Afghanistan

L'Afghanistan è uno stato (647.500 km², 31.889.923[2] abitanti stimati al luglio 2007, capitale Kabul) dell'Asia centrale.
Confina ad ovest con l'Iran, a sud e a est con il Pakistan, a nord con il Turkmenistan, l'Uzbekistan e il Tagikistan e con la Cina nella regione più a est della nazione (corridoio del Vacan).
Tra la caduta dei Talebani in seguito all'invasione statunitense e la riunione del gran consiglio per la stesura della nuova costituzione, l'Afghanistan veniva indicato dall'Occidente come Stato provvisorio islamico dell'Afghanistan. Con la sua nuova costituzione il paese viene ora ufficialmente chiamato Repubblica Islamica dell'Afghanistan. L'attuale presidente è Hamid Karzai, in carica dal dicembre 2004.
Le lingue ufficiali del paese sono il persiano (Dari) e il Pashtu.
L'Afghanistan, spesso chiamato il "crocevia dell'Asia centrale", si trova in un punto di connessione davvero unico, nel quale numerose civiltà eurasiatiche hanno interagito e spesso combattuto e che fu un importante teatro delle prime attività della storia. Attraverso le epoche, la regione oggi nota come Afghanistan è stata invasa da numerose potenze, tra cui gli Indoariani, i Medi, i Persiani, i Greci, i Maurya, l'Impero Kushan, gli Unni Bianchi, i Sasanidi, gli Arabi, i Mongoli, i Turchi, i Britannici, i Sovietici e più recentemente gli Stati Uniti. Raramente però queste potenze sono riuscite a esercitare il completo controllo della regione. In altre occasioni, entità statali originarie dell'Afghanistan hanno invaso le regioni circostanti creando dei propri imperi.
Si pensa che tra il 2000 e il 1200 a.C. ondate di Arii che parlavano lingue indoeuropee abbiano dilagato nell'odierno Afghanistan, creando una nazione che prese il nome di Aryānām Xšaθra, o "Terra degli Arii". Si ipotizza che lo Zoroastrismo abbia avuto probabilmente origine in Afghanistan, tra il 1800 e l'800 a.C. Le antiche lingue dell'Iran orientale, come l'avestano, potrebbero essere state usate in Afghanistan all'incirca nello stesso periodo dell'ascesa dello Zoroastrismo. Nella zona orientale, la civiltà vedica indoariana potrebbe aver avuto una certa importanza, anche se questo deve essere ancora dimostrato definitivamente. Nella prima metà del VI secolo a.C. l'Impero Persiano soppiantò i Medi e incorporò l'Ariana all'interno dei propri confini. Intorno al 330 a.C. Alessandro Magno invase la regione. Dopo la breve occupazione macedone, gli stati ellenistici dei Seleucidi e della Battriana controllarono l'area, mentre i Maurya provenienti dall'India si annetterono per un certo periodo la parte sudorientale e introdussero il Buddhismo nella regione, che in seguito tornò sotto il dominio battriano.
Durante il I secolo d.C. i Kushan Tocari occuparono la regione. In seguito, l'Ariana cadde in mano a diverse tribù eurasiatiche - tra cui i Parti, gli Sciti e gli Unni, senza dimenticare i Sasanidi persiani e alcuni governanti locali come gli Shahi indù di Kabul - fino al VII secolo, quando gli eserciti degli Arabi musulmani invasero la regione.
Il califfato arabo inizialmente si annetté nel 652 alcune parti dell'Afghanistan occidentale e in seguito, tra il 706 e il 709, conquistò quasi tutto il resto del paese, amministrando la regione con il nome di Khorasan. Con il passare del tempo gran parte della popolazione si convertì all'Islam. L'Afghanistan diventò il centro di importanti imperi, come quello ghaznavide (962-1151), fondato da un governante turco originario di Ghazni chiamato Yamin ul-Dawlah Mahmud. Il suo posto fu preso dall'Impero Ghurida (1151-1219), fondato da un altro governante locale, stavolta di estrazione tagika, Muhammad Ghori, i cui domini costituirono in India la base del Sultanato di Delhi.
Nel 1219 la regione fu invasa dai Mongoli di Gengis Khan, che devastarono il paese. Il loro dominio continuò con l'Ilkhanato e fu esteso ulteriormente dopo l'invasione di Tamerlano, un governante dell'Asia centrale. L'uzbeko Babur, discendente sia di Tamerlano che di Gengis Khan, nel 1504 fondò l'Impero Moghul, con capitale Kabul. Più tardi i Safavidi persiani sfidarono il potere dei Moghul e nella prima metà del XVII secolo si impadronirono della regione.
Lo stato-nazione afgano, così com'è oggi venne ad esistere nel 1746, sotto l'Impero Durrani, ma il suo controllo venne ceduto al Regno Unito fino a quando Re Amanullah ascese al trono nel 1919 (si veda il "Grande gioco").
I governanti storici dell'Afghanistan appartenevano alla tribù Abdali degli afgani etnici, il cui nome venne cambiato in Durrani all'ascesa di Ahmad Shah. Essi appartenevano al gruppo Saddozay del clan Popalzay o al gruppo Mohammadzay del clan Barakzay degli afgani etnici. I Mohammadzay fornivano spesso ai re Saddozay i consiglieri principali, che occasionalmente servivano come reggenti, identificati con il termine Mohammadzay.
Fin dal 1900, undici governanti sono stati deposti con mezzi non democratici: 1919 (assassinio), 1929 (abdicazione), 1929 (esecuzione), 1933 (assassinio), 1973 (deposizione), 1978 (esecuzione), 1979 (esecuzione), 1987 (rimozione), 1992 (rovesciamento), 1996 (rovesciamento) e 2001 (rovesciamento).
L'ultimo periodo di stabilità dell'Afghanistan si colloca tra il 1933 e il 1973, quando la nazione era sotto il governo di Re Zahir Shah. Nel luglio 1973, però, il cognato di Zahir Sardar Mohammed Daoud lanciò un colpo di stato incruento a seguito del quale il re fu cacciato e venne proclamata la repubblica. Daoud e tutta la sua famiglia vennero assassinati nel 1978, quando il Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan (comunista), prese il potere con un colpo di stato (27 aprile).
All'interno del partito si aprì subito un forte contrasto tra la fazione Khalq (la più radicale) e quella Parcham. In una prima fase fu la prima fazione a prevalere con il leader Hafizullah Amin. Il 24 dicembre 1979 l'Unione Sovietica intervenne militarmente contro il governo di Amin, considerato vicino agli USA (vedi:Invasione sovietica dell'Afghanistan). Contrastata da una montante pressione internazionale e con perdite di circa 15.052 soldati sovietici, per mano dell'opposizione dei mujaheddin addestrati da Stati Uniti, Pakistan, e da altri governi stranieri, l'URSS si ritirò dieci anni dopo, nel 1989.
I combattimenti proseguirono, questa volta tra le differenti fazioni dei mujaheddin. Questo diede vita ad una spartizione del controllo della nazione tra i signori della guerra, dalla quale sorsero i Talebani. La più seria di queste lotte avvenne nel 1994, quando 40.000 persone rimasero uccise negli scontri tra fazioni nell'area urbana di Kabul e la città fu distrutta dal tiro delle artiglierie. Appoggiati dal Pakistan come alleato strategico, i Talebani si svilupparono come forza politico/religiosa e alla fine presero il potere nel 1996.
Successivamente furono in grado di conquistare il 90% della nazione, ad eccezione delle roccaforti dell'Alleanza del Nord nel nord-est del paese. I Talebani cercarono di imporre una stretta interpretazione della Sharia islamica. L'alleanza Pakistan-Talebani fu a lungo sospettata di dare rifugio e assistenza a organizzazioni terroriste islamiche (in particolare ad Al-Qaeda, di Osama bin Laden) nei rispettivi territori, identificati di conseguenza con l'epicentro del terrorismo islamico internazionale.
Da marzo del 2001, in oltre un mese di bombardamenti e opere di demolizione, i Talebani distrussero con esplosivi e razzi i due Buddha di Bamiyan, III-V sec. (Afghanistan, Bamian Valley), opere d'arte attualmente Patrimoni mondiali dell'umanità dell'UNESCO. La statua più grande era alta 53 metri ed era la più grande immagine di Buddha del mondo anticamente decorata con oro e pietre preziose; sopravvissute a più di 1800 anni di invasioni.
Il 7 ottobre 2001 subisce l'intervento militare degli Stati Uniti e dei loro alleati, in reazione agli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001 e motivato dalla guerra al terrorismo (e più specificamente dall'intento di catturare Osama bin Laden). Il regime talebano è rovesciato.
Alla fine del 2001, i principali capi dell'opposizione afghana e della diaspora si incontrarono a Bonn e concordarono un piano per la formulazione di una nuova struttura di governo che portò alla nomina di Hamid Karzai a presidente dell'Autorità afgana nel dicembre 2001. Dopo una Loya Jirga nazionale nel 2002, Karzai venne eletto presidente.
Come conseguenza della storia estremamente tormentata e soprattutto recente, il paese si trova a tutt'oggi in una situazione di profondissima crisi economica e sociale, oltre a subire direttamente le conseguenze dei recenti conflitti (per esempio a causa del problema delle mine antiuomo sovietiche che rendono ancora pericolose vaste aree della nazione).
Come nel vicino Iraq, anche in Afghanistan il conflitto in atto continua a provocare danni e vittime senza che si riesca a favorire un minimo processo di pace. Il governo ha un ben limitato campo d'azione (Kabul e dintorni), e i talebani stanno rischiando di riacquistare influenza nel paese.
Nel 2006 il conflitto ha provocato oltre 4mila morti (è stato l'anno con più vittime dal 2001). La missione Isaf, della Nato e altri paesi (per un totale di 37 stati), al gennaio 2007 conta su 32.500 soldati (tra di essi ne rientrano alcuni inglobati dalla missione degli Stati Uniti Enduring Freedom, che conta comunque ancora su circa 10mila soldati americani). Per quanto riguarda la missione ISAF, i contributi sono così suddivisi: 11.800 soldati americani, 6.000 britannici, 2.700 tedeschi, 2.500 canadesi, 2.000 italiani, 2.000 olandesi e 975 francesi.
Il 4 gennaio 2008 il ministro afghano del Commercio e dell'Industria, Amin Farhang, ha dichiarato che nel paese mancano 400.000 tonnellate di grano e presto potrebbe mancare l'olio, lo zucchero e la farina. Le cause della carenza sono l'ondata di violenze in Pakistan e l'aumento dei prezzi dei cereali. Il ministro afghano si è rivolto nel suo appello alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale
Privo di sbocchi al mare e prevalentemente montuoso (per l'80% è a un'altitudine compresa tra i 600 e i 3000 m), il territorio è dominato dall'Hindukush, che taglia in due il paese: verso nord-est il sistema si salda con i massicci del Pamir e del Karakoram, mentre a sud-est si congiunge con i monti Sulaiman, in cui si aprono i passi di Khyber e Bolan, vie d'accesso all'India e importanti «porte storiche» dell'Asia.
L'Hindukush prosegue a ovest con il massiccio del Koh-i-Baba e la catena del Paropamiso, collegata ai rilievi marginali dell'Iran; più a sud, si apre a ventaglio in una serie di catene parallele che digradano verso l'altopiano desertico del Rigestan e la depressione salina del Sistan.
Nell'estremità settentrionale del paese si estende una limitata area pianeggiante - la regione storica della Battriana o Turkestan afghano - lambita dall'Amudar'ja.
La maggior parte dei fiumi (Helmand, Hari, Morghab) ha origine dalle catene centrali e defluisce nei bacini desertici meridionali, con la sola eccezione del Kabul, tributario dell'Indo.
L'Afghanistan è caratterizzato da un inverno rigido e un'estate torrida. Durante l'inverno la temperatura può scendere fino a -15°, ed è questo anche il periodo più piovoso dell'anno. L'estate è caratterizzata da un clima molto caldo e secco, meno in altitudine dove le sere sono fresche. I mesi migliori per il viaggio sono aprile, maggio ed ottobre.
La forte aridità che caratterizza questa regione è causata da un clima di tipo continentale, con frequenti venti secchi e forti escursioni termiche, sia diurne sia stagionali. A Kabul le temperature oscillano tra -1 (media di gennaio) e 23 °C (luglio), con appena una trentina di giorni di pioggia annui. Il paesaggio, arido e brullo, è dominato dalla steppa, sfruttata come pascolo; le ridotte aree forestali sono limitate ai versanti meridionali delle catene lungo il confine pakistano, che beneficiano dell'influsso monsonico.
Densità: 37 abitanti per km²
La popolazione Afgana (31.889.923 abitanti giovani). Dal momento che nel paese non si effettuano più censimenti accurati da diversi decenni, non vi sono informazioni precise sulla composizione etnica della popolazione.
L'Afghanistan è un mosaico di gruppi etnici e culture e un crocevia tra Oriente/Occidente. Una terra antica che è stata spesso saccheggiata ed è stata anche un punto utile del commercio, l'Afghanistan ha visto numerosi invasori andare e venire; tra questi Arii, Persiani, Greci, Mongoli, Arabi e Turchi. L'Afghanistan nella sua forma attuale si formò in seguito alle guerre anglo-afghane, che si conclusero nel 1919 con la completa indipendenza del paese dalle ingerenze esterne. La storia recente della nazione lo ha visto devastato dall'invasione sovietica, seguita dall'ascesa e dalla caduta dei talebani e dall'intervento della NATO nel 2001.
Come risultato di questi drammatici avvenimenti, l'Afghanistan è in una fase di ricostruzione in cui tenta di riconciliare la devastazione provocata da un costante stato di guerra con un nuovo governo che cerca di unificare e ricostruire il paese. L'Afghanistan deve affrontare numerosi problemi: dall'economia devastata al ritorno di milioni di profughi, dal continuo imperversare dei signori della guerra, al traffico di droga. Tutto mentre il nuovo governo sta lottando con le forze politiche che stanno cercando di definire che tipo di nazione diventerà l'Afghanistan del 21° secolo.
Storicamente la politica in Afghanistan è stata fatta di lotte intestine, sanguinosi colpi di stato e instabili trasferimenti di potere.Il paese è stato governato nell'ultimo secolo da quasi tutti i sistemi di governo conosciuti: monarchia, repubblica, teocrazia e stato comunista.
Attualmente l'Afghanistan è guidato dal presidente Hamid Karzai, che fu eletto nell'ottobre 2004. Prima dell'elezione, Karzai ha governato il paese dopo essere stato scelto dai delegati della Conferenza di Bonn del 2001 per guidare un governo provvisorio dopo la caduta dei talebani. Mentre i suoi sostenitori hanno lodato gli sforzi di Karzai per promuovere la riconciliazione nazionale e la crescita economica, i critici lo accusano di aver fallito nel tenere sotto controllo i signori della guerra, di non essere riuscito a debellare la corruzione e il crescente traffico di droga, e di non aver accelerato la costruzione.
Il parlamento attuale è stato eletto nel 2005. Sorprendentemente, il 28 per cento dei delegati eletti sono donne, il 3 per cento in più della quota minima del 25 per cento garantita dalla costituzione. Paradossalmente questo ha fatto dell'Afghanistan, che sotto i talebani era conosciuto per l'oppressione delle donne, uno dei paesi guida sul piano della rappresentanza femminile. La Corte Suprema dell'Afghanistan è attualmente guidata dal presidente Faisal Ahmad Shinwari. Dominata dalle figure di alcuni fondamentalisti islamici, la corte ha prodotto numerose norme discutibili, come la messa al bando della televisione via cavo, il tentativo di impedire la presentazione di un candidato alle elezioni presidenziali del 2004 per aver messo in discussione la legge sulla poligamia, e la limitazione dei diritti delle donne. La Corte ha anche travalicato la propria autorità costituzionale, emanando norme su argomenti che non erano ancora stati portati di fronte a essa. Anche se in molti credevano che Karzai avrebbe fatt
o della riforma della Corte Suprema una priorità della sua amministrazione, a tutt'oggi non vi ha ancora messo mano.
L'economia afghana, una tra le più povere del pianeta, risente del regime talebano, ed è stata profondamente sconvolta dall'inizio della guerra. la produzione di oppio ,illegale in altri paesi ma legalizzata per necessità quì, è fra le più famose del mondo e, da sola, fornisce quasi un terzo del prodotto interno lordo dell'intero paese.
Le strade che transitano a Salang e a Tang-e Gharu hanno avuto un ruolo strategico nei recenti conflitti, l'uso estensivo da parte di veicoli militari ha lasciato le strade in cattive condizioni, diversi ponti bombardati non sono stati ricostruiti, di frequente le strade vengono chiuse a causa dei conflitti nell'area con grave danno al transito di beni, attrezzature di emergenza e materiali per la ricostruzione destinati all'intero paese.
Negli ultimi anni la produzione di oppio, da sempre una delle principali fonti di ricchezza del paese, ha ripreso ad aumentare. Oggi è ben al di sopra dei livelli del 2001 (all'avvio della guerra tra Stati Uniti e regime talebano). Il 2006 è stato l'anno record per la produzione di oppio, pari a 6.100 tonnellate (si stima che da dieci chili d'oppio si possa produrre un chilo di eroina). Secondo l'Onu, tale attività vale un terzo dell'economia del paese. Le coltivazioni si estenderebbero su 164.700 ettari e coprono il 90% del fabbisogno nazionale. Secondo il rapporto del 2006 presentato dalla Giunta internazionale per il controllo degli stupefacenti (INCB) si stima che l'anno scorso la produzione illecita di oppio in Afghanistan abbia superato le 6.100 tonnellate - un incremento del 50% rispetto al 2005. La totalità del raccolto viene utilizzata per la produzione di eroina pari al 93% delle produzione mondiale per un totale stimato intorno a 2,7 miliardi di dollari; l'eroina raggiunge, nella stragrande maggior
anza dei casi, i mercati europei principalmente attraverso l'Iran e il Pakistan (in quest'ultimo passando per la permeabile Linea Durand), mentre traffici minori, ma in espansione, interessano le ex-repubbliche sovietiche situate al nord nonché la Cina.
Solo una frazione infinitesimale del giro d'affare legato al traffico di oppiacei resta ai contadini afgani mentre il resto va ad arricchire i signori della droga, quelli della guerra, i Talebani nonché buona parte dei responsabili delle amministrazioni locali e centrale dove la corruzione regna sovrana. L'Onu ritiene che 2,9 milioni di persone (pari al 12,6% della popolazione) siano coinvolte a vario livello nella produzione di oppio e nel traffico di oppiacei più o meno raffinati, e che le discrepanze tra le previsioni di crescita elaborate dal Fondo Monetario Internazionale che anticipavano una crescita del 12%, contro l'8% riportato, siano dovute a una diminuzione della produzione di cereali a cui è stata preferita la coltivazione una pianta maggiormente redditizia come il papavero.

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