molto diffuso. Inoltre gli abitanti locali parlano anche un dialetto persiano influenzato dall'arabo. Tra gli immigrati sono diffusi l'hindi, l'urdu e il tagalog.
La religione ufficiale del Bahrain è l'Islam ed è la religione maggiormente praticata. Secondo il censimento del 2001 l'80% della popolazione è composta da mussulmani, il 10% da cristiani ed il restante 10% pratica altre religioni. Nel paese vi è una piccolissima, ma antica, comunità ebraica. Il 9 luglio 2008, Khalifa bin Salman Ali Khalifa, ha incontrato nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, Papa Benedetto XVI.
Il Bahrain è una monarchia costituzionale. L'attuale sovrano è Hamad bin Isa Al Khalifa. Il primo ministro è Khalifah ibn Sulman Al Khalifah e presiede un gabinetto di ventitré membri. Il Bahrain ha due camere, una bassa, il Majlis an-nuwab, eletta a suffragio universale, ed una camera alta di nomina regia, il Majlis al-shura.
Dal 2004 in Bahrein si svolge il Gran Premio di Formula 1 costruito nel deserto vicino alla capitale Manama.
L'edizione 2004 è stata vinta da Michael Schumacher su Ferrari, le edizioni 2005-2006 da Fernando Alonso su RenaultF1, le edizioni 2007-2008 da Felipe Massa su Ferrari.
Il Bahrein non è riuscito a qualificarsi per i Mondiali di calcio 2006 per poco: infatti è stato sconfitto negli spareggi dal Trinidad e Tobago.
Manama (in arabo: ????? Al-Manamah) è la capitale del Bahrain. È la più grande città dello stato, con una popolazione approssimativa di 150.000 persone, circa un terzo dell'intera cittadinanza del Bahrain.
Manama è stata anche una delle dodici province del Bahrain ed ora fa parte del Governatorato principale.
Manama viene citata nelle cronache islamiche già a partire dal 1345. Fu conquistata dai portoghesi nel 1521 e successivamente dai persiani nel 1602. È stata sotto il controllo, con brevi interruzioni, della dinastia regnante Al Khalifah dal 1783. Manama è stata dichiarata porto franco nel 1958, e nel 1971 è diventata la capitale dello stato indipendente del Bahrain.
Manama ed è situata sul Golfo persico, nella parte nord-est dell'isola del Bahrain. Non lontano dalla capitale si trovano la città di Sitrah, a sud-est, e quella di Jidd Haffs ad ovest.
L'economia di Manama è la stessa di tutto il resto del Bahrain - petrolio, raffinazione del petrolio, fabbricazione di dhow, pesca e produzione di perle. Sull'isola Al Muharraq si trova il Bahrain International Airport, che serve Manama, al quale è collegato. Manama è anche la sede dell'Università del Bahrain, fondata nel 1986.
Alla periferia di Manama sorge il Bahrain International Circuit, circuito automobilistico in cui a partire dal 2004 si svolge il Gran Premio del Bahrain di Formula 1.

Bahamas

Il Commonwealth delle Bahamas è uno stato delle Indie Occidentali costituito da un arcipelago di 700 isole e isolette, situate nell'Oceano Atlantico, ad est della Florida, a nord di Cuba e del resto dei Caraibi, e ad ovest della dipendenza britannica delle Isole Turks e Caicos.
Scoperte durante il primo viaggio di Cristoforo Colombo divenendo parte della corona spagnola, furono poi conquistate dagli inglesi nel XVII secolo per divenire indipendenti nel 1973.
Prima dell'arrivo di Cristoforo Colombo queste isole si chiamavano Lucayas, derivante da lucayos, nome delle pacifiche popolazioni indigene che la abitavano. In particolare San Salvador, l'isola su cui sbarcò l'esploratore genovese il 12 ottobre 1492, era indicata come Guanahaní.
Leggendo le relazioni scritte da Colombo sulla scoperta, uno degli elementi che più attirò la sua attenzione durante il primo viaggio fu la scarsa profondità delle acque. Per questa ragione battezzò le Lucayas come Islas de la Bajamar (isole del mare basso in spagnolo). I due nomi furono mantenuti per circa un secolo e mezzo. Quando però caddero in mano britannica, questi ne adattarono il nome alla loro lingua chiamandole Bahamas Islands, nome con cui sono note ancora oggi.
Nel corso del Seicento e del Settecento le Bahamas sono state uno dei covi della pirateria assumendo il ruolo di covo principale dal 1716 al 1718 quando vennero lasciate senza difesa e senza governo dalla Corona. Nel 1717 un mercante stimava che vi fossero ben 800 pirati, autodefinitisi flying gang, con base a Providence.Nel 1818 Re Giorgio IV d'Inghilterra inviò però una spedizione navale guidata dal capitano Woodes Rogers che spinse i pirati ad allontanarsi in direzione della Carolina, di altre isole caraibiche minori o addirittura dell'Africa.
Il PLP, Partito Liberale Progressista,fondato e diretto da O.Pindling, gestì il processo di separazione dall'Impero Britannico. Il 10 luglio 1973 le Bahamas divennero indipendenti, associandosi subito al Commonwealth. Il PLP guidò il Paese per quasi venti anni, fino al 1992. Pindling restò Presidente per vari anni, ma nel 1988 incominciarono a emergere dubbi sul suo operato: in quell'anno gli USA incolparono le Bahamas di riciclare denaro proveniente dal narcotraffico; il Governo tentò di difendersi dalle accuse, ma senza molto successo. Il premier cercò di far ricadere la colpa sul sistema bancario e chiese sostegno agli USA, ma nel frattempo aveva perso gran parte della sua credibilità. Come conseguenza di queste vicende Pindling si dimise nel 1990. Come previsto, nel 1992 il PLP perse le elezioni presidenziali contro il Movimento di Libertà Nazionale, FNMP, guidato da Hubert Ingraham.
Il nuovo partito al governo riuscì ad ampliare il turismo, e ci riuscì combattendo la criminalità, che costituiva un disincentivo all'arrivo di visitatori e quindi un danno al turismo stesso, struttura portante per la ricchezza del Paese. Il narcotraffico, piaga di vecchia data, fu in parte arginato e furono fatti diversi sforzi per limitare le azioni criminose attuate dai numerosissimi immigrati, giunti specialmente dalla vicina Haiti. Grazie a questo impegno il Movimento di Libertà Nazionale fu confermato nel 1997. Il secondo mandato fu assai meno soddisfacente del primo, e il consenso del partito presso il popolo scese molto. A scontentare la popolazione dell'Arcipelago furono gli scarsissimi sussidi concessi alle piccole isole, più bisognose di aiuti, e l'inutilità degli interventi volti a ridurre il tasso di povertà.
Nel gennaio del 2002, anno delle elezioni,si tenne un referendum su alcune riforme costituzionali, interpretato da molti come un test per il governo: la maggioranza perse. Alle elezioni tenutesi pochi mesi dopo il PLP travolse con un risultato schiacciante gli avversari, tornando al governo. Divenne Governatore Generale Ivy Dumont e premier Perry Christie, sempre per il PLP. Il 2 maggio 2007 i bahamensi sono tornati alle urne, ed è uscito vincitore Hubert Ingraham, ancora alla guida del Movimento di Libertà Nazionale. È diventato Governatore Generale Arthur D.Hanna.
La più grande isola delle Bahanas è l’isola di Andros posta a nord-ovest dell’arcipelago, all’imboccatura degli Stretti della Florida. A nord è posta Grand Bahama, la posta più a settentrionale fra le grandi isole. Immediatamente ad est è posta Abaco. Spingendosi verso sud-est, fra le isole più significative c’è Eleuthera, l'isola di Cat, Long Island, San Salvador, Exuma, Crooked, Acklins, Mayaguana e a sud Great Inagua.La capitale Nassau si trova sull'isola di New Providence, posta fra le isole di Eleuthera e Andros.
Le Bahama sono isole poste a ridosso del tropico del cancro, ma esse (comprese le acque territoriali) sono incluse al 53.4% nella fascia climatica temperata, tuttavia la temperatura è gradevole tutto l'anno con non eccesivi sbalzi di temperatura, mantenendo una temperatura che varia tra i 20°/22° invernali ai 28°/29° estivi, la temperatura dell' acque invece è sempre stabile sui 25°. Le precipitazioni sono occasionalmente abbondanti, e raggiungono una media annua che supera di poco i 1500mm.
Le Bahamas sono una monarchia democratica, e facendo parte del Comonwealth il Capo di Stato è il monarca d'Inghilterra. La carica di primo ministro dura per cinque anni; colui che attualmente ricopre tale carica è Hubert Ingraham,succeduto a Perry Christie. Altra figura fondamentale è quella del Governatore Generale,attualmente impersonato da Arthur D.Hanna
Il Parlamento presenta la Camera dell'Assemblea, con 40 membri eletti ogni cinque anni, e il Senato, con 16 membri in totale.
Il sistema politico bahamense è multipartitico nella teoria ma bipartitico di fatto: le due formazioni principali sono il Partito Liberale Progressista(PLP) e il Movimento di Libertà Nazionale(FNMP), di ispirazione conservatrice. Un altro partito è il Movimento Democratico delle Bahamas, BDM, ma non di rado si presentano alle elezioni anche alcuni candidati indipendenti, considerati degli outsider. Il PLP fu fondato da O.Pindling prima della separazione dall'Impero Britannico, e condusse l'Arcipelago all'indipendenza. È rimasto alla guida del govero dal 1973 al 1992, quando vinse l'FNMP. Questo partito è stato messo in piedi da Hubert Ingraham, che dal 1992 è stato primo ministro per dieci anni. Nel 2002 il PLP è tornato alla guida con una vittoria schiacciante sugli avversari, dopo che Ingraham aveva perso il referendum sulle riforme costituzionali nel gennaio dello stesso anno. Le ultime elezioni si sono tenute il 2 maggio 2007. Ingraham ha vinto di misura, con un moderato scarto rispetto al rivale Christie. Il 4 dello stesso mese Ingraham ha giurato come Primo Ministro.
Ecco i risultati delle ultime elezioni. In ordine sono indicati il partito concorrente, il numero di voti ottenuti, la percentuale dei consensi e il numero di seggi ottenuti.
Movimento Nazionale Libero (Free National Movement): 68.542 voti, 49,86%, 23 seggi
Partito Liberale Progressista (Progressive Liberal Party): 64.637 voti, 47,02%, 18 seggi
Movimento Democratico delle Bahamas (Bahamas Democratic Movement): 741 voti, 0,54%, 0 seggi
Indipendenti: 3.555 voti, 2,59%, 0 seggi
Totale votanti: 137.475. Totale seggi:41. Fonte: BBC News.
L'apparato economico è avanzato, lo dimostra il PIL, che è il più alto della regione, con notevole distacco dagli altri Paesi. Questa situazione di discreto benessere viene da un tangibile miglioramento economico avuto a partire dagli ultimi anni, ma è anche frutto di un'esigua popolazione e di una bassa densità. L'Indice di Sviluppo Umano è di 0,825, il terzo più alto dell'America Centrale, dietro la Costa Rica e Cuba. Le risorse principali sono il turismo e l'agricoltura: il primo è favorito da un buon clima temperato e dall'attrattiva dei paesaggi costieri delle isole. Il settore turistico è in continuo aumento e attualmente occupa i tre quarti popolazione attiva, fornendo quasi tutta la richezza lorda: questi sforzi garantiscono ogni anno l'afflusso di almeno due milioni di visitatori stranieri, confermando il turismo come la fondamentale fonte economica per il territorio.
In ordine di importanza segue l'agricoltura, specializzata nella produzione di prodotti tropicali per l'esportazione. Tuttavia negli ultimi tempi stanno acquistando maggiore peso nuovi settori come quello finanziario: oltre che per la loro natura, le isole Bahamas oggi sono note anche come paradiso fiscale sede di numerose società offshore. Anche la pesca, quella dei crostacei, è praticata con fini di esportazione. L'industria, prodotto dei progressi recenti, è nata solo negli ultimi anni ed è in via di sviluppo: per ora si occupa della raffinazione del petrolio e dei prodotti farmaceutici, insieme a poche altre produzioni. La centrale termoelettrica situata nella Grande Bahama fornisce quasi tutto il territorio. Notevolmente sviluppato è anche il commercio, quello portuale si concentra a Nassau. Il commercio interno è vivace, quello esterno è intrattenuto specialmente con gli Stati Uniti, verso i quali vanno quasi tutte le esportazioni e dai quali viene la quasi totalità delle importazioni.
Ma questa situazione favorevole è andata creandosi solo alcuni anni fa. Sebbene la prosperità economica sia sempre stata una caratteristica dell'Arcipelago,per molto tempo esso ha dovuto convivere con delle significative problematiche, alcune delle quali permangono ancora oggi. Gli Stati Uniti accusarono pubblicamente le Bahamas di riciclare denaro proveniente dal narcotraffico. Questo gettò nell'instabilità politica ed economica tutto il Paese, scongiurata con i passi avanti fatti in seguito.
Altro problema è rappresentato dalla criminalità, legata non solo al traffico illegale di stupefacenti ma anche alla massicia immigrazione clandestina, proveniente soprattutto da Haiti. In più alcune isole minori vivono in situazione economica nettamente inferiore a quella dei centri più grandi, e ancora oggi il problema non è stato ancora risolto. È proprio nelle isole più piccole che si concentra il tasso di povertà, che non sembra essere diminuito.
Nassau è la capitale, nonché il centro commerciale e culturale, delle Bahamas e con una popolazione di 180.000 abitanti ne è anche la città più popolosa.
Situata sull'isola di New Providence alle coordinate 25° 04' Nord e 77° 20' Ovest, Nassau possiede una baia attraente e un porto trafficato. Il clima tropicale e le bellezze naturali delle Bahamas hanno reso Nassau una popolare destinazione turistica che permette di rilassarsi di giorno e godere di una eccitante vita notturna.
Nassau venne fondata dai britannici a metà del XVII secolo come Charles Towne, ma venne ribattezzata Nassau, in onore di Guglielmo III di Orange-Nassau nel 1695. Durante il XVIII secolo fu un popolare rifugio per i pirati dei Caraibi, soprattutto Barbanera. Nassau fu soggetta a numerosi tentativi di invasione da parte degli spagnoli durante la fine del XVIII secolo, e nel 1776 venne catturata e tenuta per breve tempo dai rivoluzionari americani.
L'Aeroporto Internazionale di Nassau, il principale aeroporto delle Bahamas, si trova a Nassau, ed ha collegamenti giornalieri con le principali città di Stati Uniti, Canada, Regno Unito e dei Caraibi.

Azerbaigian

L'Azerbaigian (pron. ?:z?bai'??:n, in azero Az?rbaycan; ufficialmente Repubblica dell’Azerbaigian, in azero Az?rbaycan Respublikasi) è uno stato posto nella regione del Caucaso, nel continente euroasiatico.
Ricco di petrolio, è situato nell'Europa orientale, alla frontiera con l'Asia Occidentale, e confina con il Mar Caspio a est, con la Russia a nord, la Turchia a ovest, la Georgia a nordovest, l'Armenia a ovest e l'Iran a sud.
La Repubblica Autonoma di Nakhchivan (un'exclave dell’Azerbaigian) confina con l'Armenia a nord e a est, con l'Iran a sud e a ovest e con la Turchia nel nordovest. La regione di Nagorno-Karabakh insieme alle altre sette province nell'Azerbaigian sudoccidentale sono sotto l'occupazione militare delle forze armate armene dalla fine di Guerra di Nagorno-Karabakh nel 1994. Fino ad oggi rimangono non eseguite le quattro Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (822,853, 874 e 884) sul “ritiro delle forze di occupazione dalle aree occupate appartenenti alla Repubblica dell'Azerbaigian”. Il territorio del paese comprende anche alcune isole nel Mar Caspio con l'area totale di trenta chilometri quadrati.
L'Azerbaigian è una repubblica laica ed unitaria con la democrazia emergente, il paese più grande del Caucaso sia per superficie sia per popolazione. È anche uno dei fondatori della Comunità degli Stati Indipendenti, GUAM ed è il membro del Consiglio Europeo dal 2001. Ha la Missione Permanente nell’Unione Europea, ospita anche la Missione della Commissione Europea.
La lingua ufficiale è l'azero.
Le prime tracce della presenza dell'uomo nel territorio dell’Azerbaigian risalgono all’Età della Pietra e sono legate alla cultura Quruçay della Grotta Azykh. Reperti del Paleolitico Superiore, in particolare di epoca musteriana, sono state trovate nelle grotte di Taglar, Damcili, Zar e Yataq-yeri. I ritrovamenti di frammenti di brocche di vino secco nelle necropoli della Leylatepe e Sarytepe testimoniano l’attività agricola dell’Età del Bronzo.
Tutto il Caucaso del Sud fu conquistato dagli Achemenidi intorno al 550 a.C., il che comportò la diffusione dello Zoroastrismo in questa parte dell'Impero dei Medi. Dopo la conquista da parte di Alessandro Magno, i Seleucidi che ereditarono il Caucaso, si ritirarono sotto la pressione di Roma e i Greci secessionisti in Battria.
Nel 247 a.C. dopo la ritirata dei Seleucidi in Persia, il Regno Armeno prese il controllo dei territori dell'Azerbaigian.
Nel I secolo a.C. gli Albanesi caucasici, abitanti autoctoni dell’Azerbaigian fondarono un loro regno. Il regno rimase indipendente finché i Sasanidi lo resero uno stato vassallo nel 252. Il re albanese caucasico Urnayr ufficialmente dichiarò il Cristianesimo religione di stato nel IV secolo, e l'Albania Caucasica rimase un paese cristiano fino all'VIII secolo.
Nel 95-97 l’Albania Caucasica era sotto il dominio dell’Armenia come parte dell'Impero di Tigrane II che durò per breve tempo. Dopo l’espansione del dominio dei Romani, alcune regioni dell'Albània passarono sotto il dominio romano e l'Armenia, stato satellite di Roma, ottenne nuovamente il controllo dell’Albania Caucasica. La costa del Mar Caspio rimase sotto il controllo romano-armeno dal I secolo fino al 387, quando l’Impero dei Sasanidi di Persia stabilì il suo dominio sulla regione. Le iscrizioni romane ritrovate sulle rocce del Gobustan testimoniano la presenza della Legione XII Fulminata presumibilmente ai tempi di Domiziano. Nonostante le numerose conquiste dei Sassanidi e dei Bizantini un piccolo stato albanese indipendente sopravvisse fino al IX secolo.
Dopo la caduta dei Sasanidi e di Bisanzio per opera del califfato arabo degli Omayyadi, l'Albania Caucasica divenne un paese vassallo e dopo la resistenza cristiana guidata dal Principe Javanshir, lo stato fu distrutto nel 667.
Con il declino del Califfato degli Abbasidi, il territorio dell’Azerbaigian passò sotto il dominio di diverse dinastie come Salaridi, Sajidi, Shaddadidi, Rawawidi e Buyidi. All’inizio dell'XI secolo il territorio fu gradualmente occupato da tribù turche Oghuz provenienti dall’Asia Centrale.
Localmente i possedimenti del successivo Impero del Selgiuchidi venivano controllati dagli atabeg, vassalli dei sultani selgiuchidi. Sotto i Selgiuchidi poeti come Nizami Ganjavi e Khagani Shirvani crearono le loro opere ancora oggi apprezzate in Azerbaigian. Successivamente a governare l’Azerbaigian fu lo stato degli Jalayiridi che cadde a seguito della conquista di Tamerlano. La dinastia locale azera degli Shirvanshakh costituì uno stato vassallo dell’Impero di Tamerlano che appoggiò durante la guerra contro il governatore del Khanato dell’Orda d’Oro il Tokhtamysh. La morte di Tamerlano diede origine a due stati: Kara Koyunlu e Ak Koyunlu. Fino alla sua morte il sultano dell’Ak Koyunlu Uzun Hasan governò tutto il territorio dell’Azerbaigian. Il regno successivamente passò alla dinastia degli Shirvanshakhi che mantennero l’autonomia e vassallaggio dal 861 fino al 1539.
Gli Shirvanshakhi, combattuti dai Safavidi, imposero l’Islam sciita alla popolazione che prima praticava l’Islam sunnita contrapponendosi all’Impero Ottomano.Dopo la caduta dei Safavidi sul territorio azero furono creati alcuni khanati indipendenti. Dopo un periodo di frequenti guerre i khanati diventarono parte dell’Impero Russo. Con l’accordo di Turkmenchay, la Persia riconobbe alla Russia i khanati Erivan, Nakchivan ed il resto del Talysh. Tabriz, Ardebil ed Urmia divennero parte della Persia (Le province dell’Azerbaigian Orientale, Azerbaigian Occidentale ed Ardebil dell’Iran odierno). Dopo il collasso dell’Impero Russo al termine della Prima guerra mondiale, l'Azerbaigian insieme con Armenia e Georgia divenne parte della Repubblica Federativa Democratica di Transcaucasia. Quando la Repubblica viene sciolta nel Maggio del 1918, l’Azerbaigian dichiarò la propria indipendenza e fu creata la Repubblica Democratica dell’Azerbaigian. La RDA fu la prima Repubblica parlamentare musulmana nel mondo, ma ebbe termine soltanto dopo due anni, quando l’Armata rossa invase Baku nel marzo del 1922. Così l’Azerbaigian, con Armenia e Georgia, divenne parte della RSSF Transcaucasica, uno stato federato nell’URSS. Nel 1936 la RSSF Transcaucasica fu divisa in tre repubbliche fra le quali anche la RSS Azera.
Durante la Seconda guerra mondiale la RSS dell’Azerbaigian fornì la maggior parte del petrolio utilizzato dall’Unione Sovietica nella guerra contro la Germania nazista. I tedeschi tentarono alcune volte l'occupazione di Baku per avere il controllo del petrolio azero (Operazione Edelweiss gestita direttamente da Hitler) ma tutti i tentativi fallirono grazie alla resistenza dell'esercito sovietico.
A seguito della politica di glasnost iniziata dal segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica Mikhail Gorbachov, ebbero inizio disordini economici e scontri etnici, in particolare nella Regione del Nagorno-Karabakh. Le manifestazioni per l'indipendenza a Baku furono soffocate nella violenza. Nel gennaio del 1990 l’esercito entrò nella capitale sparando contro i manifestanti. Il numero ufficiale delle vittime fu di 130 morti e 700 feriti. Il 20 gennaio 1990 entrò nella storia moderna dell’Azerbaigian come il gennaio nero.
Il 18 ottobre 1991 l’Azerbaigian dichiarò la propria indipendenza. I primi anni dell’indipendenza furono funestati dall’inizio della Guerra di Nagorno-Karabakh contro l’Armenia. Alla fine della guerra nel 1994 l’Azerbaigian perse un sesto del suo territorio che comprende la Regione del Nagorno-Karabakh ed altre 7 province popolate quasi esclusivamente da Azeri [1][citazione necessaria]. Come conseguenza della guerra di Nagorno-Karabakh un azero su otto è diventato un rifugiato[citazione necessaria].
Nel 1993 a seguito delle dimissioni del Presidente Abülfaz Elçibay, l'ex primo segretario del Partito Comunista Azero Heydar Aliyev venne eletto come nuovo presidente. Aliyev riuscì ad ottenere il cessate il fuoco che dura fino ad oggi. Nei primi anni del suo governo riuscì anche ad abbassare sostanzialmente il tasso di disoccupazione rimettendo in moto l'economia quasi distrutta dopo il collasso dell’URSS e la guerra del Nagorno-Karabakh. Nel 1998 Heydar Aliyev fu rieletto per la seconda volta. Nonostante la ripresa dell’economia, per lo più dovuta all'esplorazione di nuovi giacimenti petroliferi, il suo governo perde popolarità soprattutto a causa di brogli elettorali, corruzione diffusa e del suo regime autoritario. Le stesse critiche vennero avanzate anche in occasione delle successive elezioni presidenziali quando Ilham Aliyev venne eletto presidente, dopo la morte del padre Heydar nel 2003.
Lo stato si estende su una superficie di 86.600 km². È collocato alle pendici del Caucaso Meridionale; la parte più densamente abitata del territorio si estende intorno alla valle del fiume Kuma che sfocia nel Mar Caspio, su cui si affaccia tutta la parte orientale dell'Azerbaigian. Il paese confina a nord con Russia e Georgia, a ovest con Armenia e a sud con l'Iran. La provincia indipendente del Nagorno Karabakh è racchiusa tra Armenia e Iran. Capitale: Baku. Altre città: Gandja.
Controversa è la questione se l'Azerbaigian possa essere considerato un paese transcontinentale a cavallo tra l'Asia e l'Europa. Se infatti si considerasse la depressione del Kuma-Manych come confine tra Europa ed Asia, tutto il territorio dell'Azerbaigian ricadrebbe nel continente asiatico, mentre nel caso si ponga tale confine sulla linea dei fiumi Kura e Rioni, allora parte del territorio azero ricadrebbe anche in Europa.
Gli inverni sono protetti dalle influenze polari del Grande Caucaso, mentre le estati sono molto calde man mano che ci si allontana dal Mar Caspio. L'autunno invece verso sud dove c'è la capitale è molto piovoso, mentre il resto del paese ha un clima gradevole.
La popolazione è composta principalmente da azeri (83% del totale), anche a causa della fuga di armeni, ebrei e russi.
La maggioranza della popolazione è musulmana sciita. Vi sono anche consistenti minoranze di religione cristiana ed ebraica.La chiesa ortodossa del Paese fa capo al Patriarcato di Mosca.Il 7 marzo 2008 è stata celebrata l'apertura della prima chiesa di confessione cattolica nella capitale Baku.
La lingua ufficiale è l'azero, una lingua turca scritta in Azerbaigian con l'alfabeto latino, che ha sostituito quello cirillico. Vi è una piccola minoranza del 3,5% di lingua russa, lezgi (1,9%) nel nord del paese e il talisci (1,8%).Ovviamente, come eredità del periodo sovietico, gran parte della popolazione azera parla correntemente il russo.
L'Azerbaigian è una Repubblica la cui costituzione in vigore è stata approvata con un referendum popolare il 12 novembre 1995. Il Primo ministro, di nomina presidenziale, è Artur Rasizad? (in carica dal 4 novembre 2003). Il Parlamento o Assemblea Nazionale (Milli Mejlis) è unicamerale e si compone di 125 seggi (fino al 2002 erano 100 secondo il sistema maggioritario e 25 secondo quello proporzionale, dopo il referendum popolare saranno eletti tutti e 125 su base maggioritaria).
Il principale prodotto d'esportazione del Paese è il petrolio. Dal 1997 ad oggi l'estrazione di idrocarburi ha fatto registrare tassi di crescita continui. Oltre a questo, si registrano miglioramenti nell'estrazione di ferro, rame, piombo e sale. Tuttavia le vie di comunicazioni e l'industria estrattiva lasciano molto a desiderare e necessitano di un intervento piuttosto massiccio. Il PIL è cresciuto del 7,4% nel 1999, dell'11,4% nel 2000 e del 9,9% nel 2001.
Baku (in azero Baki) è la capitale e la maggiore città (2.036.513 abitanti[2]) dell'Azerbaigian. La provincia ha 1.850.119 abitanti su una superficie di 2.130 km² (al 1° gennaio 2005).
Con ogni probabilità il nome Baku deriva dagli antichi nomi persiani della città: Badu-kube, che significa "città dove soffia il vento", o Baghkuh, che significa "monte di Dio". Fonti arabe si riferiscono alla città chiamandola col nome di Baku, Bakukh, Bakuya, oppure Bakuye, tutti nomi che paiono derivare dall'originale persiano.
Altre teorie suggeriscono che il nome derivi dai tempi più antichi dell'epoca zoroastriana, più precisamente dalla parola Baga, che significa "il sole" o "il Dio" in diverse lingue anticheLa città è situata sulle riva occidentale del Mar Caspio (penisola di Apšeron), per la somiglianza del golfo, è gemellata con Napoli. Baku è divisa in dieci distretti e 48 municipalità, tra queste si trovano anche alcune isole e alcune piattaforme petrolifere situate nel Mar Caspio fino a 100km di distanza dalla città.
La prima citazione scritta della città di Baku risale all'885 in occasione dell'inizio della dinastia dei Bagratidi. La città cominciò ad assurgere al rango di importante centro cittadino dopo la distruzione della città di Shemakha dopo un terribile terremoto nel XII secolo sotto il regno dello Shirvanshah Ahsitan I che elesse Baku a capitale. Nel 1501 lo scià safavide Ismail I pose sotto assedio la città che però resistette all'attacco grazie alla sua doppia cinta di mura. Nel 1540, tuttavia la città venne conquistata dall'esercito della dinastia safavide e nel 1604 la fortezza di Baku venne rasa al suolo per ordine dello scià persiano Abbas I. Il 26 giugno 1723, dopo un lungo assedio e un pesante cannoneggiamento, la città si arrese alle truppe russe dello zar Pietro il Grande, il quale per decreto stabilì che Baku venisse presidiata da ben due reggimenti forti di circa 2400 soldati circa. Nel 1795 la città venne conquistata dalle truppe del sovrano della dinastia Qajar Mohammad Khan Qajar durante la sua lotta contro la Russia zarista per la sottomissione di tutto il Caucaso settentrionale. Nella primavera del 1796, per ordine della zarina Caterina II le truppe russe diedero via ad una grande offensiva nel Transcaucaso che vide la resa di Baku al contingente russo di 6.000 soldati giunti per conquistarla. Il 13 giugno 1796 la flotta russa entrò nella baia di Baku e subito dopo venne istituita una guarnigione permanente con a capo il generale Pavel Tsitsianov. Tuttavia lo zar Paolo I ordinò la cessazione della occupazione della regione e il ritiro delle truppe che lasciarono Baku nel 1797. Il successivo sovrano russo Alessandro I mostrò un rinnovato interesse per la conquista di Baku che venne riconquistata l' 8 febbraio 1806. Nel 1813 il possesso da parte della Russia della città venne sancito con il Trattato di Gulistan con il quale si sanciva il passaggio di Baku e di gran parte della regione caucasica dalla Persia all'Impero Russo.
A partire dal 1873 Baku assistette al boom petrolifero che diede un forte impulso al suo sviluppo urbanistico e industriale, dando vita al distretto noto come la Città Nera. In un breve lasso di tempo la città vide la fioritura di rappresentanze e delegazioni di compagnie provenienti da ogni angolo del mondo: svizzeri, inglesi, italiani, francesi, belgi, tedeschi e persino americaniIl centro storico della città, che è un'antica fortezza, venne inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel dicembre del 2000; è il primo sito dell'Azerbaigian ad essere inserito in questa lista.
L'economia della città è fondata sul petrolio. L'esistenza del petrolio è nota fin dall'VIII secolo e a partire dal XV secolo venne utilizzato per l'illuminazione ricavandolo da sorgenti affioranti in superficie. A Baku, nel 1848, venne effettuata la prima trivellazione al mondo, lo sfruttamento economico dei giacimenti iniziò nel 1872 e all'inizio del XX secolo l'area petrolifera di Baku era la più grande del mondo, se ne ricavava oltre la metà del consumo mondiale. Alla fine del XX secolo i giacimenti terrestri si esaurirono e si passò allo sfruttamento dei giacimenti marini. Il 25 maggio 2005 fu inaugurato il contestato oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan lungo 1.760 km.
La città, dotata di un aeroporto internazionale e di un porto sul Mar Caspio, è un importante centro di smistamento stradale e ferroviario. Il vecchio edificio della stazione centrale, Baku Sabuncinska (sita nella Piazza Jafar Jabbarli) aveva un rilevante [4] pregio architettonico.A riguardo dei trasporti urbani la capitale azera è dotata di una rete metropolitana (in espansione) e tranviaria.